prologo

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Piccole note pre-storia

Io mi scuso già per gli errori, perchè i dizionari che avete in casa, probabilmente, tenteranno il suicidio, ma mi rilasso, scrivere queste poche righe mi rilassa, e spero possano piacere anche a voi!

LaVampy


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Era la solita mattina fredda, quelle mattine in cui il vento trova quell'unico, piccolo spazio per entrare e morderti la pelle. Yuuri correva, le cuffie alle orecchie e la sua playlist preferita ad un volume fin troppo alto, rispetto al solito. Per chi lo guardava sembrava incurante del freddo che lo colpiva. Ma la realtà era ben diversa. Aveva litigato con Viktor, non che le discussioni tra di loro non mancassero, ma forse quella mattina, stanchi entrambi per la lunga settimana di allenamenti estenuanti, gli animi erano più caldi del solito, e le parole volate tra di loro erano state grosse e pesanti. Una valanga uscita dalle labbra di entrambi, guidata dalla rabbia, che aveva spazzato via tutto quello che aveva trovato.

Correva a perdifiato, rischiando più volte di scivolare sul ghiaccio, ma aveva bisogno di non pensare, di credere che quello che era appena avvenuto era il più grande incubo, in cui fosse capitato. Si fermò osservando il mare, sedendosi su una panchina vicino. Avrebbe rimpianto più tardi questa brusca frenata nella corsa, quando i muscoli avrebbero reclamato per il dolore, ma ora voleva solo stare solo. Si sedette, abbassò il volume e si strinse forte le ginocchia al petto, appoggiandovi sopra la testa, mentre calde lacrime rigavano il suo viso, infrangendosi nella sciarpa calda. La sciarpa di Viktor, con il suo profumo e quando lo realizzò, una fitta al fianco gli fece perdere il fiato. Avrebbe veramente fatto le valige e si sarebbe realmente traferito da Georgi come aveva detto? O meglio, come gli aveva urlato, mentre prendeva una foto di loro due e la sbatteva per terra. Era tutto un incubo, che durava ormai da qualche giorno. Alzò il viso, si asciugò le lacrime e lo sguardo si perse nell'orizzonte, mentre la mente elaborava quanto successo.

Yuuri aveva lasciato il Giappone per seguire il compagno in Russia, dove avrebbe ripreso gli allenamenti e allo stesso tempo avrebbe mantenuto il ruolo di Coach, come promesso. I giorni scorrevano felici, tra allenamenti, cene e notti a fare l'amore, fino a ritrovarsi senza fiato. Fino a quando un giorno Viktor avvisò Yuuri che doveva incontrare un nuovo sponsor e sarebbe stato via alcuni giorni. Non era la prima volta che succedeva quindi non vi aveva dato molto peso, anzi aveva tranquillizzato il compagno che non voleva lasciarlo. Viktor si sentiva in colpa, per aveva quella possibilità mentre Yuuri no. Si erano ripromessi di sentirsi ogni volta possibile, via messaggio, la telefono e su Skype.

-Viktor sono solo quattro giorni, posso sopravvivere senza di te- gli disse Yuuri, -E poi viene Yurio- disse ancora il moro, guardando il compagno.

-Ma non è giusto che non ti abbiano chiamato, è colpa mia, ti ho tolto la tua luce- gli aveva detto il russo.

-Dai Viktor, lo sai che odio le foto e le interviste, ti prego, vai e fai quello che sai fare meglio: abbagliali con il tuo sorriso- aveva detto il giapponese, avvicinandosi e baciandolo dolcemente. Era stato un piccolo e breve addio, ma del resto quattro giorni sarebbero volati in un battito di ciglia.

Se non fosse che, in quei giorni Viktor si rivelò assente. Poche chiamate, anzi quasi sempre erano messaggi, e risposte evasive. Il primo giorno aveva dato la colpa al fuso orario, Viktor infatti si trovava a Parigi, e alla stanchezza, ma quando lo aveva chiamato per dirgli che si sarebbe intrattenuto una settimana in più, qualcosa, tra di loro, cambiò.

Yuuri aveva una sensazione strana allo stomaco, ma aveva fiducia in Viktor, e aveva dato la colpa alle interviste, alle fotografie alla fama del compagno, che gli strappava via il tempo dalle mani.

Il cinque volte campione del mondo, Viktor Nikiforov, che tornava in pista, faceva gola a molti sponsor e giornali sportivi.

Così quando, dopo quasi dieci giorni, era rientrato a casa e lo aveva trovato stanco, felice, aveva messo a tacere quella fastidiosa sensazione che ci fosse qualcosa di diverso nel compagno.

Avevano ripreso gli allenamenti, ma il russo era distratto, quasi non fosse lui. Lasciò più volte gli allenamenti prima del previsto, facendo infuriare Yakov oltre misura, cadeva eseguendo semplicissimi salti, e inciampava nei passi basi. Per non parlare delle notti, non si erano più toccati e non avevano ancora fatto l'amore. Quando entrava in camera Viktor già dormiva e alla mattina quando si svegliava, il compagno si era già alzato e in casa non c'era. Cosa era successo in quei giorni che aveva cambiato Viktor? Rendendolo un alieno, anche, agli occhi dei compagni? Tutti guardavano Yuuri in cerca di risposte, ma lui cercava sempre una giustificazione a tutto. Le notti scorrevano solitarie e le giornate di allenamento era sempre peggiori.

E ben presto si ritrovò costretto ad ammettere che nel compagno c'era stato un cambiamento. Anche se non lo aveva voluto ammettere, perché aveva paura delle conseguenze. Forse il quei giorni si era reso conto che stava meglio senza di lui? O semplicemente gli mancava la sua vecchia vita? Non aveva forse insistito, lui per primo, per far si che Viktor tornasse in pista? E allora come mai, guardando anche i suoi nuovi compagni, ora aveva l'impressione di aver messo a repentaglio la felicità di tutti?

L'Angolo della Vampy

Note sopra e note sotto, ma quanto scrivo??

Ecco... questo è un prologo, spero la storia vi abbia un po' interessato, e cercherò di aggiornare almeno una volta alla settimana, se invece non vi è piaciuta vi chiedo scusa per il disturbo. Con affetto, LaVampy

Yuri On Ice : In quei GiorniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora