Dormo fino a tardi il giorno dopo, essendo riuscito a scaricare la scocciatura di un'intervista a un Joe disponibile e a uno Spencer indignato. La mia stanza d'albergo ha finestre che danno sul fiume, e io fumo una sigaretta mattutina nudo e guardo il Canada dall'altra parte. Andiamo lì dopo Detroit.
Il concerto di stasera ha fatto il tutto esaurito. Quello di domani pure. Pete ha detto che più a lungo stiamo in questo tour, più il nostro album sarà ascoltato, più si spargeranno le voci, più concerti avremo da fare. E l'arena più grande che riempiremo adesso ha la capacità di tredicimila, ma il tour dopo questo? Forse persino ventimila. Gli occhi di Pete brillavano mentre lo diceva, non so quando il successo di questa band ha smesso di essere il mio sogno e ha cominciato ad essere il suo invece.
Qualcuno bussa alla porta, e mi infilo un paio di mutande mentre vado ad aprirla, aspettandomi la colazione ma ricevendo Zack in cambio. "Non sei la colazione," osservo.
"Sono la seconda alternativa migliore," dice impassibile, spingendomi per entrare. Zack va verso la valigia che ho nell'angolo e comincia a tirare vestiti sul letto. Non ho mai capito per chi lavori Zack. Forse è lo schiavo di Pete quando fa roba del genere - costringendomi a mangiare, a vestirmi, a prendermi più cura di me stesso? O questo lo rende il mio di schiavo? Zack probabilmente lavora solo per sé stesso.
"Che fai?" gli chiedo perplesso.
"Abbiamo del tempo da ammazzare prima del soundcheck, quindi vediamo cos'ha da offrire Detroit."
"Non sono interessato."
"Sì, invece," afferma lui mentre confronta una delle mie camicie a fantasia floreale con un'altra. "Stiamo uscendo tutti. Persino Spencer non vede l'ora di andare. È molto felice ultimamente, hai notato? Il ragazzo è strano. Più strano di te."
"Ehi!"
Zack mi ignora. "Ad ogni modo, le ragazze vogliono andare a fare shopping per Bowie, e praticamente rilassarsi un po' sarà un toccasana per la crew. Ma a che serve se Ryan fa il depresso nella sua stanza d'albergo, senza parlare con nessuno come al solito? Non serve proprio a nulla. Questa camicia," decide e me la lancia addosso. "Hai dieci minuti, ti aspettiamo nella hall."
Lo schernisco. "Tu non sei il mio capo."
Zack alza un sopracciglio e mi spinge all'indietro con una mano. "Dici?"
Dodici minuti più tardi, ci stipiamo dentro quattro taxi e impieghiamo dieci minuti per arrivare in una qualche boutique di vestiti alla moda che Audrey esige di visitare. Avvistiamo un negozio di musica proprio accanto, e la nostra squadra si divide in due mentre le ragazze più William e Brent, che si è fissato con Louvre, vanno a guardare i vestiti. William strilla più delle ragazze, e seriamente, è talmente dentro all'armadio, che se facesse un passo più in là, il bastardo finirebbe a Narnia.
Il resto di noi entra nel negozio di musica per trastullarsi con gli strumenti.
Brendon e Audrey non si guardano. Perché dovrebbero? Brendon non vorrebbe farsela, comunque. Alla luce del sole, vedo molto più chiaro, e le cose che credevo di aver visto nel cuore della notte dopo un concerto estenuante non sembrano nient'altro che ridicole.
Ci riconoscono nel negozio, il proprietario butta fuori gli altri clienti e chiude temporaneamente il posto così che noi possiamo curiosare senza essere tormentati dai fan.
"Perché non ho una chitarra a doppio manico?" Joe chiede esigentemente mentre io m'innamoro di una ES-335. Spencer si è messo comodo dietro la batteria sul retro, a provare i piatti.
"Conosci qualche canzone su Detroit?" richiamo la sua attenzione, sedendomi su uno sgabello e pizzicando le corde della Gibson.
Spencer si gratta la barba pensosamente. Già, perché mai qualcuno dovrebbe scrivere una canzone su questo posto?
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THROAM, Vol. 1: Over the Tracks | Ryden (Italian Translation)
FanficNell'estate del 1974, Ryan Ross intraprende un estenuante tour in supporto dell'album rivelazione della sua band, sforzandosi di adattarsi alla pressione e alle prospettive di fama improvvisa. Mentre si divide tra la sua band che sta per sciogliersi...