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Respira.Dentro fuori.
Sento che mi manca l'aria nei polmoni mentre vacillo avanti e indietro sul marciapiede.
Concentrati sulla respirazione
Intorno a me vedo solo nero e sento che sto per svenire finché una mani calda si posa alla base della mia schiena.
È come se quel tocco facesse tornare la luce,è come se quel tocco fosse salvezza.
Seguo il contorno del braccio fino al collo e su fino a....
"Cameron" sussurro sbalordita.
Lui non deve farmi sentire bene,io devo farmi star bene.Io devo sapermi amare da sola.
Come mi avesse letto nella mente toglie la mano di scatto.
"Muoviti"ordina prima di risalire in macchina.
Appoggio la mano sulla maniglia e ho un sussulto per il freddo...o per la paura,non so.
Il momento che ho sperato di non vivere mai è accaduto e io non so come dovrei sentirmi.È come se dentro me ci fosse un miscuglio di emozioni e non potessi sceglierne una.
Lentamente mi lascio cadere nei sedili posteriori.
"Greace lei è una sfigata qualsiasi,non darle peso"mi presenta Cameron appena chiudo la portiera.
So che dovrei ribattere,ma sono ancora troppo scossa.
Greace si gira verso di me e, con il suo solito sorrisetto malvagio,mi squadra.

"Vedrete sarà fantastico" esclama Ella.
"Fantastico?Sarà un disastro!"rispondo allarmata.
Greace appoggia una mano sulla mia gamba e le sue unghie nere risaltano sulla mia carnagione chiara.
Io suoi occhi mi scrutano attenti come per capire ogni mio pensiero;solo che non riesce mai a capirmi.
"Andrà tutto bene" sussurra senza staccare lo sguardo.

"Ei,ci sei?pianeta terra chiama sfigata"   dice Cameron facendomi tornare alla realtà.Mi ero di nuovo persa nel passato.
È come le sabbie mobili: più cerco di scappare più mi risucchia.
Vedo Greace ridacchiare per il nomignolo affibiatomi,ma proprio quando sto per ribattere si gira verso Cameron appoggiando la mano sul suo braccio.Le sue unghie nere si confondono con la maglietta.
"Non essere così cattivo" mi difende.
Che falsa. Stringo le mani a pugno cercando di trattenermi.
Non posso tirarle un pugno.
Per me si.
Poi,come se nulla fosse,si gira verso di me.
"Sono sicura che diventeremo ottime amiche" il suo sorriso è perfetto e la voglia di distruggerlo è tanta.
Sento le unghie entrarmi nella pelle mentre stringo di più le mani.
Autocontrollo.
Come fa ad essere così falsa?Non ha rimorso?Non ha coscienza?
"Credo non sappia parlare" ridacchia Cameron pur sapendo perfettamente che so parlare.Anche adesso la sua risata è finta.
Decido di non rispondere a nessuno dei due e mi appoggio al finestrino.
Non meritano il mio fiato.
Non meritano il mio tempo.
Non meritano le mie lacrime.
Semplicemente non meritano niente.
Il viaggio passa lentamente,Cameron e Greace parlano tra di loro mentre io vorrei essere da un'altra parte.
Appena la macchina si ferma nel grande parcheggio della spiaggia,apro la portiera e corro da Luke.
Non avrei resistito un secondo di più con loro.
Vedo Luke accigliarsi mentre mi scruta correre per il parcheggio e spalancare gli occhi quando gli tiro un pugno sul braccio.
"Non farlo mai più" dico seria.
Lui mi guarda sbalordito alzando le braccia in segno di resa.
"Luke" urla Greace buttandosi su di lui.
Lui mi guarda stranito e appoggia le mani forti mani sulla schiena della ragazza.
Non so se sia più incredibile il fatto che riesca a cambiare 10 espressioni in 10 secondi o la falsità di Greace.
Luke mi mima un "aiutami" e io ridacchio.
"Dai sanguisuga staccati dal mio amico" dico afferrando la mano di Luke e tirandolo verso di me.
Sembra sollevato mentre Greace sembra sul punto di salutarmi addosso.
Ma quanti ragazzi vuole?
È incredibile come cambino le persone,prima non era così....prima era la mia migliore amica.
Era quella con qui passavo ogni pomeriggio a ridere e scherzare,quella a cui raccontavo i mie problemi con le lacrime agli occhi e quella con la quale immaginavo il mio futuro.
E ora?
"Si andiamo" dice Luke stringendomi la mano.
Camminiamo in silenzio fino alla spiaggia.
C'è talmente tanta gente che fatico perfino a vedere il mare.
"Di solito non fa così"confessa Luke.
I miei occhi si spostano su di lui cercando di capire perché me lo stia dicendo.
Sa di me e Greace?
"Però tu stalle lontana,sa essere davvero cattiva" continua.
Lo so,credimi che lo so.
Il pomeriggio passa tra risate,bagni e tanto divertimento.
Siamo stati da soli perché Cameron e Greace sono subito spariti,ma meglio così.
Forse io e Luke non ci siamo incontrati nel migliore dei modi,ma so che la nostra amicizia sarà solida.

Il mare luccica sotto la luce della luna e il venticello leggero fa arrivare le onde fino ai miei piedi.
Il silenzio è rotto solo dal mio respiro mentre ammiro la bellezza della natura.
Degli stormi tagliano veloci il cielo scuro per tornare veloci ai loro nidi.
Mi sfrego le braccia cercando di scaldarmi perché questa vista è troppo bella per abbandonarla.
I miei capelli si muovono seguendo il vento che mi accarezza la pelle.
"Possibile che tu sia sempre incantata?" Sbuffa qualcuno vicino a me.
Faccio un piccolo salto indietro per lo spavento mentre Cameron comincia a ridere.
Ovviamente è lui.
"Ma non hai di meglio da fare di seguirmi?" Rispondo sospirando.
Ha rovinato il momento.
"Perché non sei con Luke?" Mi chiede ignorando la mia domanda.
"Perché non sei con Greace?" Gli chiedo di rimando.
Se stanno insieme perché è qui con me invece che essere con lei?
Potrebbe saper tutto e volerti prendere in giro
Per un momento mi irrigidisco,ma poi mi ricordo che Greace non voleva far sapere a Cameron di conoscermi.
Sta sicuramente escogitato qualcosa.
"Mi stava raccontano dei suoi momenti felici e me ne sono andato"
Apro la bocca sorpresa.
Non gli interessa della felicità della sua ragazza?
"Non ti interessa di lei?" Chiedo guardandomi verso di lui che guarda il mare.
I capelli biondi si muovono al vento e i suoi occhi fissano un punto in lontananza.
Sembra stia parlando più con se stesso che con me.
"I suoi racconti mi hanno fatto riflettere.
Volevo raccontarle un mio ricordo felice,ma non ne ho trovati.
Ogni mio ricordo ha un velo di tristezza.
È come se non fossi mai stato felice,come se non avessi mai sorriso per davvero.
Non mi ero mai reso conto di non essere mai stato davvero felice.
Ogni giorno passava senza che me ne rendessi conto,senza che lo rendessi unico.
E ora è tardi,è tardi per poter essere felice.
Quindi no,non me ne sono andato perché non mi importa di lei,me ne sono andato perché sono geloso.
Io non ho ricordi felici" parla talmente piano che fatico a sentirlo,ma le sue parole mi colpiscono comunque.
Vorrei replicare che non è mai tardi per essere felici,ma appena gli appoggio una mano sulla spalla lui si sposta bruscamente.
"Non ho bisogno della tua pietà" i suoi occhi emanano rabbia allo stato puro mentre mi sorpassa con una spallata e sparisce nella notte buia.

Il mio sorriso sei tu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora