- Sono molto offeso - borbottò Justin per l'ennesima volta. - Io non faccio MAI pensieri strani - continuò marcando il "mai". Proprio come un bambino.
Io alzai gli occhi al cielo.
- Sul serio! - continuò lui imperterrito: è insopportabilmente insopportabile. - Ti sembro uno con pensieri strani? - si indicò la faccia.
- Sì! - risposi mentre lui contemporaneamente diceva - No! -
Mi guardò storto ed io non potei che scoppiare a ridere. Tuttavia riuscii a vederlo mentre alzava gli angoli della bocca per simulare un mezzo sorriso. A volte è un tale bambino...
Sollevò gli occhi al cielo. - Okay okay - tagliò corto. - Adesso muovi il tuo culetto pigro e seguimi -
Questa volta fui io a guardarlo male, mentre lui ridacchiava, cretino qual era.
Cosa c'entra il mio sedere adesso?
Lo seguii mentre rientravamo dentro casa. Passammo per quelli che mi sembravano decine di corridoi e percorremmo quelli che parevano infiniti scalini.
Alla fine ci fermammo davanti ad una porta, uguale a tutte le altre. Come facesse a ricordarsi tutte le stanze proprio non lo sapevo.
Aprì la porta e mi fece entrare prima di lui, proprio come un gentiluomo. Parole sue, precisiamo.
All'interno della stanza erano disposti un sacco di strumenti: un pianoforte a coda di un nero lucido, una ventina di chitarre diverse, una batteria e riuscii perfino a scorgere un violino. Alcuni strumenti erano nell'apposita custodia, quindi non potevo sapere quali fossero. Ammetto anche di aver visto strumenti di cui ignoravo l'esistenza e mi domandai se Justin sapesse suonarli tutti quanti.
Beh, da quel che avevo capito lui si considerava un genio e sapeva fare qualsiasi cosa.
- Sai suonare qualche strumento? - mi chiese curioso, facendomi distogliere lo sguardo che girovagava per la stanza.
Esitai, incerta se dirgli la verità o no. Insomma, non lo conosco neanche, in fondo. - Mmm... sì - risposi infine. - Piano, chitarra e violino -
Non avrei mai voluto suonare il violino, in realtà. Mi sapeva di qualcosa di nobile e noioso. Ma, dopotutto, le lezioni non erano neanche così male ed erano pure divertenti.
Lui mi guardò con quella che mi sembrava ammirazione.
Così però mi fai arrossire Bieber.
Scacciai dalla testa quel pensiero inizialmente sarcastico quando mi ritrovai ad arrossire sul serio.
- Tu? - domandai velocemente, volendo riportare l'attenzione non più su di me, ma sulla musica.
Forse avevamo davvero qualcosa in comune, qualcosa di cui potevamo parlare.
- Piano, chitarra, batteria e... tromba - mi guardò, certo che lo avrei preso in giro. Non lo feci, anche perché non vedevo il motivo per il quale avrei dovuto farlo.
Non sapendo bene cosa fare iniziai a camminare, guardandomi intorno. Mi fermai davanti all'enorme parete di vetro che dava sull'intera Los Angeles, proprio vicino al pianoforte.
Con lentezza mi sedetti sul piccolo sgabello e appoggiai le dita sui tasti, confusa su cosa stessi facendo.
Non sentii i passi di Justin che si avvicinavano, ma potevo sentire la sua presenza dietro di me.
Prendendo un respiro profondo, incominciai a muovere le dita sui tasti, suonando una mia vecchia canzone scritta anni fa. Non avevo ancora scelto il nome, ma se dovessi metterlo in un album lo chiamerei "My Everything".
Senza neanche accorgermene, incominciai a cantare. Sembrava naturale come gesto. Potevo sentire lo sguardo incredulo di Justin addosso, e non sapevo come avrebbe reagito appena lo avrei guardato.
Era incredibile che mi ricordavo tutto il brano e anche la melodia. Erano anni che non cantavo ed era strano rifarlo di nuovo... soprattutto con accanto Justin Bieber, cantante che solo poche ore fa odiavo.
Finii troppo presto di suonare la mia canzone di cui andavo molto fiera e prendendo coraggio mi girai per guardarlo.
Non disse niente. Aveva solo un espressione incredula stampata in faccia e mi guardava in modo strano.
Non capivo se gli fosse piaciuta o no, la mia canzone, oppure non sopportava la mia voce. Possibile, lo so anch'io di non avere la voce migliore del mondo, ma almeno ritenevo di non essere proprio stonata come una campana.
Non sapevo cosa dire per spezzare quel silenzio a dir poco imbarazzante.
Non potrebbe parlare lui? Parla sempre, non sta mai zitto un attimo, per una santa volta non potrebbe far partire la sua parlantina?
Sentii Justin sussurrare qualcosa, ma che non riuscii a decifrare.
- Cosa? - mi ritrovai a dire, confusa e curiosa di quello che aveva appena detto.
Justin mi guardò e si schiarì nervosamente la voce. - Mmm... hai una bella voce, Ariana - ripeté attendendo la mia reazione che purtroppo non tardò ad arrivare.
Arrossii al suo complimento, malgrado fosse assolutamente sbagliato da parte mia. Avevo detto a Dee che odiavo Justin Bieber, forse ho anche perso la sua amicizia e poi mi ritrovo ad arrossire come una ragazzina di fronte ad uno stupido complimento da parte di questo qui? In più sono scappata di casa senza dire niente a mia mamma e ancora non ho chiarito con Dee. Tutto questo a distanza di poche ore. Sarebbe da ipocriti. E non mi riconosco più.
- Devo... devo andare a casa adesso - dissi, alzandomi dallo sgabello.
Cercai di arrivare alla porta, ma venni fermata dalla mano di Justin che mi teneva da un braccio.
- Cosa? - mi guardò ancora più confuso di quanto lo era prima.
Cercai di strattonare il braccio dalla sua stretta, ma era impossibile. - Devo andare - ripetei, questa volta con più decisione.
- Okay - disse, ancora perplesso dalla mia reazione. O forse semplicemente da me e basta. - Uhm... ti accompagno - si offrì subito, lasciandomi finalmente il braccio.
- No, non importa - detto questo uscii dalla stanza correndo.
Sperai con tutto il cuore che mia mamma non si fosse già svegliata e non fosse andata in camera mia.
Sperai che Dee non fosse venuta a casa mia e avesse capito che ero con Justin Bieber.
Sperai che avrei trovato un taxi o un autobus per arrivare a casa e non far preoccupare mia mamma. O Dee se mai mi avesse perdonato.
Sperai che tutto sarebbe andato per il meglio.
E sperai che non avrei mai e poi mai rivisto Justin Bieber.
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Stay With Me ❀ jdb & agb
FanfictionCi credete se vi dico che tutto può iniziare con un biglietto del concerto del cantante più spocchioso, stupido e ignorante presente in tutta la Terra? Perché è proprio così che è iniziata la mia storia. ||Jariana story|| Mi dispiace un casino, ma p...