capitolo 21

565 48 1
                                    

9 gennaio 2017

<<Mi mancherai>> dice mio padre appena entriamo in aeroporto, tra meno di un'ora ho il volo che mi riporta nella mia terra.
<<Mi mancherai anche tu e tutti gli altri>> dico guardando verso il basso.
<<E pensare che qua ti ho rivista>> dice mio padre con voce un po' nostalgica e a quelle parole mi ritorna in mente il primo giorno a Madrid, al timore che avevo per conoscere  mio padre.
<<Ai ragazzi dì che se venivano non sarei mai partita>> dico mentre mi scende una lacrima, e non so se è per la tristezza di lasciare Madrid o la gioia di abbracciare di nuovo mia Madre.
Lui annuisce solamente e subito dopo mi abbraccia, preferisce un abbraccio quando deve salutare una persona e non dirlo a voce.
<<Allora io vado>> dico sciogliendo   l'abbraccio e prendendo le mie valigie per poi salire sull'aereo. 
Tra poche ore starò a casa mia, dove la mia vita ha preso inizio. 

Dopo un ora di viaggio arrivo a quella che  è la mia città natale, Porto. 

Mia madre aveva promesso che sarebbe venuta lei a riprendermi e sinceramente non vedo l'ora di riabbracciarla. 
Guardo a destra e a sinistra per trovarla, ma nessun segno della sua presenza, che se ne sia scordata?
Dopo aver passato altri dieci minuti a cercarla per tutto l'aeroporto, mi sento chiamare. 
<<Leila!>> quella voce proveniva da verso l'uscita ed era di mia madre. 
Presi le valigie e corsi subito da lei per abbracciarla, era dal 2015 che non la vedevo. E' cambiata, la vedo più contenta e più curata e finalmente ha messo su qualche chilo in più, ma sempre nel giusto. 
<<Mi sei mancata piccola mia>> dice mia madre non trattenendo la sua gioia dalle lacrime. 
<<Anche tu, mamma>> dico abbracciandola più forte. 
<<Ti vedo meglio>> dico con un sorriso mentre lei cerca di asciugarsi e lacrime e con un filo di voce dice un 'grazie'. 

Per tutto il tragitto le ho raccontato delle mie avventure a Madrid e in Francia, trascurando un po' la parte di Andrè Silva. 
<<Vedo che ti sei divertita>> dice con un gran sorriso mentre entriamo in casa. Mi era mancata questa piccola casa, qua ci stanno tutte le mie gioie e dolori di quando ero piccola, è impossibile dimenticarli. 
<<Nessun ragazzo?>> domanda mia madre facendomi una faccia curiosa. Le sorrido e le dico di no, anche se non è del tutto vero. 
<<Ma, come? Ho sentito cose su di te?>> dice mia madre mentre si siede sul divano di casa e fa segno di sedermi accanto a lei. 
<<Cosa hai sentito?>> domando curiosa, cosa hanno potuto dire? <<Se è per i pettegolezzi con Cristiano sappi che siamo solo amici>> dico avvertendola, forse sono queste le voci. 

<<Leila, tu e Andrè>> dice mia madre e io rimango zitta, come era possibile? 
<<Ma, noi non siamo mai stati fidanzati>> dico <<lui era fidanzato e tra noi non c'era niente>> dico un po' troppo agitata. 
<<Sono tua madre, sai che a me l'ho puoi dire>> dice mettendomi una mano sulla spalla e dopo aver preso un lungo respiro le racconto tutto. 

<<Io esco>> dico a mia madre prima di prendere la borsa e aprire la porta. 
<<Ti vedo da solo tre ore e tu già esci?>> domanda mia madre un po' incredula. 
<<Non vedo la città da tanto, voglio vederla, faccio da turista oggi>> dico sorridendole per poi salutarla e uscire di casa. 

Esco dal quinto negozio dove sono entrata e vado a sbattere contro una persona.
<<Scusami, non ti ho visto>> dico con fare dispiaciuto mentre mi abbasso per aiutarlo a raccogliere i due libri che gli sono caduti.
<<Scusami tu invece>> dice <<stavo pensando cos'altro dovevo comprare che non ti ho vista>> dice subito dopo. È un bel ragazzo, alto, occhi celesti e capelli biondi. Suppongo che vada in palestra visto il fisico muscoloso che si capisce anche con una maglia addosso.
<<Comunque piacere sono Leila>> dico porgendogli la mano con un sorriso.
<<Piacere, Pedro>> dice prendendomi la mano e presentarsi.
<<Ti va di andare a prendere qualcosa, così mi faccio perdonare>> dice sorridendo e io accetto con un gran sorriso.

<<Sei di qua?>> domanda mentre ci arrivano le nostre ordinazioni.
<<Sì, perché do qualche strana impressione?>> dico sorridendo mentre bevo il mio caffe.
<<No è che dall'accento non sembra>> dice lui guardandomi negli occhi.
<<Forse è perché sono stata per un anno e mezzo in spagna, avrò preso l'accento spagnolo>> dico spiegandogli.
<<Sei stata in spagna bello, dove?>> domanda poi.
<<A Madrid, sembra un interrogatorio>> dico ridendo.
<<Sono solo curioso di conoscerti>> dice sorridendo, ed ha un sorriso bellissimo.
<<Raccontami un po' di te>> dico con curiosità.
<<Allora, ho 25 anni e quando ero piccolo ho vissuto a Milano e adesso lavoro come Modello>> dice guardandomi negli occhi <<e sono convinto che io ti abbia già visto da qualche parte>> fa subito dopo.
<<Impossibile, non sono né una modella, né una cantante e né un'attrice>> dico sorridendo e sento il mio cellulare suonare.
<<Scusami>> dico mentre mi giro per prendere il telefono dalla borsa mentre sento una voce salutare Pedro
<<Ciao amico, allora per stasera? Vedo che stai in compagnia>>.
Quella voce.

onde||André Silva (Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora