Un angelo coi coltelli

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-Mitsuha, sei imbarazzata?- chiede guardandomi da dietro la frangetta, che gli copre un pò gli occhi.
"Voglio solo essere sincera. Voglio dirti tutto quello che sento."
-Sì. E tanto. Sono stata una stupida a non capire cosa stava succedendo e a non capire che avevi ragione...È stato così strano...Io l'ho sempre saputo che sei una brava persona,però sapere quelle cose...-
-Quali cose?- mi chiede inclinando leggermente la testa di lato.
Comincio a innervosirmi e a gesticolare, mentre mi siedo sul letto.
-Tu non mi hai detto che Tesshy ti aveva detto quelle cose perché non volevi che io scegliessi te solo per difenderti. Ti sei fidato di me e hai pensato alla mia felicità, anche se significava perdermi e...lasciarmi andare...-
Mi sento improvvisamente debole, come se stessi per rivelargli un segreto importante, come se stessi per rompere la mia corazza di ghiaccio.
-Tu hai pensato a me...sei stato gentile e dolce e altruista. Non credo che io avrei avuto il coraggio di farlo.- dico con voce tremante, sorprendendo anche me stessa.
Juuzou si avvicina e mi prende le mani.
-Mitsuha, cos'hai?-
-Io non sono buona come te. Se un giorno arrivasse una ragazza a dirmi che ti vuole tutto per lei e che ti vuole rendere felice, io non avrei il coraggio di lasciarti scegliere.- dico, senza accorgermi che due lacrime hanno solcato le mie guance. Juuzou mi osserva preoccupato e confuso. Voglio che capisca.
-Io non sono buona. Io sono egoista. Io ti avrei detto di non pensarci neanche e di rimanere con me. Ti avrei obbligato a scegliere me.-
Il mio ghiaccio si sta sciogliendo.
-Perché io sono debole. Sono debole senza di te. Non volevo dipendere da nessuno, ma non posso farne a meno. Non sarei in grado di lasciarti andare. Non sono in grado. Di stare senza di te. Sono un'egoista. Non posso neanche pensare di fare quello che hai fatto tu. Anche se farti rimanere con me significherebbe renderti infelice, me ne pentirei solo dopo.- dico tra un singhiozzo e l'altro, con il capo chino. Alzo gli occhi e lo guardo.
-Io non ho la forza per lasciarti andare. E non l'avrò mai.-
In un attimo si protende verso di me e mi abbraccia. Rimango sorpresa dal suo gesto e lo stringo forte. Non riesco a smettere di piangere e non capisco perché.
-Non importa se non sei forte. Nessuno di noi due è mai stato forte, però insieme ne siamo capaci. Diventiamo forti insieme. E poi anche io sono un'egoista. In questi anni non ti ho mai chiesto se eri felice con me accanto. Mi sono sentito...in colpa. E quando è arrivato Tesshy ho avuto tanta paura di perderti, Mitsuha. Però poi ho pensato che dovevo sdebitarmi con te e lasciarti libera di scegliere.-
Fa una breve pausa.
-Vi ho seguiti perché volevo vedere coi miei occhi cosa avresti fatto. E cosa ti avrebbe fatto. Ho anche pensato di sabotare la cena. Quindi anche io sono un'egoista. E sono debole.-
"Il suo corpo è esile e piccolo come il mio, se non di più. Di solito la sua pelle è fredda e le sue braccia sono forti solo quando lancia coltelli. Eppure in questo momento mi sento così al sicuro. Le sue braccia mi stringono, sono forti, e il suo corpo è caldo. Emana un dolce tepore. Le sue mani mi accarezzano la schiena. È come se mi stesse sciogliendo. Per la prima volta in vita mia ho fatto la vittima. E ho ammesso che mi sento debole. Credevo che mi sarei vergognata, che mi sarei sentita stupida. Ma le sue parole suscitano in me sentimenti di tutt'altro genere. Sentimenti dolci, e puri. Mi sento così leggera."
"Come può un ragazzo più rotto di me aggiustarmi?"
-Non ti ha spaventato quella cosa che ho detto stasera, vero? Quando ho detto...che ti...- lascio la frase in sospeso sperando che lui capisca. Non sto più piangendo, ma Juuzou non mi lascia. Per fortuna.
-Ci ho pensato, ogni tanto. All'amore. Io non so ancora bene cosa significhi amare. Però tu e il signor Shinohara mi avete insegnato tante cose. Spero di poter imparare anche questa. Per te.-
-Forse non te ne accorgi, ma tu già lo sai fare. Io penso che tu sappia già amare. Perché l'amore non è una cosa che si può imparare. La si fa e basta. Prima ancora che noi stessi ce ne rendiamo conto. Forse possiamo imparare a distinguere e a capire meglio ciò che proviamo, insieme. Ma non devi farlo solo tu, perché sei diverso dagli altri. Questa è una cosa che fanno tutte le persone, perché le emozioni sono complicate. Per questo ti sembra di essere diverso dagli altri. Ma non lo sei. Tutti abbiamo difficoltà a capire gli altri e a capire noi stessi. Io e te non facciamo eccezione.-
-Tu pensi sempre troppo bene di me.- dice Juuzou con lo stesso tono che usa quando un ghoul muore prima del previsto.
-Non è vero. E anche se lo fosse va bene così.- dico ridendo.
Sta sorridendo. Non vedo il suo viso, ma sono sicura che stia sorridendo. Lo so.
-E comunque Juuzou, non è un problema se sei debole.- dico con tono rassicurante.
-Lo stesso vale per te.-
Gli bacio i capelli, la guancia e lo stringo forte.
-Mamma mia quanto ti voglio bene.- dico sorridendo.
-Così non respiro però.-
-Allora basta.- dico sciogliendomi dall'abbraccio più lungo del mondo e mettendomi le mani sui fianchi, fingendomi offesa.
Prima che io possa riaprire gli occhi Juuzou mi butta sul letto e comincia a farmi il solletico ovunque.
Non riesco a smettere di ridere.
-Ora te la faccio vedere io!- dico lanciandomi su di lui.
-Aiuto! Aiuto!- dice lui cercando di scappare, scendendo dal letto. Ma lo prendo per una caviglia. Perde l'equilibrio e mi cade addosso.
-Ahia!-dice dopo essere atterrato sul mio stomaco, ma senza muoversi.
-Che botta che mi hai dato!- dico cercando di non ridere.
Ma finisco per essere contagiata dalla sua risata un pò pazzerella.
Si siede tranquillamente sul mio stomaco, come fa spesso, e comincia a giocare con le mie mani.
Lo osservo mentre tenta di spostarsi i capelli che gli cadono davanti agli occhi soffiando con la bocca. È così buffo.
-Sei proprio un angelo.- dico sorridendo.
-Mh? Io? Un angelo?- dice portando le mie mani sul suo petto, come a indicarsi.
Annuisco ridendo.
-Un angelo con dei coltelli al massimo.- dice scherzando.
-Già...un angelo coi coltelli.- dico sorridendo.
-Io voglio vederti sempre così Mitsuha. Voglio solo farti sorridere e ridere, e renderti felice.- dice guardandomi negli occhi.
-Mi rendi sempre felice.-
Faccio una piccola pausa.
-Lo sai che non ti abbandonerò mai e poi mai, vero?-
-Me lo prometti?- mi chiede con occhi da cucciolo, smettendo di giocare con le mie mani.
-Solo se me lo prometti anche tu.-
-Promesso.- dice sorridendo.
-Promesso.- dico ricambiando il sorriso.
Si accascia al mio fianco e si sdraia poggiato su un lato del corpo, poggia la testa su una mano. Mi osserva. Aggrotto le sopracciglia come a chiedergli cosa succede.
-Posso uccidere Tesshy?- mi chiede con lo stesso tono di un bambino che chiede un gelato.
-Eh?!- esclamo confusa e preoccupata, alzando un pò la voce.
Attende una mia risposta.
-No che non puoi.- dico dopo un po'.
-E neanche fargli un pò male?- chiede deluso.
-No,Juuzou! Ma perchè dovresti farlo proprio adesso?-
Cambia subito espressione. Mette il broncio, si gira supino e guarda dall'altro lato della stanza, incrociando le braccia al letto.
-Perché ti ha baciata.-
Sento le mie guance andare a fuoco.
-Ti ha dato fastidio?- chiedo imbarazzata e divertita.
Annuisce, sempre col broncio.
Mi avvicino e gli dò un bacio sulla guancia. Rimane sorpreso.
-Potresti non fargli del male?- chiedo sussurrando vicino al suo orecchio.
Non mi risponde. Alzo la testa per guardare la sua faccia. È arrossito.
-Però se fai così non vale.- dice sbuffando, con la faccia tutta rossa.
Mi metto a ridere.
-Cosa ridi?! Mi si sta rigirando lo stomaco!- dice irritato.
"È il suo modo di dire che sente le farfalle nello stomaco? Spero di sì."
-All'attaaaaccoooooo!- urlo abbracciandolo. Di nuovo.
Rimane rigido all'inizio, ma poi mi stringe a sé.
-Sei pesante.- mi dice dopo un pò.
-Zitto.- dico ridendo.
Sbilancia il peso del corpo e finiamo sdraiati su un lato del corpo. Le nostre facce sono a due centimetri di distanza. Ci guardiamo un attimo negli occhi. Poi sorridiamo entrambi. Gli soffio sulla frangetta, spostandogli qualche capello. Lui ride. Strofina il suo naso contro il mio. E rido anch'io.
La mia mente è come attraversata da un flashback. Mi ritorna alla mente ogni momento passato con Juuzou. La prima volta che l'ho visto in accademia, quando mi ha rubato il portafoglio, quando l'ho difeso da quei bulli, le nostre chiacchierate sotto l'albero, le lezioni di Shinohara, l'addestramento, le notti in cui abbiamo dormito insieme, Shinohara che mi ha parlato del passato di Juuzou, quando io gli ho parlato del mio passato, il nostro primo abbraccio, l'ansia e la paura di perderci quando ci fu la battaglia col gufo, la disperazione dopo la perdita di Shinohara, la notte passata in ospedale, quando Juuzou si è tinto i capelli di nero la prima volta, quando abbiamo deciso di andare a vivere insieme, le giornate passate in ufficio, le notti insonni passate a ridere e chiacchierare, i nostri venerdì sera, i nostri gelati, i suoi budini, il casino con Tesshy. Non riesco a credere di aver condiviso così tante cose con lui. Mi sembra di conoscerlo da una vita.
"Lui dice di essere felice con me. Ma non basta. Con tutto quello che ha passato...Merita il mondo. Si merita una vita serena e piena di gioia. Piena di sorrisi. E io voglio vedere ogni suo sorriso, e magari anche esserne la causa."
-Ti prometto che farò di tutto per renderti felice. Voglio che tu abbia tutto quello che meriti, Juuzou. Non smetterò mai di pensare che sei la persona più stupenda che io abbia mai conosciuto.- dico accarezzandogli la guancia.
I suoi profondi occhi rossi osservano i miei. Mi entrano dentro, mi scavano nell'anima. È come se stesse accendendo un fuoco dentro il mio corpo, che parte all'altezza dello stomaco e si espande in tutto il corpo. Mi fa sentire così strana, così viva.
-Per molto tempo ho creduto che la vita non avesse un significato, che fosse inutile. Che la mia vita fosse inutile. Se tu non mi fossi stata vicina nel momento in cui ho perso Shinohara, avrei continuato a pensarla in quel modo. Ma tu mi hai insegnato e amato così tanto. Non mi importa del mio passato, perché ora ci sei tu con me. E se ci proteggiamo a vicenda, saremo felici entrambi.- mi dice senza staccarmi gli occhi di dosso neanche per un istante.
Ha un tale effetto su di me...
-Grazie, Juuzou.-
-Per cosa?-
-Volevo essere io a salvarti, ma alla fine sei stato tu la mia salvezza. Grazie.-
Scuote la testa.
-Tu mi hai dato una ragione per vivere. Sei diventata la mia felicità. Sei stata tu a salvare me.-
Non posso fare a meno di sorridere.
-Allora ci siamo salvati a vicenda.-
Annuisce con forza, sorridendo.
Torniamo a strofinarci le punte dei nasi, senza smettere di ridere.
"Il mio angelo coi coltelli."

Fine

Autrice:

Sono tornata ad aggiornare questa storia,per l'ultima volta.
Come sapete tra qualche giorno ricomincia la scuola e le giornate di ognuno di noi saranno molto più movimentate,quindi sono felice di essere riuscita a finire questa fanfiction in tempo,e con calma.
Questa storia per me è stata,oltre che un modo per esercitarmi con la scrittura e fare il mio "ingresso" su wattpad, un tributo a questo personaggio che amo da morire e,onestamente,che credo rimarrà sempre il mio preferito. Ma sono sicura che mi capite,visto che avete cominciato a leggere questa storia perché c'era Juuzou.
Spero di non aver esagerato in nessun modo, e soprattutto spero di aver reso Juuzou al meglio,senza renderlo ooc (fuori dal personaggio).
Ancora una volta ringrazio tutti per aver letto,per aver votato,per aver commentato,o per aver aggiunto la mia storia a un elenco di lettura.
Mi dispiace che sia finita,è stato molto divertente,e in alcuni momenti anche toccante,scrivere questa ff.
Credo di aver detto tutto,quindi vi saluto.
Ciao gente,un abbraccio!

Nicole

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