Nelle due settimane seguenti vidi Juuzou quasi tutti i giorni. Dormì insieme a me altre due notti, quando Rin non c'era. Eravamo andati due volte al parco e una allo zoo. Insieme a lui non mi annoiavo mai. Una domenica sera andammo di nuovo insieme al parco. Solo io e Juuzou. Eravamo seduti su una panchina, a mangiare un gelato.
-Sai Mitsuha... Mi sta venendo in mente una cosa importante... -
-Ah, sì? Che cosa? -
-L'altro giorno stavo parlando di te col signor Shinohara e mi ha spiegato che cosa si prova quando ci piace una persona. Ha detto anche che è importante esprimere le proprie emozioni. Quindi volevo dirti che con te sto molto bene e che mi piaci tanto.-
Rimasi in silenzio qualche istante. Non sapevo che tipo di rapporto avessimo, e nemmeno che nome dare al sentimento che provavo per lui. Era diventato semplicemente essenziale nella mia vita.
-Anche tu mi piaci tanto. E ,non so come fai, ma mi fai stare davvero bene.-
-Davvero? -mi chiese voltandosi.
-Sì. -
Ci scambiammo due grandi sorrisi. In quel momento mi tornò alla mente una cosa. "Io so praticamente tutto di lui... Però lui, non sa quasi niente di me. Devo dirglielo... Mi sento troppo in colpa... "
-Juuzou... Dovrei dirti una cosa...-
-Dimmi. - disse senza distogliere lo sguardo dal suo gelato.
-Ecco... Circa un mese fa... Ho parlato con Shinohara...-
-Di me. -disse lui, completando la mia frase.
-Da quanto lo sai? -
-Il giorno in cui vi siete dati appuntamento al telefono, ho sentito la conversazione.-
-Mi dispiace. Io non sapevo come... Insomma, tu non mi parlavi mai di cose personali e Shinohara mi ha detto che voleva parlarmi di te, ero curiosa e così... Mi sono fatta raccontare... Praticamente tutto... Scusami... Sei tanto arrabbiato?- dissi, preoccupata.
-Non sono arrabbiato. Anzi, sono felice.-
-Perché? -
-Perché hai continuato a parlarmi e a passare del tempo con me, anche se sapevi tutto. Non hai cambiato atteggiamento. Quindi sono felice.-
Lo guardai per qualche secondo, sbalordita.
-Tu sei... Proprio una persona stupenda, Juuzou.- dissi abbracciandolo istintivamente.
Rimase rigido per un paio di secondi, ma poi lasciò cadere il cono gelato a terra e ricambiò il mio abbraccio. Erano anni e anni che non provavo una cosa del genere. Non avevo mai ricevuto molti abbracci nella mia vita, e non ne ricordavo neanche uno. Era come se stesse rimettendo insieme tutti i pezzi, come se mi stesse aggiustando. Solo in quel momento mi resi conto di quanto mi fossi sentita sola, prima di conoscerlo. Iniziai a piangere sulla sua spalla. Scostò la testa per vedere cosa stesse succedendo.
-Mitsuha? -
-Scusami... - dissi allontanandomi un pò.
-Che cos'hai? - mi chiese guardandomi negli occhi.
-Non lo so neanche io di preciso...- dissi cercando di nascondere il viso e le lacrime.
-Non mi guardare... - dissi girandomi dall'altra parte. Avevo sempre odiato piangere davanti ad altre persone. Con le mani mi prese il viso e lo girò. Asciugò le mie lacrime coi pollici e mi sorrise.
-Di solito le persone piangono quando sono tristi... Perché sei triste? -
-Mi sono venuti in mente... I miei genitori...-
-Ci hai litigato? -
-No... Magari... - risi tristemente.
-Loro... Sono morti tre anni fa. Erano due investigatori.-
-E la loro morte ti rende triste?-
Mi allontanai guardandolo confusa.
-Certo che mi rende triste.-
-Non devi. In fondo sono solo morti, giusto? Le persone muoiono dappertutto e in qualunque momento. Loro non sono che due delle tante.-
Sentii una forte rabbia e altre lacrime nascere. Non ero arrabbiata con lui, per quello che aveva detto. Ero arrabbiata perché sapevo perfettamente che, in fondo, aveva ragione. E perché era la prima volta che qualcun altro diceva che erano morti.
-Però Juuzou, se qualcuno a cui teniamo tanto muore, non possiamo fare proprio a meno di essere tristi.- cercai di spiegare.
-Cosa posso fare per farti tornare felice?-
-Tranquillo, tra un po' mi passa.-
Mi guardò per un po'. Sembrava che stesse riflettendo.
-Adesso ti chiedo una cosa... Però tu rispondimi solo se te la senti... - mi disse.
-Vai... -
-Come sono morti? In servizio?-
-No. È questo che mi fa arrabbiare... Erano in macchina, stavano tornando a casa. Avevano deciso di uscire a cena, da soli, per una sera. Molto probabilmente stavano litigando, come accadeva spesso; mio padre è andato fuori strada, la macchina si è ribaltata... E quando sono arrivati i soccorsi era troppo tardi...-
-Quindi non sei andata in accademia per "vendicarti" e prendertela con i ghoul o cose simili.-
-Sono entrata in accademia perché era l'unica possibilità per me di continuare ad avere una vita normale... L'alternativa era l'orfanotrofio, ho scelto subito l'Accademia. Quasi tutti gli investigatori muoiono a causa di un ghoul, con onore, in nome della giustizia. Mentre i miei genitori... È come se si fossero uccisi da soli... Litigavano così spesso, anche se si amavano... Avevano sempre troppo lavoro, troppe preoccupazioni... Già mi sentivo un po' sola quando c'erano... Dopo la loro morte, anche se mi sono fatta degli amici, mi sono sempre sentita sola. Me ne sono accorta solo adesso, abbracciandoti. Ormai mi ero abituata a quella sensazione e non ci facevo più caso, stavo bene nella mia solitudine. Ma ora che ho conosciuto te, ho capito cosa significa non sentirsi soli e aver bisogno davvero di qualcuno. Quindi... Grazie.- dissi senza aver bisogno di trattenere le lacrime, che si erano ormai fermate da tempo. Per la prima volta stavo dicendo la verità. Soprattutto a me stessa.
-Mi dispiace... Sono contento di averti fatto stare un po' meglio...Tu odii i tuoi genitori? Per averti fatto sentire sola... E per averti lasciato sola?-
-No... Mi amavano, e anche io li amavo. E li amo tutt'ora. Mi mancano un sacco... Tu odii la tua... mamma, Juuzou? Per quello che ti ha fatto?-
-No, non la odio. -
-E ti manca? -
-Non lo so... Ora ho il signor Shinohara, e poi ci sei anche tu... Penso di essere felice adesso...-
-Sono felice anch'io ora.-
-Adesso sappiamo il passato l'una dell'altro.- mi disse Juuzou sorridendo.
- Già... Ora sappiamo tutto... -dissi sorridendo a mia volta.
-Mi dispiace per il tuo gelato... -gli dissi, guardando il cono gelato a terra.
-Non fa niente... Ora so che preferisco un tuo abbraccio piuttosto che un gelato.-
-Davvero?! -chiesi entusiasta.
-Certo! -rispose alzandosi.
-Ne possiamo prendere un altro se vuoi.-
-Non fa niente... Andiamo sulle altalene? Non c'è nessuno.-
-Andiamo. -dissi, alzandomi anche io.Quella sera chiesi a Rin di andare a dormire con Makoto. Volevo solo stare con Juuzou, avevo bisogno di addormentarmi tra le sue braccia. Dopo un po' di storie e qualche battutina, accettò. Come sempre, Shinohara era d'accordo a farlo restare con me. Ci infilammo sotto le coperte verso le nove e mezza, e guardammo un pò di TV. Dovevamo sempre stringerci un po' per riuscire a stare comodi, per colpa del mio letto ad una piazza e mezza. O forse dovrei dire grazie al mio letto... "Tanto sono sicura che mi sarei accoccolata addosso a lui anche se fossimo stati in un letto matrimoniale... ",pensai mentre mi accovacciavo accanto a Juuzou, poggiando la testa sulla sua spalla.
-Mh?- allontanò la testa per guardarmi.
-Che c'è? Vuoi che mi allontani? -chiesi, un po' delusa per la sua reazione.
-No, non devi allontanarti. - disse senza distogliere lo sguardo.
Ci guardammo negli occhi per un po'.
-Cos'hai? -chiesi ridendo.
-Non lo so... - disse mentre faceva passare un braccio dietro le mie spalle. Entrambi tornammo alla posizione precedente distogliendo lo sguardo e girando la testa verso la TV.
-Ho sentito una cosa strana... -mi disse dopo qualche secondo.
-Che genere di cosa? -
-Tipo una cosa calda dentro, un movimento strano nella pancia... La sento spesso quando mi stai vicina, però adesso era taaaaanto forte.-
Alzai la testa per guardarlo di nuovo.
-È una cosa bella secondo te? -
-È strano... Però è bello! -
Nacque spontaneo un grande sorriso sulla mia faccia. Riusciva sempre a stupirmi.
-Lo provo spesso anche io quando sto con te...-
-Davvero? E pensi sia una cosa bella?- chiese guardandomi negli occhi, con un'espressione felice, anche se un po' perplessa.
-È una cosa bella, sì.-
Sorrise. Lo abbracciai e gli diedi un bacio sulla guancia, allora lui mi strinse più forte. Dopo esserci sciolti da quell'abbraccio, continuammo a vedere la TV. Lui giocava con le punte dei miei capelli, e ogni tanto sfiorava la mia testa con la punta del naso. Io accarezzavo le cuciture sul suo collo. Era tutto perfetto. Poter essere così affettuosa con un ragazzo, senza avere il timore di essere fraintesa, mi faceva sentire totalmente libera e spensierata. Ci piacevamo tanto entrambi ed eravamo importanti l'uno per l'altra; ci piaceva avere un contatto fisico, ma non in modo malizioso, o con doppi fini, volevamo solo stare vicini e coccolarci. Se si fosse trattato di un ragazzo normale sarei stata sicura di essere innamorata, ma non era semplicemente questo. Io e Juuzou non eravamo come Rin e Makoto. Non pensavo a lui come "fidanzato". Lo consideravo un mio amico, il fratello che non avevo mai avuto, a volte più grande perché mi faceva sentire al sicuro, a volte più piccolo perché sembrava un bambino, un mio futuro collega di lavoro, e anche il mio fidanzato. Era tutto quanto. Non era amicizia, non era amore. Non sapevo cosa fosse; forse il tipo di relazione "platonica" di cui molti parlano. Non lo sapevo. Ed era proprio questo che rendeva speciale il nostro rapporto: non sapevamo cosa eravamo, ma stavamo benissimo e ci andava bene in quel modo; non eravamo niente ma eravamo tutto. "Se dovessi dirlo ad alta voce mi sentirei molto stupida, ma nella mia testa ha un senso ben preciso e motivato", pensai alla fine della mia riflessione.
"Solo io posso sapere come mi sento. Solo io e Juuzou sappiamo cosa proviamo. "Quella sera, ancora una volta, mi addormentai tra le sue braccia.
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Un angelo coi coltelli
Fiksi PenggemarJuuzou x oc Juuzou ha 19 anni, è un investigatore di ghoul con una personalità fuori dall'ordinario e con un passato complicato. Mitsuha è una ragazza di quasi 17 anni che frequenta l'Accademia per diventare investigatore. Anche lei ha un passato c...