Capitolo 2

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Con cautela aprii la portiera, stando attenta a non colpire la macchina vicino a quella a cui avevamo parcheggiato.
Mi strinsi e con fatica uscii dal veicoli senza provocare alcun danno.

La musica si poteva sentire anche dal parcheggio, quando mi girai feci un passo indietro e sgranai gli occhi.
La casa di Will era davvero grandissima: occupava tutta la collina sulla quale era situata ed era costeggiata da un'enorme piscina.

Avanzai con cautela verso la dimora e mi maledissi mentalmente per non aver messo dei pantaloni più lunghi e una maglia più pesante.

Drake e Adam erano già stati ad una festa del genere, così per la strada ci avevano fatto miglioni di raccomandazioni su come comportarci.

Lo squillo di un telefono attirò l'attenzione di tutto il gruppo. Ci voltammo verso Drake che sfilò il telefono dalla tasca davanti dei jeans.
"Cazzo!" Sussurrò leggendo qualcosa dal display.
In seguito portò l'attenzione verso di noi e arricciò il naso. Segno che qualcosa lo innervosiva.
"Il mio ragazzo non viene, non sta molto bene" annuimmo silenziosamente e continuammo sulla nostra strada.

Quando fummo dentro, trovammo la stessa situazione che chiunque troverebbe se andasse ad una festa di adolescenti arrapati e ubiachi: musica che ti spaccava i timpani, persone che si struschiavano a vicenda, alcol versato sul pavimento, tavoli pieni di bicchieri di plastica rovesciati e un forte odore di erba mischiato a sudore.

Lindsay ed io ci dirigemmo sui divanetti rossi che erano al centro della sala, mentre gli altri tre si buttarono in pista.

Poco dopo sentì qualcuno toccarmi la spalla, mi girai per vedere chi fosse e incontrai lo sguardo severo di Cole, mio fratello.
Mi alzai velocemente e avvicinai il mio orecchio alla sua bocca per capire cosa volesse.

"Che cazzo ci fai qui?" Domandò sopra la musica.
Alzai gli occhi al cielo.
"Sono al secondo anno, di conseguenza sono stata invitata alla festa" mi prese per il braccio e mi avvicinò ancora di più a lui.
"Avresti dovuto restare a casa, sei ancora troppo piccola per queste cose" mi liberai dalla sua presa e lo guardai male.
"Ho 16 anni, Cole! Sai perfettamente che pure tu facevi queste cose l'anno scorso"
In tutta risposta lui si voltò e andò a parlare con una bionda a pochi metri da me.

Sei ancora troppo piccola per avere un ragazzo...

Iniziarono a invadermi la testa tutte le volte che mi aveva sgridato, rinfacciandomi la mia età.

Sei ancora troppo piccola per uscire con me e i miei amici..

Nonostante avesse solamente un anno in più di me era iper protettivo e mi vietava di fare un sacco di cose.

Sei ancora troppo piccola per capire queste cose..

Mi avvicinai al tavolo degli alcolici

Sei ancora troppo piccola per poter prendere la patente..

Presi un bicchiere di carta qualsiasi

Sei ancora troppo piccola per andare in moto..

Versai il primo alcolico che mi capitava fra le mani dentro il bicchiere

Sei ancora troppo piccola per queste cose..

Portai il liquido alla bocca e lo bevvi tutto d'un fiato.
Senza pensarci troppo continuai a bere per togliermi dalla testa la fastidiosissima voce di mio fratello che persisteva a tormentarmi come quelle canzoni che canti per giorni.

L'ultimo ricordo che ho di quella serata è il sorriso, all'apparenza innocente, di Will che mi portò a fare il peggior sbaglio che potessi compiere nei miei 16 anni di vita.

***

"Audrey..." sentì sussurrare.
Successivamente qualcuno mi scosse gentilmente la spalla.
"Audrey svegliati" aprì gli occhi e mi misi seduta.
Un gran mal di testa scosse tutto il mio corpo facendomi portare le dita sulle tempie. Mi guardai intorno notando che era tutto buio.
Mi agitai appena notai di non essere nel mio letto.
Accanto a me, in piedi, c'erano Linday e Juliet che mi guardavano sorprese e preoccupate.
Non capivo che stesse succedendo e nemmeno come fossi finita in quella situazione.
"Che diamine hai fatto?" Chiese Juls mentre fissava qualcosa dietro mi me.
Mi voltai ignorando le fitte alla festa. Il mio cuore perse un battito. Will era sdraiato in parte a me a petto nudo.
Diedi un'occhiata veloce al mio corpo constatando che i miei vestiti erano stati sostituiti dalla camicia del ragazzo.
Momenti di panico mi pervasero, con uno scatto mi alzai in piedi, iniziai a raccogliere i miei capi d'abbigliamento da terra e li indossavo freneticamente.

"Non è possibile" biascicai mentre prendevo la camicia di Will da terra.

"Sono le 2 e mezza di notte, ne parleremo più tardi" ci propose Linds.
Acconsentimmo entrambe e insieme sgattaiolammo fuori dalla stanza.
La musica, non aveva smesso di animare la villa e fra me e me mi chiesi come avevo fatto ad addormentarmi nonostante tutto quel casino.

Durante il tragitto verso casa non proferì parola a causa dell'imbarazzo.
Iniziai a sperare con tutta me stessa che Will fosse talmente ubriaco da non ricordare più ciò che era accaduto quella sera.

Tirai un sospiro di sollievo appena vidi che la macchina dei miei non era nel vialetto, così potei entrare in casa senza preoccuparmi della puzza di alcol sui miei vestiti e della mia faccia stravolta.

Presi il telefono dalla tasca e aprii il messaggio che mi aveva mandato mia madre un ora e mezza prima.

Audrey, io e tuo padre abbiamo deciso di fermarci nell'hotel della Spa sta notte. Mi raccomando, non fare tardi e comportati bene.
Buona notte
Mamma.

Per il loro anniversario, i miei genitori, avevano deciso di andare in un centro benessere da soli. La fortuna volle che ricadesse proprio la stessa sera della festa, così io e Cole non avremmo avuto un coprifuoco.

Corsi in bagno e mi spogliai, buttando la camicia di Will e i miei vestiti a lavare.

Mi infilai in doccia e inizia a piangere.
Non potevo essere stata cosi stupida da aver perso la mia innocenza senza nemmeno esserne consapevole.
Mi odiavo. Odiavo Will. Odiavo mio fratello. Odiavo i miei amici. E odiavo i miei genitori.
Piansi ancora più forte perché in fondo sapevo che non era affatto colpa loro, ma solo mia.

Dopo circa 20 minuti avevo finito le lacrime e l'acqua calda.
Spensi il getto d'acqua e mi affrettai a coprire il mio corpo con un asciugamano.
Non volevo assolutamente vedere il mio corpo nudo.
Guardai la mia immagine riflessa allo specchio. Gli occhi erano gonfi, rossi e accompagnati da delle occhiaie violacee.
Sul collo avevo un succhiotto parecchio visibile. I capelli gocciolavano sul mio viso e sulle spalle.

Corsi in camera mia e mi misi il pigiama, poi andai a letto senza nemmeno asciugarmi i capelli.

Mi addormentai solo dopo aver sentito la porta di casa sbattere, segno che Cole era rientrato a casa.




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