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Restò immobile per lunghi istanti, fissando la Porta Rossa. Da quando era stato avviato agli studi ecclesiastici gli avevano propinato varie versioni di come potesse apparire l'Inferno, di come fosse strutturata la sua entrata, come fossero divise le sue torture, ma lui, Claude Frollo, non aveva mai creduto a nulla di tutto ciò. Nonostante tutto, egli era fermamente convinto che l'eterna dannazione risiedesse in un luogo molto simile a quello terreno e, ora, ne aveva la conferma. La cattedrale era diventata il suo limbo, la porticina davanti a lui era la volta che, una volta attraversata, l'avrebbe condotto in un pozzo di eterna dannazione. Dentro quella celletta giaceva, probabilmente addormentata, la persona che lo avrebbe condannato, lei che era coltello e ferita.

L'uomo venne attraversato da un brivido caldo, che lo scosse fin nel profondo. Pensava a quel corpicino mezzo svestito, illuminato dai morbidi raggi della luna; immaginava la sua pelle dorata sotto le mani, la propria bocca sul suo collo... Fu con quei pensieri che aprì, finalmente, quell'ultimo ostacolo che li teneva separati. La guardò con braci ardenti negli occhi, mentre il suo petto si gonfiava di una cieca lussuria. Si avvicinò piano, come un lupo con la sua ignara preda, ma lei, forse per via del suo istinto selvaggio, aprì gli occhi e lo riconobbe. Ella soffocò un gemito, ma non poté fare molto altro, poiché l'uomo le era già sopra, cingendola con le braccia, schiacciandola con il suo peso.

- Voi! Mostro, lasciatemi! -

Urlò, colpendolo con tutta la sua forza di bambina. Non poteva fargli male, ma in cuor suo ci sperava; sperava di poter accecare quegli occhi le la squadravano con lascivia, voleva graffiare quel volto che le risultava tanto disgustoso da non riuscire nemmeno a guardarlo, ma lei era sicura che quello fosse il viso di un demone. La Esmeralda tremò, bloccandosi improvvisamente quando le mani di quello sporco prete risalirono le sue gambe. Lei era bollente di rabbia, lui quasi gelato, eppure le sue mani sudavano e lei poteva sentirlo chiaramente. Gli occhi della zingara si riempirono di lacrime, le sue orecchie, invece, si riempivano dei sospiri di quello sciagurato. Non seppe nemmeno lei come, ma con una mano urtò il fischietto che Quasimodo le aveva regalato. Quello era stato un gesto dettato dalla disperazione, la ragazza non aveva nemmeno sperato di poter trovare qualcosa che l'avrebbe aiutata, ma il Fato aveva deciso di essere benevolo con lei. Si portò il gingillo alle labbra e soffiò forte. Il corpo sopra di lei venne strattonato via, dopo un primo momento di stasi, in cui si erano guardati: lei trionfante, lui inebetito.

Frollo venne lanciato lontano da lei, sbattendo con un fianco contro le travi di legno del pavimento.

- Cosa...? -

Cercò di alzarsi, ancora confuso, ma un ginocchio possente e spigoloso lo costrinse con la schiena a terra. Il bagliore di una lama saettò nell'ombra della stanza, fermandosi a pochi millimetri dalla gola del curato. Egli poteva quasi sentirne il freddo contro la carne, poteva immaginare il dolore di quando l'acciaio sarebbe penetrato nella sua gola. Una goccia di sudore gli calò sulla tempia e, proprio quando essa fermò la sua corsa, l'arcidiacono venne spinto fuori dalla stanza, accompagnato dalla voce del figlio adottivo.

- Non spargerò sangue su di lei! -

Il gobbo stava già per sferrare il colpo decisivo, ma la luce della Luna che, fortunatamente, era uscita dalla coltre di nubi, illuminò il volto del suo maestro, ancora spaventato da tutta quella furia e dal pensiero della morte imminente. Allora il ragazzo si fermò, guardandolo con il suo unico occhio e prostrandosi subito ai piedi dall'uomo.

- Perdonatemi, non sapevo. Punitemi, signore, uccidetemi. -

Fece per porgergli il coltello, ma la gitana scattò come una gatta e lo prese tra le mani, puntandolo contro l'aggressore. Lo guardava fisso negli occhi, lei, animale ora così pericoloso e fragile allo stesso tempo. Sulle sue guance arrossate c'era il segno di lacrime fresche, ma da come stringeva l'arma traspariva una certa ferocia che, al momento, Frollo non avrebbe voluto sfidare.

Si Vis Amari, AmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora