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-Mi spiegate cosa succede?- chiese Chris, ma fu interrotto dall'urlo di Viktor, carico di dolore e agonia, mentre si alzava dal divano per poi crollare a terra, incosciente. La televisione stava trasmettendo un edizione straordinaria. Il Volo diretto in Giappone era sparito dai radar poco dopo il decollo. E nella stanza cadde il silenzio. -Cosa cazzo?- chiese Yuri, guardando Chris che era corso da Viktor alzandolo da terra.
-Mon Dieu- disse Chris, guardando il monitor, dove le notizie scorrevano veloci, e anche se in russo, Chris le comprese ugualmente.
Il telefono di Yuri iniziò a suonare, e il biondo corse a rispondere sperando fosse Yuuri. -Pronto Cotoletta, dove cazzo sei? Esordì senza guardare il display.
-Sono io-disse dall'altra parte Mila.
-Siamo tutti qui- disse semplicemente Yuri, -Davanti alla televisione, vieni qui, Subito!- urlò, gettando poi il cellulare sul divano, lontano.
-Yura?- chiese Otabek avvicinandosi.
-Era Mila, sta venendo qui, ha sentito la notizia alla radio-.
-Dobbiamo avvisare i suoi?-chiese Chris, allontanandosi da Viktor e raggiungendo i due ragazzi.
-Non sappiamo nemmeno se era su quell'aereo- disse Yuri, sospirando, non credendo nemmeno lui alle sue parole.
-E con lui?-chiese Chrsi, indicando Viktor,-Cosa facc.. Scusatemi devo rispondere- disse interrompendosi.
-Pronto?- disse sottovoce.
-Chris? Dio stai bene. Ho sentito dell'aereo, grazie a Dio-.
Il cuore dello svizzero fece una capriola, Etienne era preoccupato forse non tutto era perduto, lo amava ancora. Rilasciando un sospiro che non sapeva di trattenere, riprese a parlare.
-Si Etienne, non era il mio aereo, ma...- disse lo svizzero con la voce rotta.
-Ma?-chiese Etienne, sollecitando il compagno a continuare.
-C'era Yuuri, stava tornando dai suoi genitori, dopo aver litigato con Viktor- rispose lo svizzero.
-Yuuri era sull'aereo?-. -Sarete contenti tu e Viktor, ora- disse malignamente Etienne, facendo quasi cadere dalla sedia lo svizzero.
-Io...io.. Non è colpa mia- cercò di difendersi lo svizzero.
-Non sono io quello che è andato con il suo fidanzato- replicò Etienne.
-Non è colpa mia- rispose Chris, guardando supplichevole Otabek e Yuri.
-Se te lo fossi tenuto nei pantaloni, Yuuri non sarebbe salito su quell'aereo- ripetè l'altro.
-Etienne non so più come dirtelo, non sono stato a letto con Viktor- urlò lo svizzero, poco dopo. -Ti prego devi credermi-, stava urlando al telefono, finchè Otabek non glielo strappò dalle mani.
-Etienne sono Beka-disse il moro, la voce seria. -SI, è vero- rispose alle domande il ragazzo, restando poi in silenzio. -
Ti aspettiamo- disse poi interrompendo la comunicazione e porgendo il telefono al proprietario che lo aveva guardato allibito.
-Sta venendo qui, un problema alla volta- rispose Otabek, dandogli le spalle. -Ora dobbiamo cercare di capire se Yuuri fosse o meno su quell'aereo- .
-Ma Etienne, mi odia-disse piangendo lo svizzero.
-Ora è il problema minore quando è qui ci parleremo, e ci sarà anche Viktor- disse il Kazako.
-Ho già chiamato Yakov, sta andando in aereoporto, appena sa ci fa sapere- disse Yuri, avvicinandosi a Otabek.
-Cosa facciamo?-chiese sottovoce per non farsi sentire dallo svizzero.
-Pregare-rispose semplicemente il moro.
-Preparo del caffè, sarà una lunga notte- disse Chris, andando in cucina, asciugandosi le lacrime. In realtà voleva solo restare solo. Etienne stava arrivando, ma quella chiamata l'aveva ucciso dentro. Sentire la voce del suo ragazzo, carica di odio e di dolore era stato un duro colpo. Sperava solo di sistemare la situazione, di scoprire che Yuuri stava bene, e di tornare a casa con Etienne. Perché non riusciva ad immaginare la sua vita senza Etienne. Si asciugò le lacrime, e dopo aver aperto diverse ante trovò il necessario per fare il caffè, un gesto semplice ma che ora sembrava pesare come un macigno sul cuore.



Viktor nel frattempo, si stava riprendendo. Si ritrovò sul divano di Yuri, con la mano che pulsava, cercò di far mente locale di quello che era successo, ma aveva la mente confusa. Sentì solo Chris e Yuri parlare sottovoce. Poi all'improvviso si ricordò tutto. Accese la televisione, e la verità lo colpì come un pugno. Era tutto vero, non era un incubo. L'aero di Yuuri era sparito dai radar e non si sapeva se fosse caduto in mare. Squadre di soccorso stavano già cercando il relitto e le persone a bordo. Otto membri dell'equipaggio e cinquanta passeggieri, tra cui Yuuri. Il suo Yuuri. L'unica persona veramente importante. L'aveva allontanato perché volesse che vivesse appieno la sua vita da pattinatore, ma invece il destino era stato bastardo.


-Yuuri- disse solo cadendo in ginocchio, il fiato corto, le guance rigate di lacrime, mentre batteva i pugni per terra, guardando la televisione, voltandosi appena quando si sentì chiamare, senza vedere nessuno.
-Non ti avvicinare, ho ucciso Yuuri- urlò Viktor, alzandosi per poi ricadere poco dopo per terra.
-Viktor, calmati- disse Yuri avvicinandosi, ma fu spinto indietro da Viktor, che si teneva la gola con le mani, come se non riuscisse a respirare, il fiato sempre più corto, il viso rosso.
-L'ho ucciso- disse Viktor, la rotta voce dal pianto. -Ho ucciso Yuuri- ripeteva, colpendosi le cosce con i pugni, incurante del dolore alla mano.
-Viktor, calmati- disse Yuri, avvicinandosi delicatamente.
-L'ho ucciso- continuava a ripete il russo, come un mantra. Il fiato sempre più corto.
-Yuri,io... non respiro-disse in un rantolo, poco prima di accasciarsi contro il divano. Continuando ad urlare il nome di Yuuri, portandosi le mani alle orecchie. -Yuuri, ho ucciso, Yuuri- erano le uniche parole che riusciva a dire, mentre con le mani si stringeva i capelli, con le nocche bianche. -Ho ucciso Yuuri. E' salito sull'aereo per colpa mia- continuava a ripete, allontanando con forza Chris che si era avvicinato.
-Viktor, devi calmarti-stava dicendo Yuri, senza successo.
-Co-cosa facciamo? Si farà male-disse Chris, la voce nel panico.
Viktor per terra appoggiato al divano, respirava a fatica, la fronte imperlata di sudore, mentre urlava a tutti di stare zitti. -Sono un assassino- continuava a ripetere, colpendosi il petto con le mani.
-La mano- sussurrò Otabek a Yuri, vedendo la fasciatura di Viktor, grondante di sangue.
Tutti immobilizzati e terrorizzati dalla scena. Viktor, quello più forte, quello che sorreggeva tutti, era per terra, piangente e urlante e loro si sentivano impotenti. Nessuno si accorse che in casa non erano più soli.
-Vitya- urlò una voce prepotente dalla porta, e Viktor si fermò improvvisamente, incapace anche di respirare. Cercando con lo sguardo spento quella voce amica, tra le tante che gli urlavano nella testa.
-Fuori tutti subito- urlò Yakov, avvicinandosi a Viktor e chiamandolo ancora
-Vitya, respira con me. E' solo un attacco, va tutto bene, te lo ricordi, succedeva anche quando eri piccolo- disse l'uomo cercando di togliere le mani dai capelli del russo, senza successo, rinunciando per paura che il giovane si potesse fare male.
-Viktor, guardami- ma nemmeno questo sembrò smuovere il ragazzo, che continuava a respirare sempre troppo velocemente.
-Vitya, respira, guardami- ripetè l'uomo, accarezzandogli il viso dolcemente.
-Ecco, bravo così-, -Respira-stava ripetendo Yakov, al russo, cercando di farlo calmare.
-Yuuri, ho ucciso Yuuri. Il mio Yuuri. Un mostro, sono un mostro- urlò di nuovo il ragazzo, stringendo forte le braccia di Yakov.
-Viktor, non lo sappiamo, ma devi calmarti va bene? Puoi farlo per me?- disse dolcemente Yakov.
-Falle stare zitte, ti prego, mandale via- urlò nuovamente Viktor, le guance rigate dalle lacrime, le mani strette sulle orecchie.
-Io le mando via, ma tu devi respirare con me- disse ancora Yakov, accarezzando dolcemente la testa del ragazzo. -Respira Vitya- ripetè ancora, sollevato di vedere Viktor, che lentamente si stava calmando, spossato dall'attacco, la voce roca per le urla di poco prima.
-Yuuri- disse solo Viktor, prima di affondare la testa nel petto dell'uomo, in un pianto a ridotto. Yakov si limitò ad abbracciare il ragazzo, cullandolo dolcemente, finchè non lo sentì rilassarsi. Delicatamente lo alzò da terra e lo fece distendere sul divano, coprendolo con una coperta. Chiamò Yuri, chiese delle garze pulite e medicò la mano di Viktor. -Ha avuto un attacco di panico, erano anni che non succedeva, ma la notizia l'ha sconvolto- disse uscendo dalla stanza.
-Pensavamo fossi andato all'aereoporto-disse Yuri, porgendogli un bicchiere d'acqua.
-Conosco Viktor, come conosco ognuno di voi, sapevo che poteva succedere, in aereoporto sta andando Mila, con Lilia- rispose Yakov, con voce burbera. -Ora vorrei sapere cosa sta succedendo-. E Yuri gli raccontò tutto.
-Quei due sono degli idioti- disse poco dopo Yakov; - e voi dovevate avvertirmi subito, non ora!-urlò con rabbia l'allenatore. -Sono il vostro coach, ma sono anche ...- disse con la voce spenta, -... il vostro responsabile-.
-Mi dispiace, non sapevamo nulla, Vik...- cercò di farlo ragionare Yuri.
-C'è altro che devo sapere?-chiese interrompendo il biondo.
-Non abbiamo detto nulla a nessuno- disse Otabek, stringendo con una mano la spalla del compagno, pronto ad azzannarsi con il suo allenatore.
-Vado in aereoporto- disse Yakov, alzandosi e prendendo la giacca.
-E lui?-chiese Chris, indicando la stanza con Viktor.
-Dovrebbe dormire qualche ora, ma se succedesse di nuovo, dovete farlo parlare e respirare, non fermatelo, non ditegli di calmarsi, ascoltatelo e fatelo respirare- disse il russo, uscendo dalla stanza.
-Questo è un fottuto incubo- disse con rabbia Yuri, scostandosi dal compagno, e andando in camera sbattendo la porta.
-Magari-sospirò Otabek, passandosi stancamente le mani tra i capelli.

Yuri On Ice : In quei GiorniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora