Sento le braccia tirare e piccole punture. Aspetta... voci? Come è possibile...
Apro lentamente un occhio e una forte luce mi costringe a richiuderlo.
<<Oddio, si sta svegliando!>>
<<Non ci credo... Eren!>>
Sforzo ancora una volta ad aprire le palpebre. Quello che vidi furono due volti... familiari... credo.
<<Ehi, Eren!>>
<<Amico, come stai?>>
Mi alzo e poggio la schiena nella testata di un letto...?
<<Armin... M-Mikasa...>> la voce esce roca.
<<Finalmente! Eren, come ti senti?>> sento esclamare da Armin.
''Cosa mi è successo.''
<<Dove sono?>>
Mikasa per poco non mi strangola; le lascio una leggera carezza sulla spalla.
<<Mikasa! Lascialo respirare! Sei in ospedale.>>
<<Ospedale? Come? E da quando?>>
Questa volta fu Mikasa a parlare: <<È stato uno sconosciuto a portarti qui, giusto due giorni fa. Le telecamere di video sorveglianza non sono riusciti a riprenderlo bene perché era incappucciato. E tu, dimmi. Come te li sei procurato queste ferite e lividi? Cosa ti hanno fatto? Chi devo uccidere?>> entrambi mi fissarono.
Mi sentì un po' preso dal panico:
<<I-io... non credo... di ricordare molto. Ho bisogno di riposare e mettere a posto le idee, per favore. >>
<<Ma certo>> rispose Armin guardando di sbieco Mikasa <<adesso noi ti lasciamo riposare. Intanto >> continuò trascinando via la ragazza con sé <<avvertiremo qualche dottore, vero, Mikasa?>>
<<Certo che sì. >> che sguardo a dir poco terrificante.
<<Bene, ADESSO>> quasi urlò per farla smuovere. Va bene. A volte questa ragazza mi incute paura. Non dubito del suo sentimento fraterno che prova nei miei confronti (o forse di più?) e per questo le sono grato... soprattutto dopo che è morta mia madre, lei e Armin mi sono sempre stati accanto.
<<Riprenditi presto, Eren! Manchi già a tutti a scuola, compreso a Jean!>> Pff, quella faccia di cavallo? <<Torneremo domani!>>
<<Va bene... a domani. >> e di nuovo solo.
Quanto mi sono mancati. Questi giorni sono stati davvero i più tremendi della mia vita. Cosa mi è capitato e come sono finito qu-, lascio i miei ragionamenti a metà poiché dalla porta è appena entrato un... nano? Ha un camice bianco. Oh, un dottore.
<<Bene, la bella addormentata si è svegliata a quanto vedo. >>
Simpatico. Si avvicina più a me con una cartella in mano ed ha un'andatura davvero elegante... quello che noto è semplicemente meraviglioso: dietro i suoi occhiali possiede due occhi azzurri bellissimi, quasi bianchi, inoltre ha una camicia bianca e una cravatta nera aderenti a un petto a dir poco muscoloso. I suoi capelli corvini sono rasati alla nuca e gli ricadono alcune ciocche morbide davanti agli occhi. Ha un aspetto incredibilmente sexy mentre prende in mano una penna. Il cartellino dice "L. Ackerman", però... ha lo stesso cognome di Mikasa.
<<Oi, ti sei imbambolato?>> scuoto leggermente la testa con imbarazzo tanto che le mie guance assumono delle sfumature rosse. <<Tsk, che moccioso. >> Lo vedo intendo a scrivere sulla cartella.
<<Ehm, mi scusi ma... potrei sapere quando potrò lasciare questo posto?>>
Alza un sopracciglio e mi guarda negli occhi con un'espressione scocciata. Smette di scrivere e fa il giro dall' altra parte del letto, alla mia sinistra. Inaspettatamente appoggia la sua mano nel mio braccio. Faccio un leggero salto indietro con la testa e lo vedo leggermente ghignare. Ma cosa...?
Strappa letteralmente la flebo dal mio braccio e caccio un urletto dal dolore: <<Ahi!!>> strizzo gli occhi.
<<Così impari a contenerti, moccioso impudico. >>
<<Che vuol dire?!>>
Rotea gli occhi: <<Guardati, idiota. >>
Oh. Cazzo. Mi si è alzata.
Divento un pomodoro vivente e subito copro il mio "problema" con le mani. Perché capitano sempre a me.
<<Comunque, moccioso, le tue condizioni fisiche sono stabili ma è meglio tenerti almeno questa notte sotto controllo. Domani potrai anche levarti dalle scatole. >> dimenticando il dolore precedente, sorrido un po'. Potrò tornare a casa mia, no?
Dopo aver buttato quella specie di siringa nel cestino, mi guarda, sbuffa e semplicemente se ne va.
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【My Doctor】||Ereri||
Fanfiction「Ebbene sì, Eren Jaeger (17) si ritroverà a dover subire le crudeltà che ha in riserbo il mondo contro di lui. Imparerà a sue spese che, come dice il famoso detto ''Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio."」 Buona lettura! :)