La morte bianca

-Tentato suicidio-

Così, nonostante la paura che si era insediata dentro di me, mi intrufolai in casa.
L'interno della casa cadeva a pezzi proprio come il suo esterno, pochi mobili che si trovavano lì dentro erano molto impolverati ed alcuni mangiati quasi del tutto dalle tarme del legno. Le finestre erano tutte rotte, facendo entrare le correnti d'aria, tutto lì dentro ero freddo e umido.
Salì al piano di sopra, e a parte un materasso buttato per terra, tutto bagnato e sporco ed uno specchio ancora stranamente intatto appeso al muro, era tutto totalmente vuoto. Non notai più nulla, e così decisi di scendere giù e portare a termine il mio ultimo compito.
Il posto l'avevo trovato, ma rimaneva ancora un problema, come avrei potuto uccidermi?
Non avevo nessun coltello, corda o altro che potesse togliermi la vita, ed ero sprovvista di idee.
Poi l'occhio cadde nella finestra rotta, un grande pezzo di vetro era ancora rimasto attaccato, e capii che quella era l'unica arma a mia disposizione.
Andai verso la finestra ed estrassi il pezzo di vetro, toccai ogni lato di esso, era così pungente e ruvido, insomma era l'arma perfetta per me.
Iniziai a fissarla per un pò, cercando di pensare se fosse stata la scelta migliore quella di togliersi la vita, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. Allora decisi di fare tutto ad un fiato, veloce ed indolore. Alzai la manica del maglione e, con la mano tremante, infilzai la parte tagliente del vetro nelle mie vene. Il dolore era così forte, che iniziai ad urlare nella fredda notte. Il polso iniziava a perdere sangue, molto sangue, e in un attimo persi i sensi, e tutto divenne buio pesto. Nonostante questo, sentivo il sangue scorrere per tutto il braccio, convinta del fatto che presto la mia vita fosse finita.

Tre ore dopo mi risvegliai. Non sentivo nulla, nessun dolore, niente di niente. Il mio corpo era molto pallido ed emanava freddo. Ma come poteva essere? Ero ancora viva.