XV

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-Amore?- urlò Chris dalla cucina, chiamando il compagno, senza ricevere nessuna risposta. Attese pazientemente, un secondo e poi, con un tono di voce un'ottava più alta, richiamò il compagno. -Etienne?- ma anche quella volta il suo richiamo, vibrò per le pareti della casa, rompendo il silenzio. Si asciugò le mani sui pantaloni e uscì per dirigersi in sala, pronto nuovamente ad urlare quando si fermò all'improvviso, prese il telefono e scattò una foto, sorridendo.



Etienne con la testa appoggiata sulle braccia congiunte dormiva dolcemente, il suo lieve russare, interrotto dalle fusa della gattina bianca, che invece avvolta in un bozzolo di pelo, era appoggiata sulla tastiera. Forse sarebbe stato il caso di svegliare il compagno, ma vederlo finalmente rilassato, dopo giorni era qualcosa di stupendo. Chi l'avrebbe mai detto che organizzare un matrimonio sarebbe stato così complicato? Avevano deciso di occuparsi di tutto loro, senza l'aiuto di nessuna. Una semplice cerimonia, in una spiaggia spagnola, lontano da flash e paparazzi curiosi. Voleva sposare il suo uomo come Christophe Giacometti e non come Giacometti stella del pattinaggio su ghiaccio. 


Già avere al matrimonio Viktor come testimone, aveva creato qualche piccolo screzio con il compagno, e di certo non voleva tirare troppo la corda. Il manager odiava la pubblicità, così come odiava Viktor.  Aveva cercato di spiegargli il modo di ragionare del russo, ma ogni volta Etienne scattava come una molla e lui rinunciava. 

Sapeva che il pugno che gli aveva dato era solo una piccola soddisfazione, e da una parte capiva il rancore del compagno, verso il russo. Forse anche lui avrebbe reagito così. Per quello, quando gli aveva comunicato che aveva chiesto a Viktor di essere il suo testimone, si era premurato di organizzare per Etienne una cena a lume di candela, con i suoi piatti e la sua musica preferita. Ma del resto Etienne era la persona che meglio lo conosceva dopo sua madre, e a metà della cena aveva esordito con: -Ho capito, va bene, non lo sopporto e questo sarà il mio regalo di nozze, sopportare Nikiforov per una giornata intera-. E Chris guardandolo aveva capito che lui era certamente quello giusto, e quei piccoli dubbi e ansie che lo avevano accompagnato, erano magicamente spariti. Ed ora eccolo lì, ad osservare di nascosto il suo compagno che dormiva, indeciso se svegliarlo o meno, ma poi la ragione ebbe la meglio. In quella posizione, l'indomani, si sarebbe svegliato tutto indolenzito. 

Scostandogli una ciocca da sopra la fronte ci poggiò sopra le labbra, chiamandolo dolcemente. Ma l'unica che si mosse fu la gatta che stiracchiandosi si alzò e con un balzo, atterrò silenziosamente sul pavimento per uscire con la coda dritta. Muovendosi aveva riattivato lo schermo del computer. La sua foto, mentre dormiva, lo fece commuovere e arrabbiare allo stesso tempo. Ecco come mai il manager non voleva mai che il compagno usasse il suo portatile.


-Ety,amore, andiamo a letto- sussurrò il russo.
-Non ...Ety- biascicò l'altro nel sonno.
-Non ti chiamo Ety, se ora ti svegli e vieni a letto- rispose l'altro sorridendo.
-Ma sono a letto- ribattè l'altro, tornando a dormire.
-No che non sei a letto, piccolo sacco di patate- rispose Chris, prendendolo tra le braccia e portandolo in camera. -E sinceramente ti credevo più leggero- rise l'altro, perdendosi negli occhi aperti del compagno.
-Mi hai appena detto che sono pesante?-chiese l'altro improvvisamente sveglio.
-Fammi capire è mezz'ora che ti parlo e tu ti svegli solo ora, che stavo parlando da solo?- si stupì il biondo.
-Non hai risposto- mormorò Etienne, incrociando le braccia.
-E non intendo farlo- disse l'altro scostando il lenzuolo e mettendosi a letto.
-Chris?- chiese Etienne, guardando il profilo del compagno.
-Dimmi- rispose l'altro.
-Sono grasso?-.
-Dormi Ety- ringhiò sottovoce il pattinatore.
-No, rispondimi- si puntò il manager.
-Non sei grasso e nemmeno pesante, sei bellissimo- rispose poco dopo Chris.
-Lo so- disse ridendo il manager, sposandosi quel che bastava per trovarsi spalla a spalla con il compagno.
-Chris?- domando poco dopo.
-Dimmi- rispose l'altro, la voce mezza addormentata.
-Oggi ho ordinato i fiori e il servizio catering- iniziò il manager. -Ma ho una domanda, importante- disse seriamente, facendo preoccupare lo svizzero.
-Non ci starai ripensando? Vero?- chiese allarmato l'altro, appoggiandosi sul gomito.
-No no, ma cosa vai a pensare- disse l'altro sorridendo.
-E allora? Non farmi preoccupare-.
-Qual è il colore che odia Viktor?- chiese poco dopo il manager.
-Il colore che odia? Ho capito bene? Perché?- chiese stupito.
-Perché devo decidere il colore degli abiti dei testimoni- rispose innocentemente l'altro.
-Etienne!- disse ridendo Chris.
-Senti mi devo sopportare il tuo ex al mio matrimonio, e in più con quello che ha fatto a Yuuri, è il minimo- disse appoggiandosi alla testiera del letto, le mani giunte tra loro, i pollici che si muovevano nervosamente.
-Amore?-chiamò Chris, dolcemente, ma Etienne non si voltò.
-Amore? Mi guardi?- provò nuovamente e questa volta il manager alzò lo sguardo. -Cosa succede veramente?-.
-Nulla- rispose il manager.
-Che conoscendoti significa tutto- rispose serio lo svizzero, attendendo che il compagno si decidesse a parlare, prese la rivista sul comodino, chiudendola poco dopo quando vide che parlava di diete e prodotti per l'ambiente.
-E' che sono andato fuori di testa, quando ho creduto che tu fossi andato a letto con Viktor, non ti ho dato nemmeno la possibilità di spiegarti- iniziò sottovoce il manager.
-Me lo ricordo- rispose Chris, -Ma non capisco quale sia il problema-.
-E se succede quando siamo sposati? Io sono geloso Chris, lo sai, è il mio più grande difetto e non riesco a smettere, fosse per me ti farei gareggiare con lo scafandro- continuò il manager. -E' più forte di me e ho paura che questo possa essere un ostacolo, grosso, tra di noi-.
-Ehi, ehi Etienne, ascoltami. Non mi stai dicendo nulla di nuovo, stiamo insieme da tantissimi anni, ci conosciamo dai tempi dell'asilo, so come sei fatto e so come ami. Ed è in parte colpa mia, se hai questi dubbi. Ti ho messo sotto il naso la mia storia malata con Viktor, per troppo tempo, senza accorgermi che soffrivi. Chiedendoti consigli, facendoti venire ad ore assurde nei locali per riportarci in albergo, perché eravamo troppo ubriachi anche per chiamare un taxi. E tu l'hai sempre fatto, silenziosamente, rimediando con la stampa i nostri casini. Non ti biasimo se odi Viktor, ma non è tutta colpa sua, in parte è mia responsabilità. Sono io che dovrei aver paura che tu non mi voglia sposare perché sono un idiota- disse l'altro prendendogli una mano. -La tua gelosia, mi fa capire che mi ami, e che sono fortunato. Perché nonostante tutto quello che ti ho fatto passare, sei ancora qui-.
-Ci sono stati giorni in cui ti ho odiato profondamente, troppo. Ho odiato Viktor con tutte le mie forze, anche quando cercavi di non farmi vedere le tua lacrime e il tuo dolore- disse Etienne, la voce bassa.
-Amore, ci stiamo per sposare, tu hai scelto me e io ho scelto te. Non c'è altro da dire. Io ti amo, e passerò ogni secondo della mia vita dimostrandotelo-.
-Scusa Chris- rispose il manager, singhiozzando piano. -Sono un idiota-.
-Sei il mio idiota- rispose Chris, baciandogli la testa. Restarono così abbracciati in silenzio, tra le mille emozioni, e le paure che piano piano svanivano.
-Quindi il colore?- chiese Etienne la voce attutita dalla maglia del compagno.
-Eh no caro, basta parlare di Viktor- disse mentre, facendosi leva con il corpo si ritrovò sopra Etienne, mentre con le labbra catturava la lieve risata del manager, staccandosi quando entrambi si ritrovarono senza fiato, le pupille dilatate dal piacere. Chris mosse appena il bacino avanti e indietro facendo grugnire di piacere il compagno.
-Chris...- piagnucolò il moro, alzandosi quel poco che poteva dal materasso.
-Dimmi- disse Chris, accarezzando il compagno attraverso il pigiama.
-Ti amo- disse semplicemente Chris prima di perdersi in sospiri e gemiti, tra le braccia del compagno.
E fu così che li trovò il sole il giorno dopo, avvolti dal lenzuolo uno tra le braccia dell'altro.
-Amore- chiamò dolcemente Chris.
-Uh..Uh- rispose Etienne.
-Andiamo da Yuuri? E poi in sartoria?-.
-Quindi mi dirai il colore?-disse l'altro aprendo un occhio.
-No amore, semplicemente sceglieremo quello che piace a noi, e se a lui non piace fanculo. Non voglio del verde al mio matrimonio-.
-Quindi è il verde?- disse Etienne ridendo contento.
-Ti odio- rispose lo svizzero.
-Non è vero, mi ami,- disse balzando giù dal letto felice. -Forza, doccia, clinica e sartoria-.
-Sapevo che non dovevo dirtelo- disse affondando nei cuscini, il braccio sopra gli occhi.
-Andiamo- ripetè Etienne, battendo le mani e allo svizzero non restò altro se non alzarsi e andare dietro al compagno. -Ti amo, Beka- disse mormorando il biondo, ancora ansimando in cerca di ossigeno, mentre gli ultimi spasmi dell'orgasmo, abbandonavano il suo corpo.
-Anche io, ti amo- rispose il kazako, scoppiando poi a ridere, cercando di ricomporsi. -Abbiamo veramente fatto sesso in un bagno?-.
-Così sembrerebbe- disse l'altro, aprendo il rubinetto e cercando di darsi una sistemata, incrociando lo sguardo del compagno attraverso lo specchio.
-Mi porti sulla brutta strada, piccolo russo- disse l'altro abbracciandolo da dietro, lavandosi anche lui le mani. Yuri sospirò di piacere avvolto tra le braccia protettive del compagno.
-Oh nulla paragonata a quando eravamo nel sacco a pelo...- iniziò il biondo.
-Nella stessa tenda con Viktor e Yuuri?- finì l'altro arrossendo, e Yuri si girò per baciarlo dolcemente.
-Adoro quando ti imbarazzi, il tuo viso è stupendo- disse quando si staccò.
-E io adoro te, e il tuo caratteraccio burbero, ma ora credo sia il caso di chieder scusa a Ivan e andare da Yuuri, mi sembrava piuttosto turbato-.
-Io non chiedo scusa a nessuno- ringhiò l'altro.
-Yura......-lo ammonì il compagno.
-Yura un cazzo- disse l'altro sorridendo.
-Mi farai diventare pazzo-.
-Pazzo d'amore?- chiese il russo.
-Non quello lo sono già. E mi sa che mi sono rovinato con le mie stesse mani- sorride l'altro, aprendo la porta.
-Ehi-lo schiaffeggiò su una natica Yuri, facendo saltare il moro.
-Se non fosse che quelle mani mi fanno impazzire, te le taglierei-ringhiò il kazaco.
-Sesso in bagno e una battuta, facciamo progressi- disse il biondo, fermandosi.
-Vero, ora mi resta solo che trovarmi un fidanzato per bene- disse il moro, accarezzandogli una guancia.
-Quando lo trovi, presentamelo- rispose il biondo, arrossendo, prima di Bisbigliargli sulle labbra, l'ennesimo ti amo.
Data l'ora tardi non trovarono nessuno nei corridoi e puntarono direttamente alla camera del giapponese, cercando di fare meno rumore possibile. Anche se in clinica erano conosciuti, alcune infermiere erano piuttosto dure sugli orari di visita. Quando furono davanti alla porta e videro la luce accesa la aprirono delicatamente. Era già capito più volte che Yuuri si addormentasse sfinito con la luce accesa. Ma quando il russo entrò ciò che vide lo fece bloccare immediatamente tanto che per il compagno, fu impossibile, non inciampargli contro.
-Yuri, ma che...- ma le parole gli morirono in un sorriso. Prese delicatamente il compagno, lo spostò, chiuse la luce e uscì dalla stanza, trascinando il biondo che era restato in silenzio. Prese i cappotti di entrambi e poco dopo uscirono dalla clinica rabbrividendo per la differenza di temperatura. Yuri in tutto quell'arco di tempo, non aveva ancora proferito parola.
-Tu hai visto, quello che ho visto io?-chiese poco dopo Yuri, salendo con l'ascensore alla camera d'albergo.
-Si-rispose l'altro.
-Quindi è tutto sistemato, secondo te?-.
-No, ma è un bel passo avanti- rispose il kazaco, aprendo la porta.
-Credo sia il caso di avvisare Ivan e Chris-disse il biondo prendendo il telefono.
-Chris?-disse il moro, guardando il biondo.
-Certo Chris e Etienne- rispose il russo, guardandolo come se fosse impazzito.
-Etienne?- ripetè nuovamente il moro.
-Si Etienne il compagno di Giacometti- rispose il russo.
-So chi è Etienne- ringhiò il moro.
-Otabek, odio quando fai così, con le tue cazzo di frasi a metà. Che cazzo c'è ora che non va?- disse il biondo piuttosto alterato.
-Non credo che Etienne approverà questo ritorno-.
-Beh, non deve di certo scoparselo lui- disse il biondo.
-Ma un discorso senza usare un linguaggio scurrile, lo possiamo avere?-chiese Beka, sedendosi sul divano.
-Se tu mi aiutassi a capire cosa stai cercando di dirmi, io eviterei di incazzarmi- rispose il biondo, sedendosi sulla poltrona di fronte, una gamba sotto il sedere e l'altra appoggiata al bracciolo.
-Credo debba dirglielo Yuuri. Etienne vede ancora rosso quando sente il nome Viktor- disse l'altro.
-Ma se è il testimone di Chris-.
-Si, ed è solo per quello che lo sopporta, se ora gli diciamo che in questo momento Viktor sta dormendo con Yuuri, credo potrebbe venire qui e non finirebbe bene-.
-Quante complicazioni, ti prego, Beka, non diventiamo così- rispose il biondo, sottovoce.
-Mai- disse alzandosi, e appoggiando le mani sui braccioli si sporse per baciarlo. E tutto fu dimenticato.
Quando Yuuri si svegliò ci mise qualche secondo per capire la posizione in cui si trovava, realizzando di trovarsi su qualcosa di caldo e profumato. Il profumo di casa, il profumo di Viktor. Cercò di muoversi piano senza svegliarlo. Scure occhiaie segnavano il viso, sempre bellissimo, del russo. E il cuore gli si strinse quando capì che forse era colpa sua. Allungò la mano accarezzando quel profilo, che tanto amava. Era stato un idiota, ma forse anche gli idioti avevano una seconda possibilità.
-Buongiorno- disse Viktor, gli occhi ancora chiusi.
-Buongiorno-rispose Yuuri, sorridendo, continuando la sua carezza. Felice di sentire il compagno rabbrividire. Poi si bloccò improvvisamente, boccheggiando, tanto che Viktor spaventato spalancò gli occhi.
-Yuuri, che cosa succede hai male da qualche parte?- chiese, ma il giapponese negò, sempre senza proferire parola. Anzi face per spostarsi senza riuscirci.
-Yuuri, non andare in panico, dimmi cosa succede-, chiese nuovamente il russo ma il giapponese negò con la testa.
-Yuuri- disse in tono secco il russo e questo sembrò calmare il giapponese che si immobilizzò, affondando il viso, imbarazzato, nel collo del compagno, aspirandone il profumo.
-Scu-scusa-chiese il giapponese poco dopo.
-Ora mi dici cosa c'è che non va?-chiese il russo, preoccupato.
-In realtà nulla, semplicemente io... io... - disse il giapponese imbarazzato.
-Tu cosa?-chiese Viktor, sedendosi a trascinando con se Yuuri, prima di catturargli le labbra con le sue.
-Viktor, ti prego- mormorò il giapponese in imbarazzo.
-Cosa?- chiese il russo allontanandosi, -Non ti piacciono più i miei baci?-.
-E' questo il problema- disse il moro.
-Non ti piaccio più, credevo che avessimo chiarito ier...- disse il russo, ma fu interrotto dal giapponese.
-Mi piace troppo- mormorò imbarazzato. -E' la prima volta dopo l'incidente che...- disse arrossendo all'inverosimile.
-Non capisco- ripetè il russo.
-Non me la rendi semplice vero?- disse l'altro, quando si accorse che il russo cercava in tutti i modi di non ridere.
-Per nulla-rispose ridendo, -Ma forse posso fare qualcosa-disse , prima di scendere con la mano ad accarezzare la pancia del compagno.
-Yuuri- esclamò ritraendo la mano, improvvisamente.
-Cosa?-chiese l'altro confuso.
-Che fine ha fatto la mia pancia piatta?- chiese Viktor, tornando con la mano ad accarezzare la pancia del compagno, stingendo tra le dita un po' di pelle.
-Viktor-mormorò l'altro sulle sue labbra, agonizzando in cerca di piacere.
-Yuuri, cosa vorresti?-.
-Toccami- rispose l'altro.
-Lo sto facendo- rispose il russo.
-Non li-.
-Dove?-.
-Più in basso- rispose il giapponese, muovendo il bacino.
-No ci arrivo, c'è troppa ciccia-mormorò il russo.
-Ti prego Viktor- implorò il giapponese.
-Tornerai a camminare, mangiare regolarmente e soprattutto uscirai da questo buco?-chiese il russo, accarezzando dolcemente la pancia del compagno e sempre più in giù, fino a quando sfinito non si appoggiò al petto del compagno. Le lacrime che lente scorrevano sul suo viso.
-Non voglio uscire ... così- si impuntò l'altro, scostandosi appena, respirando a fatica.
-Perché?-chiese il russo.
-Perché questo non sono io, non voglio che mi vedano così-.
-Così come?- chiese Viktor.
-Come un perdente-.
-Non lo sei Yuuri- disse l'altro baciandolo. -Guardati- disse Viktor, indicandogli le gambe. -Ti stai muovendo, da cinque minuti- disse tornando a baciarlo dolcemente.
-Viktor...?-.
-Si Yuuri-.
-Ti odio, perché hai sempre ragione-.
-Ti amo anche io piccolo porcellino-.



-Yuuri smettila di fare lo scansafatiche- gli urlò contro Viktor.


-Non sto facendo lo scansafatiche- ringhiò il giapponese, appoggiato alle sbarre.
-Ma se sta facendo tutto Manuel, e tu non muovi un muscolo-.
-Se credi sia semplice fallo te- ringhiò il giapponese.
-Io ti dico solo quello che vedo- disse il russo.
-E io vedo solo uno str...- ma prima di terminare la frase, il giapponese si fermò, il naso che colava e il sudore che gli accecava gli occhi.
-No-disse Viktor, al ragazzo che si alzava per andare a pulirlo, -Può farlo da solo-.
-Signor Nikiforov- disse il fisioterapista. -Mi lasci fare il mio lavoro-.
-Senta lei è il suo fisioterapista, io sono il suo allenatore- ringhiò il russo.
-E io che credevo fossi il mio compagno- rispose il giapponese.
-Forse sono anche quello- disse serio, posizionandosi davanti alle sbarre. -Dai Yuuri, mi sembra tu stia dormendo in piedi-.
-Mi fanno male le gambe- ringhiò il giapponese.
-Se non avessi poltrito a letto, depresso, non farebbero così male-.
-Viktor- disse Ivan, avvicinandosi. -E' il caso che usciamo-.
-E se tu non avessi fatto lo stronzo, io non sarei salito sull'aereo e non avrei perso tutto- urlò il giapponese, passo dopo passo, senza il supporto del fisioterapista, arrivando davanti al russo e schiaffeggiandolo debolmente, lunghi lacrimoni rigavano le sue guance.
-Vero, Yuuri. Ma se non ti facessi arrabbiare , saresti ancora la- disse indicando dietro di lui, dove Manuel si era fermato.
-Ti odio- disse crollandogli tra le braccia, piangendo sfinito.
-E comunque, sei stato bravissimo- disse Yuri avvicinandosi e accarezzandogli la testa. -Mentre tu sei il solito stronzo- disse sorridendo a Viktor.

Yuri On Ice : In quei GiorniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora