Vendetta part.2

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Io aspettavo solo il mio momento.

La cena terminò, e si fecero le 23:45.
I bambini iniziarono a creare un cerchio intorno all'albero, aspettando la mezzanotte per poter dare inizio ai canti di Natale, mentre tutti i compaesani guardavano con gioia quelle piccole piccole creature   sorridenti. Quel momento riempiva il cuore di gioia, ovviamente per chi l'avesse un cuore.
Ad un certo punto della serata, due compaesane si alzarono in tutta fretta, urlando allegramente di essersi scordate il dolce in cucina, e così andarono a prenderlo. Il caso volle che proprio quelle due erano le stesse streghe senza cuore che iniziarono ed invogliare tutto il gruppo ad urlarmi "mostro" e che dire, quello era proprio il mio momento di vendetta.
Aspettai che si allontanassero dalla piazza, lontano dagli sguardi indiscreti di tutti gli altri, e quando li vidi entrare nella cucina, chiusi di botto la porta dietro di me. Quelle due streghe balzarono in aria per lo spavento, e come due topolini in trappola si strinsero tra di loro al buio, tremanti come delle foglie.
《Chi c'è?..》 urlò con voce rotta dalla paura una di loro.
Nessuna risposta. Entrambe si guardavano intorno impaurite, cercando di capire cosa fosse stato a chiuderle dentro.
Poi si udì un rumore: 《miao, miao》.
Le due compaesane si guardarono in faccia e scoppiarono in una grossa risata.
《Ahaha, ma che stupide che Siamo, impaurirci per un innocuo gattino. Hahah, e pensare che per un attimo stavo quasi per credere alla storia che racconta quel vecchio pazzo di George Luke, con la sua stupida storia della maledizione di quella dannata che abbiamo ucciso tanti anni fa. Hahaha, baggianate!》disse sghignazzando.
Baggianate eh?! Uccidere una povera bambina innocente, portandola al rogo sarebbe solo una baggianata?! Adesso ve la farò vedere io!!
La più giovane di loro prese il dolce in mano ed entrambe si diressero verso la porta, quando dall'alto mi trascinai la più anziana delle due.
Il suo urlò spezzo il silenzio di quel momento.
Oh povera Ester, che brutta fine la stava aspettando.
Bridge, presa dalla paura di quelle urla, fece cadere per terra il dolce, e come un razzo scappò davanti alla porta cercando disperatamente di aprirla per andare a chiedere aiuto. La sua lotta contro la porta fu disperatamente inutile, niente l'avrebbe potuta aprire senza il mio consenso.
Quando si resa conto di ciò, si voltò verso la stanza oscura e iniziò a chiamare il mio nome, supplicando il mio perdono verso di lei e verso tutti i paesani.
Le lacrime le rigavano il volto, ed io in quel momento mi sentii invincibile.

Ricadde il silenzio, non si udì più nessun rumore, urla o voce di nessuno. Lei aspettava con paura e ansia una mia quasi "risposta".

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