Capitolo 5

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<<Buongiorno ragazzi. Oggi, prima di cominciare la lezione, vorrei presentarvi una nuova compagna. Puoi entrare.>> dice il professore di disegno tecnico.

Varco la soglia puntando tutto sulla mia sicurezza. Tutti mi guardano: chi scocciato, chi invidioso, chi affascinato, chi stupito.

Quel giorno dopo essermi alzata, sono corsa insieme i miei compagni verso il salotto. L'ultimo membro era a Londra. Dopo numerosi dibattiti, ho convinto gli altri ad essere inviata io sulla Terra, prendendo la missione come esperienza. In verità avevo il bisogno di scendere quaggiù. Quella dimensione è troppo per me, non mi sento un suo abitante.

<<Il mio nome è Liliana. Sono felice di fare la vostra conoscenza. Sono una studentessa italiana. Ho fatto uno scambio interscolastico con il vostro compagno Riccardo.>>

Io e Adrian, il mio accompagnatore, abbiamo deciso di iscriverci nella scuola dove è stato individuato il settimo frammento, per poterlo trovare in poco tempo così da non essere intercettati dal nemico.

Prendo posto con eleganza e grazia.

Prima di giungere qui, ho fatto molto allenamento. Quattro giorni duri. Ma, nonostante ciò, i miei poteri non si sono ancora sviluppati. Perciò i miei compagni mi hanno dato l'arco per potermi difendere o attaccare in qualche modo. Avrei sperato nelle scimitarre, ma Adrian mi ha consigliato di no, perché troppo pericolose.

Una chioma scura attira la mia attenzione. La osservo. Grazie agli insegnamenti dei miei compagni riesco a sentire l'aura delle persone.

Tutti hanno un'aura, anche gli umani. Ma la loro è bianca, quasi opaca. L'aura delle fate o dei maghi, brilla di un'intensa luce. Quella delle streghe o stregoni invece è più scura, di un colore simile al nero.

La guardo intensamente. La sua area, non è bianca, né lucente, ma nera. Cerco di mantenere la calma, tranquillizzandomi. Perché mi agito così tanto? Non può attaccarmi in presenza di umani.

È contro le regole magiche. Eh si, ho dovuto anche seguire delle lezioni basilari di magia.

Un ticchettio alla testa mi spinge a fuggire. Non è la sua aurea che mi spaventa. L'aurea di questa strega non è molto potente. Allora qual'è la causa di questo ticchettio alla testa e della sensazione di pericolo?

Passano giorni e giorni. Il settimo membro non compare e la strega sembra sparita. Il rapporto fra me e Adrian è cresciuto. Ormai c'è qualcosa fra di noi. Qualcosa piuttosto imbarazzante.

Mi reco tranquilla in classe con lo scopo di prendere lo zaino e andare in palestra.

Inoltre porto l'arco sempre con me. L'altra sera Adrian mi ha insegnato come rimpicciolire un oggetto. Abbastanza semplice come incantesimo.

Gioco con qualche ciocca di capelli, mentre salgo la scala che porta al secondo piano. Un dolore atroce mi dilania la mente. Cos'è questa sensazione? È la stessa che ho provato il primo giorno in questa scuola, la stessa che ho provato quando ho sentito quell'aurea nera troppo forte, quel ticchettio continuo volgendo lo sguardo verso la strega.

Alzo lo sguardo. La paura e il timore si espandono su tutto il mio corpo paralizzandolo.

Dei passi si fanno più vicini, accrescendo il mio dolore. Resisto mantenendomi in piedi, mentre poggio lo sguardo stupito sul ragazzo davanti ai miei occhi.
Di circa diciotto anni, dai capelli corvini, pelle olivastra, alto e dal fisico scolpito.

Avanza con passo felino ed elegante. Mi fisso sulla sua anima. Non è un umano, né un mago. È uno stregone, ma la sua aurea non è come quella della strega. È scura, molto scura, nera come il petrolio e molto più grande e forte.

Alzo il viso, sconvolto, puntandolo sullo sguardo del ragazzo. Lo scontro dei nostri occhi, mi provoca una fitta al petto. La mia ragione, consapevole che egli sia un pericolo, mi spinge a fuggire, ma il mio corpo continua a restare fermo attratto dal suo sguardo tagliente. Come si fa a resistere ai suoi occhi?

Due gemme, blu come la notte occultatrice di misteri, ladra di personalità. Due zaffiri scuri, ricchi di odio, superbia e arroganza, ma luminosi come la luna protagonista di cieli bui.

Mantengo i miei smeraldi sul suo viso, curioso, ma dopo pochi minuti sono costretta a riabassarli, poiché deboli di fronte ad uno sguardo così intenso.

Lui continua ad avvicinarsi, mentre il mio cuore pulsa incontrastato. Proprio mentre sta per andarsene, si ferma vicino a me. Cerco di controllarmi tranquillizzandomi, ma le pulsazioni aumentano.

<<Non fidarti delle persone che ti stanno accanto. Finiscono solo per tradirti.>> si allontana svanendo come un'ombra oscura.

La sua voce: una limpida e calda melodia, ma allo stesso tempo cupa e malvagia.

Mi incammino verso la classe, pensando a quel ragazzo. Afferrato lo zaino, corro verso lo spogliatoio. Guardo i ragazzi e fra quelli appartenenti alla mia classe ne trovo altri più piccoli. Fra di loro il luccichio di un'area attira la mia attenzione. Sorrido, contenta di aver trovato il settimo membro della compagnia magica.

Finita la lezione, corro verso Adam, seduto sul muretto accanto ai neri cancelli del college, e contenta, mi accoccolo fra le sue braccia. Lui, anche se stupito, mi stringe a sé.

<<Qual'è la causa di tanta gioia?>>mi chiede dolcemente.

<<Adrian l'ho trovata... ho trovato la settima fata... possiamo ritornare dagli altri. >>

Gli racconto tutto, omettendo l'incontro sulle scale. Ad ogni mia parola il suo sorriso si fa sempre più grande.

Elektra ecco il suo nome. Dai corti capelli violetti e dagli occhi azzurri è vivace, serena e chiacchierona. Sento che dentro di lei ci sia grande potere che aspetta soltanto di venir fuori.

Mi stacco dal suo abbraccio e mentre lui scende dal muretto, do un breve sguardo alla scuola, e il ghigno di quel ragazzo, mi fa sussultare. Con un brutto presentimento, costringo Adrian ad andarcene e a ritornare alla casetta affittata in questi giorni.

Non capisco cosa voglia da me. Perché quando i nostri occhi si scontrano provo un'orribile ma allo stesso tempo allettante sensazione? E perché alla sua vista il mio corpo non collabora? Cos'è che paralizza e spaventa la mia mente? Cos'è che mi manda così in confusione?

Arrivata a casa tolgo la divisa scolastica, indosso una comoda e calda tuta e mi dirigo in cucina con lo scopo di preparare la cena.

<<Liliana.>> mi giro e osservo Adrian avvicinarsi a me seduttore.

Oddio mio si sta avvicinando! Appena realizzo il pensiero imbarazzata arrossisco. Lui è accanto a me, i nostri visi così vicini da sentire il suo respiro sul mio viso. Mi sento confusa e ho le farfalle nello stomaco. Mi cinge i fianchi e mi stringe a sé.

<<Liliana, grazie per tutto ciò che...>>
Neanche il tempo di finire la frase che lo vedo avventarsi sulle mie labbra.

Il bacio, il celebre bacio che ho bramato da quando l'ho conosciuto finalmente è arrivato. Freddo e rinfrescante. Ma non mi provoca l'effetto desiderato.

Indietreggio fino a toccare con la mano la pentola che giace sul fuoco. Mi allontano di scatto e mi giro verso il lavandino. Immergo la mano nell'acqua e appena la ritraggo noto la scottatura.
<<Scusa. >> mormoro dispiaciuta.

<<No, colpa mia sono stato troppo avventato>> sussurra come ferito. Afferra la mia mano rossa per la ferita e, grazie alla sua magia e ad un piccolo incantesimo, la cura. Lo ringrazio non finendo il discorso sull'accaduto ma lasciandolo al tempo.

Ormai cenato, vado nella mia stanza e mi addormento fra le calde coperte pensando che domani rivedrò i miei compagni.

Trascendenti ~ La Foglia Cadente. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora