3

18 3 0
                                    

"oggi quel banco sarà mio" è il pensiero che mi fa alzare dal letto ben 20 minuti prima del solito.
Ieri il prof non ha fatto altro che fissarmi e io ho dovuto fingermi interessata.
Oggi mi riprenderò il mio banco verde.
Mi infilo velocemente gli stessi vestiti di ieri,non avendo voglia di cercarne altri, mi pettino i lunghi capelli neri e corro di sotto.
Di solito mia madre esce prima di me per andare a lavoro,ma non oggi.
Oggi usciremo insieme e mi porterà a scuola in macchina per salvarmi da un'altra pessima giornata in primo banco.
Mi metto le puma e corro fuori verso l'auto bianca nel vialetto.
Salgo e lei parte velocissima.
La sua guida spericolata è uno dei motivi per cui non vado mai in macchina con lei, ma oggi è essenziale.
La macchina sfreccia veloce nelle strade deserte e io mi stringo forte alla cintura di sicurezza come se fosse la mia vita.
Nella macchina si sentono solo la radio e il ronzio del motore.
Mia madre non mi rivolge la parola,non mi guarda neanche. Come se non fossi sua figlia, come se non esistessi.
Per fortuna non ci mettiamo molto ad arrivare a scuola e posso finalmente scendere dall'auto che riparte a tutta velocità appena chiudo la portiera.
Intorno a me non c'è nessuno.
Il prato è completamente deserto. È strano vedere la scuola così vuota.
Senza gli studenti che si lamentano dei professori con i loro amici,senza i bidelli che ci guardano severi e senza la preside che cammina veloce. Sembra morta senza le risate, le urla, le lacrime, i rimproveri e il tichettio  delle scarpe sull'asfalto. Sospiro e mi avvio verso la mia classe. Ho inglese alla prima ora anche oggi.
Ieri ho notato, per puro caso, che ho praticamente tutti i corsi insieme al ragazzo misterioso,solo che lui fa francese mentre io spagnolo.
Entro nell'aula e mi accorgo che è vuota.
Un sorriso trionfante mi nasce in volto. Ho vinto. Caro ragazzo misterioso, ho vinto io.
Mentre passo tra i banchi li guardo meglio. Sembrano davvero tanti coriandoli sparsi per la classe.
In effetti danno un po' di allegria,forse non è stata proprio una pessima idea.
Appoggio il mio zaino sul banco e mi siedo sulla mia carissima sedia viola. Non vedo l'ora di vedere la faccia del ragazzo misterioso,sono sicura che non sarà molto felice.
Guardo l'ora e noto che mancano ancora 15 minuti. E io ora che dovrei fare?
Una persona normale ne approfitterebbe per riguardare gli appunti di ieri,ma io non sono normale e quindi chiama Ella.
"Buongiorno" urla dall'altro capo del telefono.
"Giorno Baby" rispondo ridacchiando "puoi venire a scuola un po' prima?io sono già in classe" le chiedo sperando che venga in mio soccorso.
"Tu sei già a scuola? proprio tu?sei sicura? magari è un sogno" sembra rifletterci su "se è uno scherzo non mi piace" dichiara.
Riesco quasi a vedere sul broncio.
"Nessuno scherzo, muoviti" le dico chiudendo la chiamata .
È davvero così strano che io possa essere in anticipo? Insomma è vero che non sono sempre puntuale,ma questo non significa che non possa essere in anticipo.
Vorrei alzarmi ma ho paura che se mi alzassi perderei il posto quindi resto seduto a guardare il muro fino all'arrivo di Ella.
"O mio Dio,sei davvero qui" esclama sorpresa.
Sbuffo. Non è così strano. Sono solo in anticipo.
"Non voglio perdere il mio posto" dichiaro convinta.
"Volevo proprio chiederti questo.Perché eri in primo banco? E chi era il ragazzo vicino a me? Non l'ho mai visto" mi chiede curiosa. Si avvicina lentamente con gli occhi che luccicano della curiosità e capisco di essere in trappola.Devo dirle tutto così faccio una veloce sintesi di ieri e di quanto sia idiota il ragazzo misterioso,ma lei non ha la reazione che speravo.
"Interessante" sussurra con l'indice sulle labbra e gli occhi socchiusi. Cioè io le dico che mi hanno derubata del mio banco e lei lo trova interessante?
Sbuffo e mi guardo intorno. Ormai l'aula è piena e il professore sta facendo il suo ingresso. Per un attimo resto  delusa,lui non c'è. Perché diavolo non è qui a vedere la mia vittoria?
Ma proprio mentre sto per insultarlo la porta si spalanca e lui entra. Non dice niente a nessuno mentre passa fra i banchi ma quando mi nota si blocca come me ieri.
Gli faccio il suo stesso sorrisino. Ho vinto io. Vedo un lampo passare nei suoi occhi e dopo la rabbia gli riempie.
L'ho fatto arrabbiare seriamente,ma non importa.Non mi fa paura. Si avvicina lentamente, come se fossi la sua preda, e si china sul mio banco.
"Vuoi la guerra ?Che guerra sia" sussurra prima di tirarsi su e uscire dall'aula senza dire niente.
Ha rivolto la parola solo a me e non so se sia un bene o un male.
Dovrei essere felice o preoccupata da questo suo gesto? Non so perché,ma ho il terrore di quello che potrebbe fare.

Il mio sorriso sei tu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora