pensi di poter scappare?

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Drin drin.
Il suono acuto della sveglia mi riporta bruscamente alla realtà facendomi abbandonare il mio sogno.
Non posso alzarmi
Mugugno e mi rigiro tra le coperte.
Ieri sera ho fatto tardi...molto tardi.
Quando Cameron se n'è andato sono rimasta a lungo ad osservare il mare prima di tornare da Luke.
Perché me l'ha detto?perché a me se ha una ragazza?
Queste domande continuano a girarmi per la testa da ieri sera.
Volevo chiedere a Luke qualche informazione per riuscire a capirlo,ma poi ho pensato che se non l'ha detto a Greace magari non vuole lo sappia nemmeno Luke.
Eppure l'ha detto a te.
Drin drin.
La sveglia suona ancora e io sono costretta ad alzarmi.
Metto lentamente un piede fuori da letto e poi l'altro e infine mi tiro su provando una nostalgia pazzesca.
Grande,il tuo primo pensiero quando ti alzi è quando puoi tornare a dormire.
Sospiro e mi strofino gli occhi sentendoli pieni di crosticine.
Che schifo.
Alzo lo sguardo fino a vedere il mio riflesso nello specchio e per poco non mi spavento.
I capelli sono tutti arruffati come il pelo di un barboncino,la mia pelle è ancora più bianca del solito e ho gli occhi di un fantasma.
Non è che sei morta?
Con questo bel pensiero mi alzo definitivamente.
Buongiorno a me.
Prendo dell'armadio una maglietta e dei jeans neri,mi infilo dei calzini e metto le scarpe,ovviamente nere.
Riporto lo sguardo allo specchio e capisco che continuo a sembrare un fantasma....un fantasma della morte.
I trucchi che mi aveva regalato Ella sono buttati sulla scrivania,senza aver un ordine preciso,sono così vicini.
Potrei...no.
Non ne ho nessuna voglia.
Poi se sbaglio?Cancello tutto e ricomincio?E se sbaglio di nuovo?
Meglio di no.
Corro di sotto,afferro lo zaino ed esco giusto in tempo per salire sulla macchina di mia madre ferma fuori dal garage.
Mi ha detto un sacco di volte che se esco in ritardo da casa lei se ne va.
Il viaggio è come sempre silenzioso con in sottofondo dei tipi che parlano alla radio.
E,come sempre,scesa dalla macchina tiro un sospiro di sollievo.
Che vita monotona.
Mi incammino tra gli studenti fino a raggiungere la classe.
Sgrano gli occhi quando vedo che il mio banco....nostro banco è libero.
E anche oggi vinco io.
Esulto mentre ci appoggio lo zaino.
Pian piano l'aula si riempie,ma io aspetto solo il ragazzo misterioso.
Anche quando il professore comincia a parlare non smetto di guardare la porta.Deve entrare e vedere che ho vinto io.
2 minuti.
5 minuti.
10 minuti.
Ai 15 sto per riportare l'attenzione sul professore,ma la porta si apre e lui entra.Completamente vestito di nero,la camminata decisa,il viso privo di emozioni,gli occhi che potrebbero uccidere tutti con la cattiveria che ci si cela dietro.
Ma non me.
Quando si spostano su di me io ho già sulle labbra il sorriso da "ho vinto io".
Resto interdetta per un momento quando vedo che non si arrabbia dandomi la soddisfazione di aver vinto.
Fa un ghigno divertito e si avvicina a me guardandomi fissa negli occhi.
La voce del professore che gli urla dietro disperato mi arriva sempre più ovatta fino a scomparire.
Quando è abbastanza vicino si china fino ad arrivare alla mia altezza.
Sento la sua vicinanza su tutto il colpo diventato ormai bollente.So che ci stanno guardando tutti,ma non riesco a dire niente.
Nessuno si è mai avvicinato così.
"Hai solo vinto uno battaglia,non la guerra" sussurra in modo che possa sentirlo solo io.
La sua voce è ancora più roca,senza tracce di cattiveria come la prima volta che mi ha parlato.
"Alle ragazze si lascia sempre un po' di vantaggio" ghigna,mentre io lo fulmino con lo sguardo.
Non mi è mai stato niente,mi guadagno tutto.
"Ho vinto perché lo meritavo" riesco a dire.
Apre la bocca per rispondere,mostrando i suoi denti dritti e bianchi come quelli nelle pubblicità dei dentifrici,ma io lo blocco.
Devo fargli la mia domanda ora che ne ho l'opportunità.Ora che è stato lui a venire da me.
"Perché l'hai detto proprio a me?"chiedo a l'unica persona che può rispondermi,ma me ne pento subito.
Lui perde tutte le tracce di divertimento e per un momento vedo nei suoi occhi la tristezza,che però copre subito con un'espressione neutra.
Cavolo,cavolo,cavolo....non posso rimangiarmi la domanda?
Lui si alza e io delusa porto lo sguardo sul professore che,ignorandoci,prova a spiegare.
Prendo la penna e quasi non mi cade quando sento della labbra,le sue labbra,sfiorarmi l'orecchio.
"Io non ti ho mai detto niente" susurra facendomi venire i brividi su tutto il corpo.
Non se la può cavare così.
"Ma..."comincio girandomi verso di lui....ma lui non c'è.
Il ragazzo moro un po' cicciotello seduto dietro di me si alza goffamente e sbuffando si siede in prima fila sotto lo sguardo stranito del professore.
Mi giro del tutto guardo Cameron tranquillamente seduto al posto del ragazzo.
Torno a guardare il professore cercando di non urlargli dietro.
Respira.Respira.Respira.
Mi giro di scatto verso di lui che tranquillamente usa il cellulare senza nemmeno provare a non darlo a vedere.
"Cosa gli hai detto?" Chiedo cercando di non alzare troppo la voce.
Lui alza la testa fino a far scontrare i suoi occhi con i miei.
Appoggia i gomiti sul banco e si china verso di me.
I suoi occhi non si sono staccati dai miei nemmeno per un attimo.
"Solo i forti vincono" dice come se fosse la spiegazione a qualsiasi problema.
"Non l'ho costretto,la sua paura l'ha fatto" continua per poi tornare a guardare il cellulare.
Sbatto le palpebre e mi rigiro verso il professore proprio mentre suona la campanella.
Allungo una mano per ritirare l'astuccio,ma sposto solo aria.
Cavolo,nemmeno i libri sul banco hai messo.
Sospiro e mi giro verso Ella...che non c'è.
Ma è possibile che nessuno sia mai dive dovrebbe essere?
Sbuffo e mi alzo.
Magari riesco a parlare con il ragazzo,non voglio Cameron lo tratti così.
"È ora della resa dei conti" dice una voce femminile mentre la porta viene chiusa con forza.
Ora si che sono finita.



Ciao a tutti.
Come state?
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Fatemi sapere e buon pomeriggio❤

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