Micole's POV
-Perché Roma ha sempre tutto questo traffico?- penso innervosita, mentre abilmente faccio uno slalom assurdo tra le macchine per arrivare a destinazione.
-Nena mi ucciderà- continuo a parlare da sola ad alta voce e subito dopo vengo interrotta da qualche clacson impazzito.Sto andando alla stazione a prendere mia cugina Serena, o per lo meno ci sto provando. Già me la immagino lì con tre/quattro valigie che imprecando, mi aspetta da circa venticinque minuti.
Quanto la adoro!
Io e lei abbiamo sempre avuto un rapporto speciale, diverso da quello che ho con sua sorella Camilla, che comunque è sempre molto bello.
Essendo quasi coetanee, abbiamo condiviso ogni cosa fin da piccole: ci piaceva andare girando con addosso gli stessi vestiti e dire a chiunque passasse che eravamo gemelle, il problema era che nessuno ci credeva, lei capelli castano scuro e occhi marroni, io capelli castano chiaro tendente al biondo e occhi azzurri. Insieme facevamo impazzire ogni santa persona che ci capitasse a tiro perché eravamo terribili quando univamo le nostre forze; abbiamo passato notti intere a raccontarci segreti, passioni e primi amori; abbiamo distrutto tutti i castelli di sabbia che con molta pazienza costruivano suo fratello Marco e mio fratello Simone al mare; abbiamo rotto quel vaso tanto prezioso di zia Anna, sua mamma, e graffiato la macchina di nonno con le bici.
Siamo cresciute insieme pur abitando molto lontane, lei a Castelfranco Veneto e io qui a Roma.
Ogni anno aspettavo il Natale con un ansia pazzesca perchè sapevo che sarebbero arrivati i miei cuginetti a casa di nonna Lina e nonno Franco; sapevo che insieme avremmo scartato i regali a mezzanotte e giocato a tombola fino a capodanno.Poi però, da un giorno all'altro è cambiato tutto.
Marco, il fratello e il cugino che tutti vorrebbero, colui che, essendo più grande di noi di dieci anni, copriva le marachelle mie e di Serena, che ci portava al parco come fosse il nostro papà e che ci proteggeva tra le sue braccia, è morto.
Fu investito da un altro ragazzo mentre frequentava il secondo anno d'università.
Sono passati diversi anni, ma il dolore è ancora vivo in ognuno di noi. Da allora le feste non sono state più le stesse e ci è voluto del tempo prima che la vita della nostra famiglia ricominciasse a scorrere normalmente.
I miei zii hanno affrontato un bruttissimo periodo e mia mamma ha fatto il possibile per aiutare sua sorella nella dura lotta contro la depressione, tant'è che spesso Serena e Camilla venivano a stare estati intere qui a Roma. Questo ci ha permesso di legare ancora di più, di imparare a conoscere pregi e difetti dell'altra.Se c'è una cosa che però ho capito e per la quale ringrazio infinitamente Marco, è che niente al mondo si dovrebbe dare per scontato: la vita è un dono e dobbiamo apprezzarla in nome di tutte le persone scomparse troppo presto, no disprezzarla o sprecarla.
Questo è stato il primo motivo che mi ha spinta a tenere il bimbo che cresce in me.«Col!» Arrivata a Termini, mi sento chiamare da lontano con un soprannome datomi da Serena quando ancora non avevamo abbastanza denti per parlare.
Le corro incontro e ci scambiamo un abbraccio di quelli che riescono a scaldarti il cuore.
«Cuginetta mia!» le sorrido vedendola bella più che mai, con il suo stile un po' vintage che le è sempre stato da Dio. È molto bella e non lo dico solo perché è mia cugina; è molto intelligente e ciò traspare anche dal suo atteggiamento, chi non la conosce potrebbe pensare che sia altezzosa, ma non lo è affatto.
«Come stai tesoro mio?» mi chiede curiosa senza perdere tempo, infilando le sue valigie -poche rispetto a quanto immaginassi- nel portabagagli.
«Io bene... ho un po' di novità da raccontarti! Ma te piuttosto? Cosa te porta nella capitale?» Sposto subito l'attenzione su di lei, devo trovare il momento adatto per dirle che sono incinta dato che non ne ho avuto l'occasione fin ora; rimarrà abbastanza sconvolta, me lo sento e soprattutto sono sicura che rimarrà male del fatto che non gliel'ho detto prima.
«Apparte il fatto che mi mancava la mia cuginetta preferita, i nonni e gli zii... Vorrei approfittare di queste giornate anche per visitare qualche monumento romano e rinascimentale che ha ispirato Palladio, l'architetto sui cui sto scrivendo la tesi!» Risponde alla mia domanda chiarendomi i suoi programmi per questi giorni.
Le è sempre piaciuta l'arte e sono super orgogliosa di lei e del percorso universitario che ha scelto di fare.
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L'ECO DELLA LIBERTÀ | BRIGA
Hayran Kurgu«Sono Mattia e sono Briga, sono l'insicurezza e l'arroganza, la fragilità e la forza, la paura e la poesia, il giorno e la notte, i pugni al muro e le carezze. Ho due cuori, tutti i duri ne hanno due.» « E allora ti prego dammene uno, perchè il mio...