capitolo 13

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25 giugno 2016

"Cara Leila,
Spero che ti trovi bene con tuo padre, che ti faccia vivere una vita bella, come te la meriti tu.
Una vita che io, al mio malgrado, non posso offrirti, e questo mi rattrista molto, ma mi rende comunque felice che tu stia bene.
Tuo padre mi ha detto che ti sei ambientata bene e che ti trovi bene a Madrid e ne sono molto contenta, all'inizio avevo un po di paura che non potevi farla, ma non perché non hai le forze necessarie, ma avevo paura che il distacco con quel che è la tua terra madre era troppo grande.
Adesso io sto bene, veramente.
Ho trovato subito un altro lavoro, mi pagano bene, ma è comunque uno stipendio che non mi permette di soddisfare la fame di due persone.
Ho sentito che verso Natale vuoi ritornare qui ad Oporto, ne sono felice e ti aspetterò con ansia, voglio veramente vedere come sei diventata adesso.
Pochi giorni dopo la tua partenza la tua amica, Luisa, è venuta per chiedere scusa se non ti era venuta a salutare, ma non c'è la faceva perché il dolore era troppo forte.
Spero che tu sia felice in questo momento in Francia.
La mamma xx"

Alla lettura di quella lettera spedita da sua madre, mi misi a piangere. E' da tanto che non la sento e sento la sua mancanza, avere una madre con cui confidarsi vuol dire molto, ciò che non posso fare da quando mi sono trasferita a Madrid.
A volte mi mancano quelle serate da madre e figlia, quando io, davanti a un piatto di insalata,  le raccontava le poche cose divertenti che le capitavano quando usciva per le strade di Oporto.

Rileggo la lettera per altre due o tre volte, prima di ripiegarla e rimetterla nella busta in cui stava per poi metterla dentro la  borsa.

Oggi ci sarebbe stata la partita del Portogallo contro la Croazia, partita valida per gli ottavi di finale. Alla fine siamo riusciti a passare anche se ai gironi siamo arrivati terzi con tre pareggi, ma siamo arrivati fino a questo punto e dobbiamo crederci.

Volevo stare da sola nel momento in cui avrei letto la lettere, ragione perché sono venuta qui in piscina, dove a quest'ora non c'è nessuno e per schiarirmi meglio le idee decido di tuffarmi in quel che è una piscina abbastanza grande. 

Questo fatto della lettera di mia madre mi fa pensare a quella famosa lettere che aveva ricevuto, ma che alla fine non si è saputo più niente. Certo, le ragioni per cui quelle lettere sono state scritte sono diverse,ma voglio sapere chi mi ha  scritto quella lettera, sempre se ero io quella a cui è indirizzata la lettera.  

Mentre riflettevo tra me e me, guardando il vuoto, sento una presenza alle mie spalle, una presenza che riesco a riconoscere anche in lontananza, quella di André Silva. Mi volto e vedo che è lui. 
<<Che fai mi perseguiti?>> li domando mentre lo guardo sempre appoggiata con le braccia al bordo della piscina, mentre lui viene nella mia direzione. 

<<Volevo rilassarmi prima della partita>> dice semplicemente. 
<<Questo lo potevi fare anche dal tuo hotel>> li dico. 
<<Come sei noiosa a volte>> mi dice girandosi verso il mio lato così da osservarmi meglio <<non dire che non ti fa piacere>> e a quelle parole mi viene un brivido, che mi piacesse o no, aveva ragione. 

<<Come mai hai scelto di stare con Beatrice?>> li domando. Sono stata sempre curiosa della risposta e, non so come adesso ho trovato il coraggio di chiederglielo <<insomma, non vi vedo mai praticamente innamorati>>  aggiungo dopo con un affermazione che, molto probabilmente, avrei potuto evitare. 

<<L'ho conosciuta perché era la sorella di un amico>> comincia a raccontare <<non usciva più di tanto, stava sempre seduta sul letto di camera sua e un po' mi dispiaceva. Così un giorno ho cominciato a parlarne e una cosa tira l'altra ci siamo fidanzati>> dice bagnandosi la faccia. 
<<Sei veramente innamorato di lei?>> li domando una volta finito il suo racconto e mi freno da non aggiungere altro. 

<<Lo voglio capire anche io, ma credo di averlo già capito>>  dice con un po' di tristezza nella voce <<ogni volta dico che posso amarla, ma non è amore quello che provo per lei, è solo un affetto che nutro nei suoi confronti>> dice guardando il cielo e capisco che li costa molto parlarne e, con un gesto che anch'io trovo del tutto inaspettato, li stringo la mano. 
<<Però non ho il coraggio di lasciarla per paura che cada in depressione e non lo riesca a superare>> dice subito dopo e io d'istinto l'abbraccio senza dire nulla, a volte il silenzio è meglio delle parole. 

La partita si è conclusa con una nostra vittoria, grazie ad un goal nei minuti supplementari di Quaresima e passiamo ai quarti, io ancora non ci credo. 
<<Basta crederci e andremo in finale, o almeno spero>> dice Bea come se mi avesse letto nel pensiero e, solo dopo averla guardata, mi tornano in mente le parole che mi ha detto André oggi pomeriggio.

Annuisco sorridendole come risposta per poi dirigermi verso gli spogliatoi, voglio parlare con cristiano, cosa che non faccio da tempo. 

<<Posso dirti una cosa?>>li domando quasi stupidamente, con lui parlo di tutto senza prima chiedere con timore.
<<Lo sai che puoi dirmi tutto>> dice mentre mi accarezza la mano.

<<Se io sapessi una cosa che potrebbe ferire una mia amica, secondo te farei bene a dirgliela?>> li domando senza guardarlo negli occhi e con la speranza che né André, né Beatrice s facessero vivi per il momento.

<<Sai qualcosa di terribile?>> dice guardandomi fissa negli occhi che però io, non riesco a guardare.

<<E' soltanto un ipotesi>> dico, ma tanto so che non mi crede.

<<Mettiamo che sia un ipotesi>> dice con tono placato  <<se te la senti digliela, ma non è compito tuo visto che ne sei solo a conoscenza>> dice alla fine e io annuisco. 

onde||André Silva (Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora