Nuovo collega

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Ormai sono passati due anni da quando Juuzou e gli altri investigatori hanno combattuto contro il gufo. Dopo quel giorno non ci siamo separati neanche per un istante, perché ora sono diventata anche io un investigatore. Per ora sono un seconda classe e Juuzou è il mio capo. Già, il mio capo.
Sono cambiate un po' di cose in questi due anni e ne sono successe altrettante.
Tanto per cominciare Juuzou è diventato un associato alla classe speciale e il capo di una squadra, cioè, appunto, la Squadra Suzuya, di cui faccio parte anche io. Si è tinto i capelli di nero e veste principalmente di nero. Le forme che crea sulla sua pelle col filo rosso sono cambiate un po', non sono più croci. È diventato più serio e responsabile, soprattutto sul lavoro.
Si impegna al massimo.
So benissimo che lo fa per il signor Shinohara.
Non ne parliamo mai, ma so quanto gli manchi. Spesso andiamo in ospedale a trovarlo e a volte mi fermo a parlarci.
Alcuni dottori dicono che è inutile, che non può sentirmi, ma a me non importa. Secondo me lui è ancora lì, quindi mi rifiuto di credere che non mi senta. Gli racconto quello che succede, quello che fa Juuzou, sia al lavoro sia a casa. Le prime volte facevo veramente fatica ad entrare nella stanza. Mi saliva una rabbia tale da impedirmi di parlare, perché mi veniva da piangere. Col tempo la rabbia si è tramutata in tristezza.
Ora è rimasto solo un po' di dolore. Solo un po'...
Io e Juuzou ora viviamo insieme in un piccolo appartamento vicino ad un parco. C'è la cucina, un piccolo salone, la nostra camera da letto e due bagni.
Non è stato facile ricominciare, ma alla fine ci siamo riusciti e credo di poter dire che ora siamo felici. Abbiamo trovato un modo per usare la protesi di Juuzou a suo vantaggio, infatti ci nasconde i coltelli. Preferisco di gran lunga che li tenga lì, invece che sotto la camicia. Quando abbiamo tempo andiamo ancora al parco ,o allo zoo, o a prendere un gelato insieme. Juuzou è cambiato un po', ma è diventato una persona migliore, e questo mi rende felice.
Continua a canticchiare, a mangiare tanti dolci, a divertirsi quando uccide i ghoul, quindi è rimasto sé stesso. Stare insieme ci fa stare bene e siamo entrambi convinti del fatto che staremo insieme per sempre, o come dice Juuzou "Finché uno di noi due non morirà ".
Finché lo dice ridendo mi sta bene (più o meno), anche perché credo che sia difficile che un ghoul ci uccida, soprattutto se combattiamo insieme. Juuzou è fortissimo e non ha mai perso una battaglia contro un ghoul. Io non sono neanche lontanamente al suo livello, ma anche io non ho mai perso uno scontro, almeno fino ad ora, e se continuo così, sarà difficile che un ghoul mi uccida... Almeno lo spero.
Per quanto riguarda la nostra "relazione sentimentale" abbiamo deciso di essere definiti "fidanzati". Ora mi spiego.
Molte persone, molto spesso, facevano domande e si facevano idee strane, visto che non era una situazione molto comune la nostra. Un ragazzo di 22 anni e una ragazza di 19 anni che lavorano insieme, che abitano insieme da quasi due anni; lei che rifiuta tutti i ragazzi che le chiedono di uscire, lui che sembra non conoscere altre creature di sesso femminile all'infuori della sua coinquilina e collega; per evitare di stare sempre lì a cercare di evitare domande imbarazzanti e spiegazioni lunghe e mooooolto personali, abbiamo deciso che, se qualcuno ce lo dovesse chiedere, noi siamo fidanzati. Devo ammettere che all'inizio è stato un po' strano dirlo,ma ora ci siamo abituati entrambi e devo dire che la cosa non mi dispiace per niente.
E poi in questo modo le cose sono un po' più semplici.

Lo capisco anche che le persone che ci vedono insieme siano confuse.
Visti da fuori possiamo sembrare tante cose.
Abbiamo molta confidenza, scherziamo, ridiamo, siamo affettuosi, a volte comunichiamo con gesti o smorfie, quindi è chiaro che non siamo dei semplici amici e che abbiamo un rapporto molto stretto, e non biasimo quelli che ci hanno giudicato senza sapere nulla di noi.
O almeno non li biasimo troppo.

Alcuni ci chiamano "gli amanti dei coltelli" o semplicemente "i coltelli", perché entrambi li usiamo molto spesso per combattere.

Almeno un paio di volte ho seriamente avuto paura di perderlo e, non credevo avrei mai detto una cosa così sdolcinata e banale, ma ora so che niente e nessuno è in grado di separarci.

                      °*°*°*°*°*°*°*°

-Juuzou basta col gelato! Lasciamene un po'!-
-Se lo ricompri te ne lascio un po', altrimenti me lo mangio tutto io!-
-Lo sai che lo ricomprerò... -
-Allora tieni.-
Dopo qualche sgridata e un piccolo compromesso,Juuzou mi passa la vaschetta di gelato sorridendo.
Come tutti i venerdì siamo andati a fare una passeggiata al parco e una volta tornati a casa abbiamo cenato con il gelato. Non litighiamo mai, ma quando si tratta di dolci, nessuno dei due si tira indietro e finiamo per avere battibecchi come questo.
Siamo seduti sul divano, coi piedi poggiati sul piccolo tavolo davanti a noi. La nostra pesante coperta ci copre le gambe e i piedi. Io e Juuzou stiamo condividendo tre cose insieme: il divano, la coperta e la vaschetta di gelato. Entrambi siamo concentrati sulla televisione e tiriamo su i cucchiai automaticamente, senza abbassare lo sguardo. Ad un tratto mi rendo conto che sul cucchiaio non c'è più gelato. Abbasso lo sguardo e lo stesso fa Juuzou, forse per il mio stesso motivo. La vaschetta è ormai vuota.
-È finito.- dice Juuzou con aria delusa.
-Che tristezza.- dico io con aria altrettanto delusa.
Alziamo entrambi la testa e quando vediamo le nostre espressioni scoppiamo a ridere.
Per un po' si sentono solo le nostre risate, e la televisione in sottofondo.
-Avevi un'espressione così buffa, Mitsuha!-
-Non hai visto la tua!- dico cercando di smettere di ridere.
Dopo qualche istante il mio telefono comincia a squillare. Juuzou si alza e va in cucina a prenderlo. Me lo passa mentre mi asciugo le lacrime. Dopo essere tornata quasi del tutto seria rispondo al numero sconosciuto.
-Pronto?-
-Mitsuha?-
-Sì, chi è?-
-Non mi riconosci? Sono Tesshy.-
-Ah, sei tu. Ma con quale telefono mi stai chiamando? -
-È sempre il mio, ho cambiato numero. -
-Ah, ho capito. Come va? Tutto bene? -
-Sì, ti ho chiamata per dirti che da lunedì saremo colleghi! -
-Cosa intendi? -
-Non farò parte della squadra Suzuya come te, ma lavoreremo nella stessa circoscrizione! -
-Ti hanno trasferito allora! Sono contenta! Così conoscerai meglio Juuzou.-
Mi giro a guardare Juuzou, che sta ancora osservando il fondo vuoto della vaschetta con sguardo deluso. Mi scappa una risata.
-Perché ridi? È sempre lui, vero? -
-Sì, è per lui. -
-Quindi state ancora... Sì, insomma... "Insieme"? -
-L'ultima volta che io e te ci siamo sentiti è stato meno di una settimana fa e stavamo insieme, pensi che nel giro di qualche giorno possa cambiare qualcosa?-
-No infatti... - dice quasi con un pizzico di tristezza o rabbia, non riesco a capirlo.
Tesshy non ha mai accettato completamente la mia relazione con Juuzou,anche se non mi ha mai spiegato bene perché.
Decido di non fare caso al suo tono di voce.
-Allora ci vediamo lunedì al lavoro, ok?- dico io.
-Sì, a lunedì. Ciao Mitsuha.-
-Ciao Tesshy. -
Chiudo la telefonata e poso il telefono sul tavolo.
-Voleva dirmi che -
-Che da lunedì sarete colleghi, ho sentito.- Juuzou completa la mia frase con amarezza.
-Che c'è?-
-Lo sai... -
-Sì, lo so che non vi state tanto simpatici ma forse cambierete idea.-
-Se lo dici tu... -
-Smettila di fissare quel coso! -dico ridendo e togliendogli la vaschetta dalle mani.
Corro in cucina a buttarla.
-Ma io ne voglio ancoraaaaaa!- urla lui dal salone.
-Per stasera basta cosiiiiiiií!- urlo io imitando il suo tono di voce.
Con lui in casa non ci si annoia mai.

Un angelo coi coltelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora