I - Capitolo 2: Una Macchina Costruita per l'Industria della Musica

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Jac è seduta sul mio letto con addosso i miei boxer e la mia maglietta. Non si è pettinata, e i capelli le ricadono sul viso in una massa bionda aggrovigliata. I suoi occhi sono più grandi del solito, il suo labbro inferiore sporge in un broncio. Un uomo più debole di me avrebbe già ceduto.

"Mi annoierò tantissimo," esclama.

"Mi annoierò anch'io," le dico, e getto il mio ultimo paio di calzini dentro la valigia.

"Sarai in tour. Io sono stata in tour, so com'è," insiste. Ma questo non sarà uno di quei tour che mi piacevano una volta, andare al bar, saltare sul palco direttamente dalla platea. E non sarà come quelli in cui lei ha fatto dei cameo, vivere sul bus per tre o quattro giorni e passare il tempo con band di amici. Questo avrà guardie del corpo, tabelle di marcia segrete e freddezza portata a nuovi estremi. Vogliono tutti un pezzetto di noi. Adesso, siamo famosi.

"Vestiti," le dico, andando in cucina per svuotare il frigo di qualsiasi cosa che molto probabilmente andrà a male mentre sarò via. Mi fermo all'entrata della camera da letto dopo che ho finito, e la guardo indossare un vestito verde brillante che le arriva sopra le ginocchia. Niente reggiseno, ovviamente. Li ha bruciati tutti.

Jac mi aiuta a portare una delle mie due valigie con riluttanza. Il taxi mi sta aspettando di sotto, pronto a portarmi all'aeroporto dove mi riunirò alla band. La crew è già in Minnesota dove iniziamo, a preparare tutto per domani sera. Jac sospira e si mastica il labbro inferiore. Apro le braccia. Lei preme la testa contro il mio petto e allaccia le sue braccia minuscole attorno alla mia vita. Le mancherò davvero? Vorrei davvero mancarle? Poggio il mento in cima alla sua testa, e guardo lungo la strada mentre la mia dolce metà dice qualcosa.

"Eh?"

"Chi è Jackie?" ripete lei. "Brent ha detto che sei stato tu a dare il nome al tour, allora chi è?"

"Brent ha detto?" ripeto scetticamente. "Quando hai parlato con lui?" Lei in risposta alza le spalle, e le alzo anch'io, entrambe le nostre risposte vengono messe sotto chiave dentro i nostri cervelli dove non vengono condivise. L'autista del taxi esce dall'auto e indica il suo orologio da polso. Sospiro. "Devo andare, bambola."

Jac mi lascia andare. "Ti amo."

"Anch'io," dico facilmente. Troppo facilmente.

Lei sorride allegramente, e io le do un bacio casto. Poi veniamo separati dal finestrino della macchina, e mi saluta con la mano prima di voltare le spalle. Il suo andamento non è per niente diverso dal normale. Il taxi acquista velocità e l'autista chiede, "Era tua moglie quella?"

Trattengo una risata spontanea. "No."

"Promessa sposa?"

"La mia ragazza. Occasionalmente."

"Oh." L'uomo sembra disapprovare, ma è un vecchio, avrà quasi cinquant'anni. Dio ce ne scampi e liberi di noi giovani, che ci baciamo per strada, scopiamo nei cespugli, abbiamo i capelli lunghi, indossiamo vestiti attillati e ascoltiamo quel maledetto rock 'n roll. Dio ce ne scampi e liberi.

Dopo due isolati, mi è più difficile ricordare i dettagli del viso di Jac. È estremamente probabile che lei si stia rendendo conto dello stesso su di me.

***

Arriviamo al nostro albergo a Saint Paul nel tardo pomeriggio. L'arena è dall'altra parte della città, ma il nostro bus è parcheggiato a due isolati dall'hotel. Joe sta organizzando un'enorme festa pre tour nella sua stanza d'albergo. Inizia adesso, ma decido di saltarla. Perché avere la sbornia domani? Di certo non voglio essere in condizioni ancora peggiori.

THROAM, Vol. 1: Over the Tracks | Ryden (Italian Translation) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora