Non lasciarmi sola

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La mattina seguente il signor Shinohara venne in accademia a riprendere Juuzou. Era strano, non sembrava tranquillo come il suo solito. Li stavo accompagnando verso la macchina.
-Signor Shinohara, va tutto bene? Mi sembra... pensieroso... -
-Ah, davvero?  È solo il lavoro... -
-È preoccupato? -
Dalla sua espressione capii che non sapeva cosa rispondere.
-Mi scusi, non voglio essere indiscreta. È la prima volta che la vedo così... -
-Non preoccuparti, non sei indiscreta. Il CCG si sta organizzando... Per abbattere il Gufo. -
-Il Gufo da un occhio solo?! -
-Già... -
-Sarà pericoloso... -
-Deve essere così forte! E poi è coooosí grande! Mi emoziono solo a pensarci! -
Juuzou decise di entrare nella conversazione solo in quel momento. Come sempre, trovava un modo per stupirmi. "Non ha nemmeno un po' di paura... Del resto si tratta di Juuzou... "
-Combatterai anche tu? -chiesi guardandolo.
-Certo che sì! -rispose lui, offeso dalla mia domanda, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Temo che... Saremmo tutti costretti a combattere... - disse Shinohara con un tono particolarmente triste. Ecco perché era così preoccupato...
-Si sa già quando combatterete? -chiesi.
-Ancora no. - mi rispose Shinohara.
-Se vuoi Mitsuha, ti avviserò appena me lo faranno sapere... -disse dopo qualche secondo, evidentemente capendo dalla mia espressione che stavo iniziando a preoccuparmi... sia per Juuzou che per lui.
-La ringrazio.- dissi tentando di sorridere.
Arrivammo al parcheggio e ci salutammo. Ormai con Juuzou avevo abbastanza confidenza e il nostro saluto ufficiale era diventato "il bacetto sulla guancia", come gli piaceva chiamarlo.
Non sapevo se Juuzou avesse seguito tutta la conversazione, visto che aveva canticchiato per tutto il tempo. "Non penso si renda conto del pericolo a cui vanno incontro... O di quanto Shinohara possa essere preoccupato per lui... E, da ora, può aggiungere anche me tra quelli preoccupati per lui... Figuriamoci se se ne accorge.. Non gli passerà neanche per l'anticamera del cervello. Lui vuole solo divertirsi, anche in combattimento... "

Due giorni dopo Shinohara mi chiamò e mi disse che avrebbero combattuto tre giorni dopo. Furono senza dubbio i giorni più lunghi della mia vita. Non avevo mai avuto tanta ansia e tanta paura, il tempo sembrava non passare mai. Cercavo di tenermi impegnata, di passare del tempo con Rin, Tesshy e Makoto, di non pensare. Non credevo che sarebbe stato così difficile, per una come me, distrarsi. Come se non bastasse, Juuzou era quasi sempre impegnato al lavoro, come quasi tutti gli investigatori, e lo vidi molto poco in quei tre giorni. Ma come tutte le cose, anche quell'attesa, finì.
Quella mattina mi svegliai di soprassalto, per paura che fosse troppo tardi. Presi il telefono e diedi un'occhiata al display. Erano le sei. Era effettivamente troppo presto ma, sapendo che non sarei più riuscita ad addormentarmi, mi alzai e mi vestii. Rimasi sdraiata sul letto con il telefono in mano per circa un'ora. Alle sette la sveglia sul telefono di Rin squillò. Quando si voltò e mi vide già pronta rimase stupita, ma con un'espressione un po' confusa sul volto. Quando si ricordò che giorno fosse cambiò espressione.

Le lezioni sembrarono più noiose del solito e interminabili. Da una parte non vedevo l'ora che finissero per andare a salutare Juuzou, dall'altra desideravo che il tempo si fermasse, per impedire la battaglia che si sarebbe svolta qualche ora dopo.
Fui la prima ad uscire dall'aula e andai di corsa alla fermata dell'autobus. Rin, Makoto e Tesshy sapevano tutto e avevo chiesto loro di lasciarmi andare da sola. Scesi alla fermata più vicina alla sede della CCG e a passo molto veloce raggiunsi l'edificio. Appena entrai vidi il signor Shinohara; mi stava aspettando. Dopo esserci salutati prendemmo l'ascensore e ci fermammo al terzo piano. Shinohara mi indicò uno degli uffici e mi disse che lì c'era Juuzou. Andai verso la porta chiusa e bussai.
-Sì?-
Aprii la porta ed entrai.
-Sono io. -
-Mitsuha! Sei venuta! -
Se ne stava seduto su una sedia con le rotelle sotto. Quando mi vide si alzò.
-Certo che sono venuta. -dissi sorridendo e avvicinandomi a lui.
-Come stai? - chiesi.
-Bene. Tu? -
-Diciamo che... Sono stata meglio. - dissi sedendomi su una delle sedie.
-Ma hai dormito stanotte? Sei meno carina del solito. -mi disse col suo solito modo di fare, risedendosi a sua volta, ma cambiando sedia.
-Ti ringrazio. - risposi sarcastica.
-Non ho dormito molto... - dissi poi.
Non so per quale motivo, ma ci furono diversi attimi di silenzio. Juuzou giocherellava con le cuciture sul braccio, ma non sorrideva, e io non sapevo cosa dire.
-Mitsuha. -
-Mh? -
-Tu sei venuta a salutarmi perché pensi che io morirò, vero? -
Mi si gelò il sangue all'istante. Quando capii di aver sentito perfettamente le sue parole, pensai a che cosa avrei potuto dire. Impiegai qualche secondo a rispondere.
-Ma che dici?! Non sono qui per questo. Sono solo un po' in ansia...-
-Perché? -
-Perché sono preoccupata per te... -
-Perché? -
Lo guardai negli occhi per qualche secondo.
-Cosa c'è che non va, Juuzou? Mi devi dire qualcosa? -
Abbassò lo sguardo.
-Non voglio che tu stia male per me. Io non provo dolore, sai? E se muoio non succede niente. Non devi essere preoccupata. -
Io pensavo che non si sarebbe minimamente preoccupato di nulla, invece si stava preoccupando per me. Sentendo quelle parole, per un motivo a me sconosciuto, mi venne da piangere. Forse per la tensione, forse per il modo in cui l'aveva detto, forse perché avevo davvero paura che morisse. Avevo davvero paura di rimanere sola. Di nuovo. Cercai di trattenere le lacrime, ma lui se ne accorse.
-Non devi piangere. - mi disse avvicinandosi con la sedia e mettendo le mani sulle mie ginocchia.
-Scusami. Sono solo un'egoista. Invece di tranquillizzarti, ti faccio preoccupare per me. -
-Ma io sono tranquillo. Sono proprio felice! Non vedo l'ora di combattere! -
-Lo so. - dissi sorridendo. Il suo dolce sorriso stava per farmi cedere.
Solo in quel momento mi resi conto di non sapere veramente perché fossi lì. Non sapevo cosa dirgli. Non ero andata lì per dirgli addio, no cazzo, sapevo che non sarebbe... che sarebbe sopravvissuto. Però la paura di perderlo era così forte che il mio cervello si era annebbiato. Ero andata lì per salutarlo un'ultima volta nel caso fosse stata l'ultima, ma anche per dargli un "in bocca al lupo" prima della battaglia. Guardando il suo dolce viso e pensando che ci fosse anche solo una remota possibilità di non rivederlo più, mi si gelò il sangue. Trattenni a stento le lacrime.
Juuzou mi guardava, senza sapere cosa fare.
-Mitsuha? Io sono ancora qui. - disse, quasi leggendomi nel pensiero. Lo abbracciai con tutta la forza che avevo. Avevo bisogno di quell'abbraccio più di ogni altra cosa al mondo.
-Juuzou... Mentre combatti, non devi pensare a me che piango o che sono preoccupata. Non devi proprio pensare... Cerca solo di... Di divertirti, ok? Io starò bene. -
Feci una piccola pausa.
-Però ricordati che ti voglio tanto bene, capito? Non posso perdere anche te. -dissi, quasi con un filo di voce. Lui capì ogni mia parola. Sentii la sua testa muoversi, mimando un "sí". Mi strinse più forte e mi accarezzò la nuca.
-Ti voglio tanto bene anche io. -
-Solo... Non lasciarmi sola, ti prego. -dissi stringendolo ancora più forte.
-Non ti lascerei mai sola, Mitsuha. -
Dopo diversi secondi qualcuno bussò alla porta.
-Sono io. -
Era la voce del signor Shinohara.
-Entri pure. - dissi stropicciandomi gli occhi e sciogliendomi dall'abbraccio.
-Dovremmo andare... - gli disse Shinohara.
Senza dire nulla, sia io che Juuzou ci alzammo. Io e il signor Shinohara ci guardammo per qualche secondo.
-Posso abbracciarla?- gli chiesi.
-Certo, Mitsuha. - disse aprendo le braccia. Juuzou non aveva ancora lasciato la mia mano. E non la lasciò neanche mentre stavo abbracciando Shinohara.
-Andiamo, Juuzou? -gli chiese lui.
-Mh mh. -
-Ciao, birbantello. -gli dissi sorridendo. Mi diede un bacio sulla guancia e mi lasciò la mano. Li seguii con lo sguardo finché non sparirono nell'ascensore.
"È stata la prima volta in cui qualcuno mi abbia detto seriamente che mi vuole bene, dopo tanto tempo... Chissà se Juuzou lo ha già detto a qualcuno in passato... Anche se mi piacerebbe pensare di essere stata la prima... ". Tornai in accademia, con una nuova e spiccata tristezza. Non ero per niente tranquilla. Sentivo che sarebbe successo qualcosa di brutto, ma speravo con tutta me stessa di avere torto. Anche se il mio sesto senso non sbagliava mai.

Un angelo coi coltelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora