Capitolo 35

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- Non ci provare, Bieber! - sentii sibilare da una voce familiare non molto lontana da dove mi trovavo io... ovunque mi trovassi.

Bieber???

- E tu sei convinto che ti darò ascolto? - domandò retorico quella voce che riconobbi immediatamente come quella di Justin. E non potevo di certo sbagliarmi, perché potevo sentirne l'odore che anche dopo anni non era cambiato. - O sei egocentrico​ o infinitamente stupido. O entrambe le cose, ovvio - aggiunse sarcasticamente.

Provai ad aprire gli occhi, ma per chissà quale ragione li sentivo pesanti come se avessi piombo al posto delle palpebre.

Non sapevo dove mi trovassi e soprattutto perché c'era Justin insieme ad una voce che ancora non ero riuscita a riconoscere.

- Chiudi quella boccaccia, Bieber, che delle tue parole inutili non ce ne facciamo niente - rispose acida un'altra voce che, questa volta, riconobbi subito: sua altezza Megan era qui e sicuramente avrebbe fatto il culo a Justin.

- Io non ho ancora capito cosa stia succedendo - intervenne un'altra voce diversa, maschile e che avrei riconosciuto anche a chilometri di distanza. Frankie. - Sono appena arrivato dall'aeroporto e già ci sono risse qui? - potevo scommettere che si stesse passando la mano sul suo patetico e, parole sue, vitale ciuffo. - E perché conoscete Justin Bieber e sembra che vogliate fare a botte con lui? -

- Perché è vero. Voglio fracassargli la testa a suon di mazzate - rispose come sempre schietta Megan.

Sentii uno sbuffo provenire accanto a me e sapevo che fosse di Justin. - Potete rimandare le minaccie di morte? - ringhiò infastidito. Conoscevo bene quel tono, e sapevo che era esasperato e sconsolato al tempo stesso.

E una parte di me, chissà quale, ma che avrei voluto benissimo sopprimere con tutte le mie forze, voleva aprire gli occhi e consolarlo. E questa mia reazione, mi spaventava parecchio.

Credevo di esserci già passata, di essere riuscita a superare la questione "Justin". Invece mi ritrovavo di nuovo a reagire come una ragazzina di sedici anni.

Dovevo smetterla.

Sentii qualcosa di freddo toccarmi la fronte che mi fece venire un brivido involontario.

- Ariana? - disse incredulo Frankie. - Cosa diamine ci fa per terra?! Cosa le hai fatto?! - urlò poi a Justin che sbuffò di nuovo.

Megan intervenne subito, come suo solito. - È un coglione, ecco tutto! -

Potevo immaginare Justin che alzava nuovamente gli occhi al cielo, resistendo all'impulso di mandarle un'occhiataccia per non peggiorare la situazione. - Niente! - ripeté con più forza, esasperato e irritato Justin continuando a toccarmi la fronte e il collo. Sì, il cuore mi stava battendo a mille, ormai fuori dal mio controllo. - Non le fatto assolutamente niente, cazzo! Smettetela di accusarmi, piuttosto trovate il motivo sul perché non si muove! -

Sentii dei passi scricchiolare contro l'asfalto della strada.

- Perché non apre gli occhi? - sussurrò con voce rotta e ansiosa Frankie.

Provai a ritentare di aprire gli occhi, muovere qualcosa... un braccio o una gamba, ma non ci riuscii.

Poi sentii un dolore alla testa che​ fino a quel momento non avevo ancora notato.

Di scatto aprii gli occhi e incontrai gli occhi di Frankie che si erano fatti lucidi proprio sopra di me.

Sentii le lacrime lasciare i miei occhi e rigarmi le guance. Non sapevo se stessi piangendo per il dolore o per la commozione di vederlo davanti a me dopo anni.

- Ariana - sussurrò incominciando a piangere anche lui.

Mi lasciai abbracciare, anche se impacciatamente.

Singhiozzai ancora di più quando la mia testa toccò di nuovo l'asfalto duro e freddo.

- Frankie... - dissi cercando di smettere di piangere. - Fa tanto male -

***
Sono riuscita ad aggiornareee!!!

Come sempre commentate tanto e stellinate :)

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