<<Finalmente>>
La sala da pranzo comprendeva un tavolo in legno lucido rettangolare, delle sedie a schienale rotondo, dei mobili che occupavano la parete di destra e di fronte, beh, era magnifico: vi erano delle finestre dalla quale si poteva scorgere il boschetto accanto la casa; un tratto di cielo notturno che dava a tutto un'atmosfera di mistero e serenità.
Ecco, io per quanto possa sembrare un ragazzo solare, a me piace molto di più la notte.
La pace e il riposo dagli stress del mattino.
La solitudine, che solitudine non è.
È l'unico momento in cui puoi lasciare correre i tuoi pensieri, sfoghi, progetti... e apprezzare per un attimo la vita.
Io mi sento libero, sereno.
La notte regala la visione della magnificenza della Terra: le stelle, il vento, l'erba, i grilli... sei tu che devi imparare a saper apprezzare le più piccole cose.Così mi sedetti in modo da tenere lo sguardo fuori.
<<Levi, perché hai messo le candele?>> domandai dopo un po'.
Si sedette a capotavola mentre versava del vino rosso sul suo calice di vetro.<<Perché prima hanno tolto la luce e, anche se è tornata, mi piaceva l'idea di cenare a lume di candela. Ti dispiace?>>
<<Cosa? No, no... anzi, è bellissimo. Grazie. >> gli sorrisi caldamente mentre un po' titubante allungavo la mia mano e l'appoggiavo sopra la sua, combacendo le nostre dita.
Aveva la mano fredda e liscia.
Così, lui, portò delicatamente la mia mano sulle sue labbra e ne baciò il dorso.<<Allora, buona cena, piccolo.>>
<<Buona cena anche a te, vecchio.>>
<<Mangia la tua pizza se non vuoi finire un' altra volta in ospedale.>> mi guardò di sbieco, prima di sorseggiare il suo vino.
Ridacchiai e notai che aveva un modo strano di tenere il bicchiere.
"Bah" pensai./////////////////////////////////
<<Beh, diciamo che me la cavo un po' in tutte, forse matematica e chimica non mi vanno tanto a genio.>>
La serata stava proseguendo tranquilla e serena.
<<A te quali materie piacciono? Cioè... >> m'imbarazzai <<piacevano... >>
Posò la forchetta sul piatto e masticò bene prima di parlare:
<<Proprio quelle che non piacciono a te >> si sbottonò i primi bottoni della camicia e non potei fare a meno di fissarlo con una sottile bava in bocca <<pero', a differenza tua, avevo voti alti in tutte le materie. Le persone ben istruite sono sempre più avvantaggiate rispetto a quelle meno acculturate, soprattutto nel lavoro. >><<Certo>> dissi assolutamente non convinto.
<<E...>> continuai mangiando, o forse sarebbe meglio dire "ingozzando" la mia fettona di pizza <<posso chiederti una cosa?>><<Prima mastica, ingoia e poi parli.>>
<<Oh, scusa >>fatto ciò, <<quanti anni hai?>>
Alzò gli occhi dal suo piatto e al tempo stesso un sopracciglio:
<<Perché vuoi saperlo?>><<Così, curiosità. >>
<<Tanti. >>
<<Eddai!>> mollai la pizza <<Dimmelo!>>
<<Te l'ho detto: ho tanti anni. Ora finisci quello che hai davanti. >> rispose gelidamente.
STAI LEGGENDO
【My Doctor】||Ereri||
Fanfiction「Ebbene sì, Eren Jaeger (17) si ritroverà a dover subire le crudeltà che ha in riserbo il mondo contro di lui. Imparerà a sue spese che, come dice il famoso detto ''Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio."」 Buona lettura! :)