"CHIEDITI CHE COSA FARESTI SE NON AVESSI PAURA"

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No, nun devo piagne. Io nun piango mai. I duri nun piangono mai. E io sono un duro.

«Mattì, t'ho cercato ovunque!» afferma Davide assonnato, raggiungendomi in spiaggia. «Perchè stai qui?»
Mi accendo una sigaretta e gli faccio vedere di sfuggita la lettera, un po' spiegazzata, donatami da Micole. A seguire, dopo aver creato una nuvola di fumo davanti la mia faccia, la ripiego e la infilo nuovamente in tasca.
«Come stai?» mi chiede a bassa voce.

Avrebbe potuto farmi mille domande diverse, dirmi che sono stato un coglione a lasciarla sola, avrebbe potuto prendermi in giro per il mio comportamento o farmi la ramanzina.
Invece no, ha pronunciato due paroline brevi, ma intense; di quelle più scontate che ci sono al mondo alle quali però non sai cosa rispondere in momenti del genere.
Come sto? Io non lo so.

«Bene.» dico con non troppa convinzione.
Strizza il suo naso passandosi una mano tra la folta barba.
«Mattì, se vòi me pòi prende in giro a me, però te consiglio de nun prende in giro anche te stesso. Nun vojo fa er "vecchio" della situazione che dispensa perle de saggezza, ma se vede che nun stai bene! C'hai gli occhi lucidi e te in genere piagni solo quanno l'Italia vince i mondiali; nun vieni più a fatte le serate con noi come 'na vorta e te ritrovo a girovagà pe' la spiaggia de prima mattina tutto solo. Micole ha sbagliato, è vero, ma c'ho parlato Mattì, è davvero pentita. Io nun conosco bene le vostre dinamiche, ma ve amate dal primo momento che ve siete visti, sarebbe un peccato buttare tutto all'aria!»
«Davide, nun è facile come sembra...» faccio un ultimo tiro di sigaretta. «Un rapporto sano dovrebbe ave' alla base la fiducia, quella che a noi a questo punto manca.»
«Sì, ma potete sempre ritrovarla questa fiducia! Se costruisce giorno dopo giorno con la buona volontà de entrambi!» Fa per alzarsi strofinandosi le mani per il freddo. «Nonostante questo però, io nun sto qua a ditte quello che devi o nun devi fa', nun me permetterei mai. Te ce trovi te in questa situazione e solo te puoi capì quello che se prova davvero. Da amico de entrambi, te consiglio solo de non buttà tutto via per quel brutto mostro chiamato orgoglio, nun lo merita Micole, nun lo meriti te, ma soprattutto nun lo merita il vostro bambino.»

Nel sentire quest'ultima parola un boato raggiunge il mio petto e penetra nel mio cuore; lo apre in due togliendomi per un attimo il respiro che cerco di recuperare prendendo una boccata d'aria fredda.

«Sei sicuro che a questo punto er problema sia ancora lo "sbaglio" che ha fatto Micole? Nun pensi che sia solo 'na scusa?» Davide mi fa un occhiolino e va via confondendosi nella nebbia mattutina.
Rimango nuovamente solo con i miei pensieri e con lo sguardo fisso su questi granelli di sabbia che mi massaggiano i nudi piedi.

"Sei sicuro che a questo punto er problema sia ancora lo "sbaglio" che ha fatto Micole? Nun pensi che sia solo 'na scusa?"

Le parole del mio amico riecheggiano nella mia testa. Forse ha ragione, forse la risposta è più facile di quello che sembra: probabilmente prendermela con Micole è la cosa più facile da fare, probabilmente è davvero una scusa per nascondere ciò che davvero provo, probabilmente è una maschera che sto indossando per sopprimere la mia paura.

Si, ho paura. Mattia ha paura.

Perché è così difficile ammetterlo? Perché piuttosto che dirlo a Micole preferisco continuare a farle credere che sono arrabbiato con lei tanto da lasciarla sola? Perché?
Siamo proprio strani noi uomini; facciamo fatica ad ammettere che non siamo perfetti e che abbiamo paura, ci vergogniamo di farci vedere deboli e fragili. Sarebbe così naturale andare da lei e dirle che ho il terrore di non essere all'altezza della situazione e invece no, continuo a nascondermi dietro la mia stessa paura, continuo a scappare piuttosto che affrontarla, continuo a trovare delle scuse piuttosto che guardare in faccia la realtà.
Continuo a portare avanti il mio orgoglio per non far cadere la mia immagine di "ragazzo stronzo"; ho sempre preferito sentirmi definire così piuttosto che mettere a nudo le mie debolezze, ma Micole lo sa che il mio è solo uno scudo. Lei ha imparato a conoscermi, ha buttato giù quel muro che mi ero costruito e ha visto "oltre" il Mattia che conoscono tutti.

L'ECO DELLA LIBERTÀ | BRIGADove le storie prendono vita. Scoprilo ora