Capitolo 8

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Quando il vento serale iniziò a farsi sentire più insistente, Andrew si alzò in piedi sfregandosi le mani, interrompendo il silenzio venutosi a creare tra lui e la donna. Rossella lo guardò muovendo il volto nella sua direzione, osservandolo attenta: da quell'angolazione assomigliava molto ad Antony e, se non fosse stato per la cicatrice sulla guancia, avrebbe detto che erano la stessa persona. Aspettò che fosse lui a parlare, a dirle una qualsiasi cosa che fosse anche un semplice "alzati" detto in modo brusco. Aveva già azzardato molto a raggiungerlo da sola, perciò decise che non si sarebbe esposta ulteriormente. Eppure, nonostante Andrew fosse un criminale, aveva scoperto di trovarsi bene in sua compagnia e sperò che anche lui volesse passare ancora un po' di tempo con lei, prima di rientrare in casa e lasciarla in balia dei propri amici... Però, quel piccolo gesto che aveva fatto poco prima sembrava far trasparire un'altra persona.

Andrew era decisamente un mistero per lei, qualcosa che ancora non aveva sperimentato.

«Te ne intendi di whisky?» Le chiese ad un certo punto, tendendole la mano per aiutarla ad alzarsi. Rossella la guardò con stupore prima di depositarvi sopra la propria. Fu un contatto forse più prolungato del previsto, mentre si guardavano vicendevolmente negli occhi. Sembrava quasi che il tempo si fosse fermato, ma ci pensò la sirena di un battello a interromperli.

«I-io non l'ho mai bevuto» Ammise la ragazza, distogliendo subito lo sguardo e ritraendo la mano nella manica del maglione che Andrew le aveva comprato qualche ora prima.

Il ragazzo guardò verso l'alto, ammirando le soffici nuvole bianche che attraversavano il cielo tinto di sfumature già violacee.

«Mh, allora ti farò fare un giro di sotto» Le disse poi, avviandosi verso l'ingresso dello stabile dopo averle lanciato un'occhiata fugace. «E sta' tranquilla, ragazzina, non intendo approfittarmi di te... sono ancora un uomo rispettoso»

Dopo quell'affermazione la donna parve rilassarsi, anche se in cuor suo aveva già immaginato una risposta simile. Andrew non l'avrebbe toccata nemmeno con un dito se non era lei a volerlo, nemmeno dopo l'episodio avvenuto in tarda mattinata e si limitò così ad annuire e a seguirlo.

Nel frattempo, da una finestra al secondo piano, Antony li squadrò con espressione glaciale dipinta sul volto pallido, circondato dal denso fumo di una sigaretta marca Marlboro che teneva stretta tra le labbra. Il forte odore di tabacco si mescolò al pizzicorio del liquore contenuto in un bicchiere appoggiato al davanzale della finestra. Sorrise debolmente alla vista di quel quadretto, pensando a quanto fosse patetico quel cugino dal cuore tenero e senza spina dorsale che si ritrovava, ma il vero oggetto di quel sorriso fu la donna accanto a Andrew. Erano anni che non provava un desiderio così forte da costringerlo a ricorrere a un goccio di troppo per calmarsi.

Quella donna insulsa lo aveva costretto a bere. Che notizia.

Si appoggiò alla parete accanto alla finestra, guardandoli attraversare il cortile fianco a fianco.

"Presto sarai mia" pensò, immaginando il corpo nudo di Rossella avvolto dalle lenzuola del suo letto. "E non ti avrà più nessun altro"

In quel momento, qualcuno bussò alla sua porta.

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Stavano scendendo nel seminterrato ripercorrendo lo stesso corridoio di quella mattina, quando un forte odore pungente di legna bruciata le invase con prepotenza le narici, costringendola a storcere il naso. Andrew parve accorgersene e iniziò a ridacchiare.

«Sei proprio una femmina» La schernì.

Rossella tuttavia non gli diede peso e continuò a camminargli dietro con sguardo impassibile. In realtà, tutti i suoi sensi erano in allerta, per paura che quell'uomo la stesse trascinando nello scantinato solo per coinvolgerla in uno scherzo di cattivo gusto organizzato dagli altri suoi compagni.

L'odore pungente del legno neroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora