Capitolo 9

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Salì i gradini del portico seguita da Will. Presi le chiavi di casa dalla borsa e aprì velocemente la serratura.

"Vuoi qualcosa da mangiare?" Gli chiesi mentre sistemavo i miei acquisti sul tavolino.

Lui scosse la testa, quindi lo invitai a sedersi sul divano. Presi posto sulla poltrona davanti a lui per poterlo guardare mentre parlavamo.

"Di cosa vuoi parlare?" Gli domandai gesticolando.
Si passò le mani fra i capelli e rise nervosamente.
"Non è ovvio?" Riprese il tono da sbruffone che aveva assunto a mensa il giorno prima.
Alzai gli occhi al cielo e sospirai rumorosamente.
"Senti se sei qui per litigare o per dirmi di abortire puoi pure andartene" gli indicai con il dito indice la porta d'ingresso.

Portò le mani davanti al suo busto.
"Ehi, calma biondina... vengo in pace" si rilassò sul divano.
Scossi la testa e mi resi conto che non avrei dovuto invitarlo ad entrare.
Lo volevo fuori da casa mia, e subito.

"Passa al punto" dissi con voce pacata.
Corrugò la fronte e alzò impercettibilmente un sopracciglio.
"Non credo di essere pronto per il ruolo di padre" confessò guardandomi negli occhi. "Ma sarò disposto a darti tutti i supporti finanziari del quale avrai bisogno" assottigliai gli occhi e lo incenerì mentalmente.
Tossì teatralmente per nascondere il disappunto di quelle parole.
"I soldi non mi mancano" affermati decisa.
Mi alzai e iniziai a sistemare in modo superficiale il salotto, non preoccupandomi minimamente della presenza di Will.
"Puoi pure andare" dissi senza nemmeno guardarlo.
Lo sentì sospirare.
"Dammi qualche giorno per riflettere, per favore" mi pregò
Mi voltai di scatto e iniziai a ridere nervosamente.
Al signorino serviva qualche giorno per riflettere, mentre io ero totalmente incastrata in questa storia.
Gli tirai addosso un cuscino.
"Certo tesoro, hai tutto il tempo che vuoi! Che ne dici di prenderti una vacanza di qualche mese per prendere questa decisione importante?" Esclamai ironicamente.
Questa volta fu lui ad alzare gli occhi al cielo.
"Non è facile, okay?" Si alzò in piedi e iniziò a girare per la stanza.
"Lo so che non è facile Will!" Strillai con voce un po' troppo alta.
"Ci sto passando anche io, ma sto imparando ad accettarlo, mentre tu nemmeno ci provi" mi lamentai.
In tutta risposta, guardò l'orologio e si avvicinò alla porta.
"Penso che sia ora che io vada"
Quando la conversazione si faceva pesante, lui prendeva le sue cose e se ne andava.

Istintivamente presi la borsa, la quale conteneva il primo body di nostro voglio. Gliela porsi.
"Potrebbe aiutarti a pensare" mi girai senza nemmeno aspettare una sua risposta e andai dritta in camera mia.
'Fanculo Will Scott

Accesi il computer, controllai le notifiche di Twitter, Facebook e Wattpad.
Successivamente, decisi di contattare una neo-mamma per chiederle consiglio.

Dopo una buona ora di ricerche, trovai il profilo Facebook di una ragazza della mia stessa età, la quale abitava appena fuori da Baltimora.
Sarah Smith.
Era al settimo mese di gravidanza, questo voleva dire che era più esperta di me, quindi decisi di scriverle.

Mi rispose quasi subito. Si dimostrò molto gentile e propensa ad ascoltare la mia storia.
Decisimo di incontrarci all'Olimpo il giorno successivo.
Tirai un sospiro di sollievo e mi stesi sul letto.

***

Andai a sedermi in un tavolo rotondo in parte alle vetrate.
Mi chiesi come avrei fatto a riconoscere Sarah in mezzo a tutte quelle persone, ma la risposta fu immediata: era l'unica diciassettenne incinta.

Ero in anticipo, come al solito del resto. Per far passare il tempo, presi il foglio che elencava tutte le specialità della casa, e lo lessi velocemente.
Come se non le sapessi già a menoria, pensai fra me e me.

Presi il telefono dalla tasca della felpa, ma non avevo alcun messaggio, quindi lo riposi sul tavolo.

La campanellina all'ingresso suonò e una ragazza alta, con i capelli neri e i lineamenti che mi ricordavano quelli di un gatto, fece la sua entrata.
Nonostante fosse solo al settimo mese, la sua pancia era davvero enorme.

Sventolai una mano in aria e le sorrisi.
Mi riconobbe subito, quindi avanzò sicura verso di me.
Non si curò delle occhiattacce che le lanciava la gente mentre passava, forse ci era abituata.

Posò la sua borsa a terra e si sedette davanti a me.
"Grazie di essere venuta" le sorrisi riconoscente.
"Grazie a te per avermi invitata" ricambiò il gesto. "Mi consigli qualcosa da prendere?" Continuò lei guardandosi in giro.
Annuì.
"La cioccolata qui è davvero buonissima" le confidai.
"Io vado matta per il cioccolato" esclamò portandosi una mano alla pancia.

La cameriera venne a ritirare le nostre ordinazioni, ci ringraziò e se ne andò.

"È maschio o femmina?" Presi coraggio.
Guardò il feto e spostò l'attenzione su di me.
"È un maschietto" battè le mani entusiasta.
"Hai già scelto il nome?" Ruppi il ghiaccio.
Scosse la testa indecisa
"Io vorrei chiamarlo Andrew, ma a Matt non piace." Fece una smorfia "altrimenti.. Jacob o Luke"

"Amo il nome Luke!" Esclamai.
Lei annuì.
"Si, penso che sia quello più probabile" mi confessò.

Le nostre cioccolata calda arrivarono, interrompendo la nostra conversazione.

Ringraziammo cortesemente Olivia e iniziammo a sorseggiare la nostra bevanda.

"A che settimana sei?" Feci due calcoli per non sembrare impreparata.
"Quinta, o sesta?" Dissi incerta.
"Sei già andata da un ginecologo?" Scossi la testa, cavolo sembravo davvero impreparata su tutto.
"Devo prendere appuntamento questo pomeriggio" la rassicurai. Non volevo sembrare una mamma menefreghista, soprattutto davanti a Sarah.
"Tranquilla, anche io c' ho messo un po' per rendermi conto di essere davvero incinta" mi tocco la mano. Le sorrisi.
"Matt è il tuo fidanzato?" corrugò la fronte e mosse la testa in un modo incomprensibile.
"Ni?" Questo mi fece comprendere che non ero l'unica con una situazione alquanto incerta.
La guardai negli occhi aspettando che iniziasse a parlare.
"Diciamo che non siamo mai stati realmente insieme... anche se io credevo di si" mi confessò. "Ero solo una delle tante ragazze che usava per i suoi benefici, poi però sono rimasta incinta..." continuò senza indugiare "ora è cambiato, dice di amarmi, ma non so se credergli"concluse con sguardo sognante.
Si capiva benissimo che lei lo amava. Forse anche Sarah, qualche mese fa stava vivendo la mia stessa situazione.

"Tu e il padre del bambino, invece state insieme?" Ricambiò la domanda.
Scossi a testa. Spostai l'attenzione su di lei, la quale mi invitava a parlare.
"Decisamente no. È stato uno sbaglio andare a letto con lui, ma ero sotto l'effetto dell'alcol." Buttai fuori tutto di getto "inoltre, Will è uno stronzo patentato. Gli importa solo di se stesso"
Immersi un biscotto nella cioccolata.
"Anche Matt era così, ora è cambiato. Magari anche Will cambierà" Will non voleva finire nei guai. E non voleva maturare.
Era impossibile cambiarlo, non avevo nemmeno infezione di provarci.

Mai più come primaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora