XIII

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-Giacometti smettila di toccarmi il culo- disse Yuuri la voce resa dura dalla fatica. Aveva ripreso a fare fisioterapia, tanto che dopo due giorni avevano deciso di mettergli un supporto e fargli fare qualche passo. Non che la cose si fosse rivelata facile, ma aveva il supporto morale di tutti.
-Puoi sempre spostarti più avanti, così non ci arrivo- rispose sornione l'altro, dandogli nuovamente un pizzicotto.
-Come se potessi- rispose affannato il giapponese.
-Puoi, eccome se puoi, se la smettessi di poltrire, inoltre scusami ma non è più il culo sodo di una volta, non è bello da toccare-.
-Ma continui a farlo, quindi schifo non ti fa- rispose ancor ail giapponese.
-Vero, ma dato che non ho altri culi da toccare e il tuo è qui immobile davanti a me...- rise, dandogli una piccola strizzata.
-Chris, smettila- ringhiò il giapponese.
-Non ti sto toccando il culo- rispose l'altro, pizzicandogli la parte appena nominata.
-Chris- ringhiò Etienne da attaccato al muro, ma Yuuri era più che certo che stesse sorridendo e scuotendo la sua chioma, come era solito fare.
-Vedi lo dice anche Ety- rispose il giapponese, il viso concentrato per la fatica.
-Ety, mi ha dato il permesso- disse lo svizzero.
-Mi chiamo Etienne- rispose l'altro. -E si hai il permesso, ma non esagerare, altrimenti...divano, per una settimana-.
-E facciamo sesso sul divano?- chiese l'altro.
-Chris- urlarono in contemporanea Yuuri e Etienne.
-Un altro passo- stavano dicendo i fisioterapisti di fianco a lui, per nulla scandalizzati. Erano ormai giorni che Yuuri aveva il suo fanclub. Che fossero Etienne e Chris o Yuri e Otabek, anche Ivan faceva la sua parte, seppur in silenzio. Non perdeva occasione per aggiornare Viktor di ogni singolo miglioramento.
-Forza Yuuri un altro passo ancora- disse l'altro ragazzo. Era un giovane fisioterapista dagli occhi azzurri e i capelli neri come la pece. I primi periodi Yuuri si era sentito quasi in imbarazzo, davanti alla sua bellezza, ma poi aveva scoperto che era un fan di Otabek, e, senza averlo detto a Yuri, faceva in modo che ad ogni turno, potesse avere lui.
-Ety, se ti prendo a calci il fidanzato, ti offendi?- chiese Yuuri, all'ennesimo attaco dello svizzero.
-Sarò onorato di tenertelo fermo- rispose l'altro, ridendo.-Purchè lo prendi a calci tu-.
-Perché lui può chiamarti Ety e non gli dici nulla, e se lo faccio io, mi fai dormire sul divano?- chiese Chris, minaccioso, avvicinandosi al muro.
-Perché io sono più bello di te- disse Yuuri, la lingua tra i denti.
-Lo pensi anche te?- chiese stupito Chris, osservando il compagno.
-Ovviament...- ma fu interrotto dalle labbra del compagno.
-Taci, brutto idiota- disse l'altro geloso, sulle sue labbra. -Tu sei mio, solo mio e nient'altro che mio- rispose lo svizzero.
-Adoro quando sei geloso, diventi un cavernicolo- rispose Etienne, ridendo.
-E si Yuuri è più figo di te- disse strizzandogli una guancia e allontanandosi.
-Ti odio- urlò Chris, sbuffando.
-Non è vero mi ami e tra un mese mi sposi- rispose l'altro.
-Sono stato sedotto con l'inganno- disse Chris, tenendo il broncio.
-E allora me lo sposo io- rispose Yuuri, sbattendo le mani sulle sbarre di legno, che lo facevano restare in equilibrio.
-Tu hai già qualcuno da spos...- disse Chris, bloccandosi all'occhiata fulminante del suo compagno. -E comunque quel tuo culo grosso non entrerebbe nel mio vestito- disse cercando di far ridere l'altro.
-Va tutto bene Ety- disse il giapponese, immaginando la faccia scura del manager, che inceneriva il compagno, cedendo appena, sorretto dalle braccia muscolose del fisioterapista.
-Dai Yuuri, hai camminato più di ieri- disse il manager, -Non mollare ora-.
-Io... io sono stanco, non voglio mollare, ma non riesco più...- disse il giapponese, la fronte imperlata di sudore.
-Ci siamo quasi Yuuri, ancora due passi e abbiamo finito- disse la ragazza. -Cerca di fissare il tuo obiettivo davanti a te-.
-Ho male alla schiena- disse il giapponese, allungando una mano.
-Chiameremo il massaggiatore, lo sai è normale, sono muscoli che erano fermi da troppo- disse ancora la ragazza. Yuuri era ormai prossimo alle lacrime, stava cercando senza riuscirci di nasconderle, ma avendo le mani saldamente ancorate alle sbarre, non poteva asciugarsele.
-Yuuri, va tutto bene- disse Manuel, il fisioterapista moro, asciugandogli le guance con un piccolo asciugamano.
-Vuoi che usciamo?- chiese Chris, tornando serio, e avvicinandosi alle sbarre.
-N-N-no-rispose Yuuri, la voce rotta dal dolore. -Vi prego, restate, parlatemi del matrimonio-.
-Si ecco, il matrimonio è tra un mese, e tu sei il mio testimone- disse Etienne. -Abbiamo deciso i fiori, il buffet, e abbiamo deciso che non ci saranno ne pali e nemmeno alcool- disse ridendo.
-Niente alcool?- chiese Yuuri, con voce flebile. -Ne avrò bisogno, se Chris vuole come testimone Viktor, o sbaglio?- sputò l'altro, tra un affanno e un piccolo grido di dolore.
-Io... te ne avrei parlato- disse Chris, arrossendo ed iniziando a balbettare, scuse senza senso.
-Mi avevi detto che glielo avevi detto- disse Etienne, guardando il compagno.
-Io, non sapevo quando dirglielo-disse l'altro.
-E non ti sembrava il caso di dirgli che il suo ex, sarà il tuo testimone?- chiese l'altro.
-Non è il suo ex- disse Chris, puntando il dito contro Etienne.
-Oh caro, qui ti sbagli, lo è, eccome- rispose il manager.
-Vi prego, non litigate, non ho la forza per camminare e ascoltare voi- disse il giapponese, la voce stanca.
-Scusaci- rispose Etienne, guardando il compagno e facendogli capire che il discorso era tutt'altro che chiuso.
-Mi tocca il divano?-chiese Chris, facendo il giro e abbracciando il compagno, che non rispose.
-Il divano sul terrazzo?- chiese ancora lo svizzero.
-Probabilmente si- rispose Etienne, scostandosi appena, senza riuscirci.
-Lo sai che ti amo?- chiese Chris, sottovoce.
-Dio preferisco sentirvi litigare- disse il giapponese con una smorfia.
-Passi troppo tempo con Plisetsky- rispose Chris, sorridendo.
-Bravo Yuuri, continua così, sei arrivato, hai visto?- disse Etienne. Yuuri aveva il fiatone, mentre si sedeva sulla sedia e beveva avidamente dalla bottiglia. Un mix di integratori e acqua, come quello che beveva prima di pattinare, e per un attimo la sua mente vagò, a quei periodi felici. Quando tutto era certo.
-Io... Io vorrei... Vorrei tornare a pattinare, in gara, contro di voi- disse all'improvviso, più a se stesso che agli altri. -E ci tornerai, stai facendo passi da gigante- disse Chris, prendendogli una mano.
-Sai che gigante- disse amaramente.
-Sei quasi morto in un incidente aereo- disse Chris, -Dovresti già ritenerti fortunato- disse dolcemente Etienne.
-Non sto dicendo questo è che, so che posso tornare a camminare, ma pattinare?- disse il giapponese afflitto, mentre spingeva la carrozzina nella sala della televisione. Li avrebbero potuto parlare tranquilli, senza disturbare nessuno. E l'idea di tornare nella sua stanza, troppo bianca, gli faceva voglia di correre via. Se solo avesse potuto.
-Qualunque cosa ti passi per la testa- disse Etienne, appoggiandogli una mano sulla spalla, -Adesso non è importante, ora devi pensare a rimetterti in piedi-.
-Quindi Viktor?-chiese Yuuri all'improvviso, dopo alcuni attimi di silenzio.
-Solo se per te non è un problema- rispose Etienne.
-E' il vostro matrimonio, non vi metterei mai in condizioni di scegliere tra me e lui- rispose Yuuri, con più convinzione. Alla fine lo aveva messo già messo in calcolo, quante volte aveva pensato che se la storia con Viktor sarebbe finita, lui avrebbe comunque frequentato i suoi stessi posti e le stesse persone. Era una vocina che nel tempo, aveva messo a tacere, ma che ogni tanto spuntava, quiando la gelosia lo accecava.
-Yuuri?-lo chiamò Etienne.
-Scusa Ety, ero distratto, dimmi-.
-Sta arrivando Yuri con Beka, hanno chiesto se te la senti di andare a mangiare fuori- chiese Etienne.
-Io... io non posso, sono stanco- rispose balbettando. Non era pronto ad uscire in strada, e farsi vedere sulla sedia a rotelle.
-Non c'è problema, tranquillo- gli disse Etienne. -Magari possiamo ordianre qualcosa e mangiarla qui tutti insieme- rispose l'altro.
-Non vogliono, ci sono regole precise in merito- disse Yuuri, -Ma voi andate pure, veramente- disse, proprio mentre Ivan, entrava nella clinica con Otabek e Yuri.
-Ciao porcello- lo salutò freddamente Yuri, lasciandosi cadere sulla sedia. -Quindi non vieni nemmeno stasera?-.
-Ciao- rispose il ragazzo, spostando la sedia, vicino a loro. -E no, sono stanco- rispose.
-Il ristorante è qui di fronte, e di certo non ci vai correndo-.
-Quale parte di sono stanco non hai capito?-.
-Quale parte di sei un coglione non capisci?- rispose il biondo. E i due si guardarono negli occhi, senza sbattere le palpebre, la tensione che si tagliava con il coltello. e nella stanza calò il silenzio.
-Di cosa si parla?- chiese sedendosi Otabek, non prima di aver appoggiato la mano sulla spalla del compagno.
-Del matrimonio più gay del secolo- rise Chris.
-Ti prego, sei riuscito a fargli passare l'idea del velo bianco?- chiese il biondo al manager, senza mai staccare gli occhi dal giapponese, che poco dopo, in imbarazzo, si mise a giocare con i lacci della cuscino.
-Io mi sposerò solo con il velo bianco- rispose Chris, incrociando le braccia, in un finto broncio, che fece scendere un po' la tensione.
-Ed ecco la risposta- disse Etienne, sbuffando.
-Ti prego non te lo permetterà mai, lo sai?- disse Yuuri, arrossendo. -Avete scelto la musica?-chiese cambiando argomento.
-Tranquillo lo so- rispose Yuuri, che era restato in silenzio, guardandosi le mani, geloso dello scambio di battute. Lui non sapeva nulla, tutto ciò che sapeva erano poche notizie frammentarie.
-Tu sai cosa?-chiese il biondo, la voce più dura del previsto.
-So chi è il testimone di Chris- rispose, il moro, scrollando le spalle ed alzando finalmente lo sguardo.
-Quando gliel'hai detto?- chiese Ivan.
-In realtà l'ha capito da solo-.
-Non avevamo detto di non parlarne?-.
-Potete- chiese Yuuri, sbattendo le mani sul tavolo e facendo sobbalzare tutti. -Potete evitare di parlare come se non fossi qui, e vi ascoltassi? Sono in carrozzina, non sono un coglione-.
-Su questo ho dei dubbi- rispose Yuri, guardandolo.
-Fatti i cazzi tuoi- ringhiò il giapponese.
-Perché? Perché tu possa restare qui, deprimendoti?-chiese il biondo.
-Ti ripeto...-iniziò Yuuri, ma fu interrotto dal biondo.
-Mi ripeti di farmi i cazzi miei? Risparmiati la fatica, tanto non lo faccio- rispose.
-Si può sapere cosa c'è che non va?-chiese Yuuri.
-Oh, lo stai chiedendo a me? Vuoi un elenco?- chiese il biondo.
-Yuri- disse Ivan.
-Yuri cosa? Dobbiamo stare attenti a come si parla, a cosa si dice, avere il terrore di parlare con Yuuri di Viktor e a Viktor di Yuuri. Lo continuate a proteggere e trattare come un idiota- sbottò il biondo.
-Viktor non vuole sentire parlare di me?-chiese Yuuri, la voce bassa, udibile appena.
-Viktor sta male e lo sai, qui vige la regola nessuno parli di Viktor, ma la realtà è questa- disse il biondo. -Si sta ritirando definitivamente-.
-Credevo fosse solo per un certo periodo, ha detto per problemi di salute- disse Chris.
-Così doveva essere, ma alla fine ha deciso che non pattinerà più, perché gli ricorda troppe cose, mi ha chiamato poco fa Yakov-disse il biondo.
-Non ne sapevo nulla- disse Ivan. -Non mi ha detto nulla-.
-Non dovrei saperlo nemmeno io, ma ho sentito la telefonata-.
-E non hai pensato che era meglio dirlo prima a me?-chiese Ivan.
-In modo da addolcirgli la pillola?- chiese il biondo.
-Lo sapete che Yuuri è qui e vi sente?- chiese Etienne, alzandosi.
-Io lo so- rispose Yuri. -E sono stanco di vederlo così- disse Yuri alzandosi.
-Yura- disse Otabek alzandosi a sua volta e cercando di abbracciare il compagno, che però si scostò con rabbia.
-Sapete cosa vedo io? Vedo un amico, che non ha più nemmeno il coraggio di mettere il muso fuori di qui, che si vergogna. E ne vedo un atro che sta mandando a puttane tutto. Viktor ha sbagliato e lo sappiamo, ma lo conosciamo tutti. Tu Yuuri più di tutti lo conosci, ci hai vissuto insieme, sai come ragiona, sai che ti ama. Perché continui a farti del male? Perché continui a fare del male a tutti noi?-.
-Io non faccio del male a nessuno, credi che per me è semplice?-.
-Non lo è e Dio sa solo cosa hai passato, ma stai vivendo nel rancore e questa cosa ti sta logorando dentro-.
-Cosa dovrei fare? Visto che sai tutto?- disse con rabbia Yuuri.
-Perdonalo- disse il biondo.
-Perché? Perché devo farlo, guarda dove sono, guarda cosa sono diventato-.
-Non puoi dargli la colpa dell'aereo, non è colpa sua se quel cazzo di aereo ha avuto un'avaria- urlò quasi Yuri.
-Non voglio farlo, va bene?- rispose l'altro.
-Settimana scorsa eri convinto a prenderlo a calci nel culo e far in modo che non si ritirasse, cosa è cambiato?-.
-Non è cambiato nulla, senti non voglio uscire da qui, in carrozzina-.
-Perché?-.
-Perché non voglio una mia foto su un giornale, mentre sono così-.
-Non ti capisco-.
-Non c'è molto da capire-.
-Beh, sono un coglione e non capisco, quindi spiegati-.
-Non voglio una mia foto così, perché...-.
-Perché?-chiese il biondo.
-Perché in questo modo, può pensare che non sia vero, che sia tutto un incubo. Cuore non vede... occhio...- disse Ivan, e Yuri annuì stancamente.
-Stai sfuggendo dalla realtà-.
-No- rispose il moro.
-Si invece, se solo capissi che quella carrozzina non è per sempre- disse Yuri, -Forse ti alzeresti molto prima-.
-Quindi non intendi venire al matrimonio così?-chiese Etienne, con voce triste.
-Io ve ne avrei parlato- disse Yuuri, guardando implorante Ivan.
-Non fuggire anche da noi, Yuuri. Siamo lontani chilometri da casa perché ti vogliamo bene- disse Otabek, con il suo solito tono calmo, che fece scoppiare a piangere Yuuri.
-Io non voglio... essere un peso-disse Yuuri, scusandosi, per allontanarsi veloce.
-Dio, hai la testa dura- disse Ivan, guardando Yuri.
-Senti, tu hai il compito di farlo stare bene, io ho il compito di essergli amico, e di dirgli le cose in faccia. Sai come la penso dall'inizio-.
-Avevamo detto...- disse Ivan, ma fu interrotto.
-Avevamo detto tante cose, ma la verità è solo una... Yuuri può alzarsi e tornare quello di prima, ma l'unico che è stato in grado di alzarlo da per terra, fino ad ora è sempre e solo stato Viktor. Fattene una ragione- disse allontanandosi per andare in bagno.
-Vado da lui. Mi dispiace è solo stanco della situazione- disse Otabek.
-Sai che ha ragione- disse Etienne, guardando Ivan.
-Deve capirlo anche lui- rispose Ivan, -Yuri la fa semplice ma è dannatamente complicata-.
-Trova una soluzione prima che il piccolo leone ti sbrani. Noi andiamo- disse Chris, prendendo la mano di Etienne. -Torniamo domani-.
Yuri nel frattempo giunto in bagno iniziò a staccare pezzi di carta per asciugarsi le mani, buttandoli nel cestino vicino, fincheè la mano del compagno non gli prese la sua e lo fece voltare.
-Che ne è del "affrontiamo tutto con calma"?-chiese Otabek.
-Io non ci riesco Beka- disse l'altro, cercando di liberarsi le mani.
-Mollami- ringhiò.
-Solo se ti calmi- rispose il moro, impassibile.
-Io sono calmo, sono molto calmo, dannazione mollami le mani- urlò.
-Yura- disse dolcemente Otabek.
-Non farlo- chiese sottovoce il biondo.
-Cosa Yura?- chiese il kazako, guardandolo stupito.
-Non chiamarmi con quel tono- disse l'altro con le lacrime agli occhi.
-Quando la smetti di tenerti tutto dentro e parli con me?- chiese Otabek, avvicinandosi al compagno, che indietreggiando si era ritrovato con le spalle al muro.
-Io sto bene- rispose l'altro alzando il viso, caparbio.
-Chi fugge ora?- chiese il moro. -Yuuri parla con me- ma l'altro si limitò a scuotere la testa.
-Ti prego Yura- disse sottovoce Otabek. -Non parliamo, non facciamo l'amore, non viviamo più io e te da quando è successo tutto. Fai forza a Yuuri, ma la verità è che anche te hai paura, e non ti fidi abbastanza per parlarmene- disse lasciando la presa sulle mani del compagno.
-Questo è ingiusto, lo sai che ti amo- rispose il biondo appoggiando la fronte al uso petto.
-E ti amo pure io, per quello odio questa situazione- disse abbracciandolo e portandoselo più vicino. Restarono così alcuni minuti. In silenzio.
-Io ti amo- disse Yuri, la voce attutita dalla maglia del compagno. -Anche se non te lo dico sempre, ti amo- disse scostandosi e alzandosi sulle punte per baciarlo. Un bacio iniziato come un semplice tocco di labbra che prese fuoco lentamente.
-Yura-ringhiò il kazako sulle labbra del compagno, quando sentì il compagno accarezzarlo, sotto la maglia, scendendo sempre più in basso.
-Dimmi- disse l'altro malizioso.
-Yura, siamo in clinica. In un bagno- disse l'altro. -Non mi pare che...- ma si interruppe quando la mano del compagno, lo accarezzo intimamente.
-Non eri tu che ti lamentavi che non abbiamo più fatto l'amore?-.
-Vero. Possiamo fare l'amore anche qui, l'abbiamo fatto in posti peggiori, ma resta il fatto che non parli con me- rispose il moro, reprimendo un singhiozzo, quando il compagno scostandosi tolse la mano, dandogli la schiena.
-Ho paura Beka- disse poco dopo Yuri.
-Di cosa?-chiese Otabek.
-Di finire come loro, di arrivare al punto in cui le nostre carriere ci metteranno davanti ad una scelta- .
-Solo di questo hai paura?-chiese ancora.
-No- rispose l'altro restando in silenzio. -Ho paura che anche io potrei reagire come Viktor-.
-Ehi, guardami- disse Otabek, facendo voltare il compagno.
-Io ho già fatto la mia scelta, anni fa. Quando ho deciso di farti salire sulla mia moro, fregandomene di quello che pensava la gente. Io la mi scelta l'ho fatta aspettando che tu ti decidessi ad ammettere che mi amavi. E se un giorno dovrò scegliere tra una medaglia e te, scelgo te, perché sei la mia vittoria più bella-.
-Io... io...- disse Yuri senza fiato.
-Non devi dire nulla, lo sai che non sono bravo con i discorsi- disse l'altro imbarazzato.
-Meno male che non sei bravo, ma io ti amo, e amo anche pattinare, e non voglio che tu pensi che non ti amo, se deciderò di continuare a pattinare,anche quando tu non lo farai-.
-E io non te l'ho mai chiesto e nemmeno ho intenzione di chiedertelo- rispose Otabek. -Mi basta sapere che mi ami e che resterai per sempre al mio fianco-.
-Che coglione, certo che lo farò- disse il biondo, alzandosi e fondendo le labbra con quelle del Kazako.
-Quindi niente bagno della clinica?- chiese poco dopo il biondo.
-Direi che il bagno della clinica è più spazioso del bagno dell'aereo- rispose il moro, avvicinandosi per chiudere la porta.
-Scusami- disse il biondo, guardando il compagno.
-Ti scuso ma ti prego, parla con me-rispose il moro, baciandolo. E fu in quel momento che Yuri capì quanto il suo comportamento aveva ferito il compagno, che silenziosamente aveva sopportato tutto.
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-P-p-pr-on-to?- disse Yuuri al telefono, una volta giunto in camera, aveva afferrato il cellulare e composto il numero senza nemmeno guardare la tastiera.


-Yuuri? Che succede?- chiese dall'altra parte Viktor.
-Io.. Scusami, non avrei dovuto chia-marti- disse con la voce rotta dal pianto.
-Tu puoi chiamarmi sempre, stai male? E' successo qualcosa?- chiese Viktor, nonostante il silenzio, sentiva il giapponese respirare attraverso il telefono.
-Io, non lo so-.
-Sei caduto, devo chiamare la clinica, non eri con Chris e gli altri?- chiese Viktor dolcemente.
-Io... sto ben-e. N-no-n so-no cad-uto- disse tirando su con il naso.
-Cosa succede Yuuri?- chiese nuovamente Viktor. Alzandosi e afferrando la maglia per uscire dall'albergo.
-Io non dove-evo chiamare scusa- disse nuovamente il giapponese.
-Non riattaccare Yuuri, per favore. Parla con me, non fare come i coglioni. Non fare come me- implorò la telefono il russo.
-Non lo so, non so più cosa è giusto cosa e sbagliato- rispose il giapponese.
-Yuuri, possiamo affrontare tutto insieme, permettimi di aiutarti- disse uscendo dall'albergo e attraversando veloce la strada, per entrare in clinica.
-Sei in Russia- disse l'altro, piangendo nuovamente.
-Sono più vicino di quanto pensi- disse il russo. -Posso aiutarti?-chiese ancora.
-Non ci riesco da solo Vitya- disse Yuuri scoppiando a piangere e chiudendo la conversazione, senza sentire la porta della camera che si apriva.
-Non sei solo mio piccolo Katsudon- gli disse Viktor abbracciandolo. -Non sarai mai più solo-.
-Viktor- disse solo il giapponese per poi piangere sulla spalla del compagno, tutte quelle lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento.

Yuri On Ice : In quei GiorniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora