Il Cristal è un hotel luminoso, ampio, costituito per lo più da immense vetrate. Il suo design è decisamente new age, ma a parer mio troppo vetro e cristallo risulta assai freddo. Tutte le persone che stanno conversando tranquillamente e con trasporto nell'imponente sala da ricevimento non la pensano come me a quanto pare.
Sono l'unica a sentirsi un pesce fuor d'acqua?
La mano di Ethan si appoggia con delicatezza alla base della mia schiena, avvicina il capo al mio viso e mi mormora piano all'orecchio: «Sicura di star bene? Sei in tensione». Mi volto ritrovandomi ad un palmo dal naso dalle sue labbra, trattengo il fiato e cerco di darmi una calmata: le parole di Alice sono state una sorta di doccia gelida quando hai quaranta di febbre, lo sguardo di Kayn uno schiaffo talmente violento da risvegliare persino Aurora e tutto il suo regno.
«Sì, scusami» riesco a dire in un soffio. Non sto bene, non dovevo comportarmi così con una bambina di cinque anni e nemmeno con suo padre. Non dovevo nemmeno accettare questo appuntamento, forse la soluzione migliore sarebbe quella di tornarsene immediatamente a Londra dai miei e ripartire in qualche altra città inglese. Magari Manchester, penso mordicchiandomi l'interno guancia.
«Vieni, seguimi» mi intima il mio capo afferrandomi saldamente per una mano. Iniziamo a farci largo tra la gente: avvocati, giudici, ereditieri, imprenditori. Tutta l'élite di Dublino è riunita qui stasera, tutti sfarzosamente in competizione a chi dona di più; non so se questa cosa mi nausea o mi fa piacere. In realtà non sto prendendo per il verso giusto questa serata, avrei preferito gustarmela con più calma magari. Senza questo turbine di pensieri che mi sta linciando il cervello.
Ethan saluta frettolosamente chi gli si para davanti, rivolge qualche cenno e alzata di mano ad altri, e finalmente ci ritroviamo sa salire una breve scalinata che conduce a delle finestre altissime totalmente in vetro. Ethan afferra una delle maniglie argentee e apre la vetrata indicandomi di uscire per prima. Ci ritroviamo su una balconata in pietra, decorata con delle colonnine in gesso sulle quali poggiano eleganti vasi di fiori. È tutto... pittoresco oserei dire. Sembra una di quelle bellissime fiabe in cui la ragazza incontra il principe azzurro, la conduce nel suo regale palazzo, affronta i genitori di lui e alla fine vissero per sempre felici e contenti.
Allora dove diavolo sta la magia del momento? Perché ho questo enorme masso premuto sul petto?
Ethan alza il capo verso il cielo e inspira a pieni polmoni l'aria serale: «Sai cosa mi manca dei brevi viaggi che faccio?» domanda spezzando il silenzio. Si incammina verso la balconata bloccandosi a pochi passi da essa, si gira e mi guarda con un sorrisetto enigmatico in faccia.
Scuoto la testa avvicinandomi. «Guardare il cielo» mormora tendendomi la mano. La fisso per qualche istante con il cuore che batte forte, come una piccola bestiola che deve decidere se fidarsi o meno dell'umano che la sta salvando.
«Nessuno ha più il tempo per guardare il celo. Viviamo al massimo della nostra velocità ogni giorno, soffermandoci solo sulle cose "importanti", ma quelle che davvero contano le perdiamo di vista fino a dimenticarcene. Ho sprecato così tanti tramonti, tante stelle e albe. Potevo vedere il mondo, cogliere il tenue scintillio di una cometa, le sfumature rossastre sulle nuvole... E invece ero in ufficio, ero in riunione, guardavo la strada» parola dopo parola il mio cuore assume un battito cardiaco più normale, la mano di Ethan carezza gentilmente la mia, il suo sorriso è un balsamo. E tutta l'agitazione, il nervosismo e l'inquietudine vengono spazzati via.
«Stasera il cielo è più bello e sai perché?»
«No» sussurro.
«Perché siamo in due a guardarlo» risponde alzando nuovamente il volto e lo imito. Niente stelle, solo le luci della città più bella d'Irlanda, eppure ha un non so che di affascinante. Dall'interno della sala iniziano a provenire delle note di piano forte, una melodia dolce, constato sospirando quasi di sollievo.

STAI LEGGENDO
Choose You?
Chick-LitUn avvocato specializzato in economia e un agente di polizia del distretto di Dublino. Uno rigido, severo e consumato dalla monotonia del suo lavoro; l'altro sfuggente e con un mistero alle spalle che gli impedisce di avere una relazione. Uno è il s...