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ANDREA'S POV
Cazzo! Giovanni non è cosciente, ha un bendaggio alla testa... ha lividi su tutta la faccia. Mi fa quasi impressione. Ma la parte più brutta, è quello che c'è sotto il viso e la testa: ha una fasciatura che gli ricopre il torace, una gamba ingessata tenuta su, un polso rotto deduco, perché ha il polso anch'esso ingessato.

-Vede, un pezzo di plastica del volente lo ha colpito qui.-

Indica il punto sanguinolento della benda.

-È stato fortunato: la scheggia, se così si può chiamare, non ha colpito organi vitali. Però...-

Cosa però? Che cazzo deve succedere ora?

-È in pericolo di vita?-

-Per ora non possiamo assicurarle niente. Posso solo dirle che ha un polmone gravemente lesionato, un'osso della gamba rotto, emorragie interne in faccia e ha avuto un pesante trauma cranico.-

-Quindi mi sta dicendo che...-

-No, non è in coma. È ancora sotto effetto di anestesia. Non avrebbe potuto sopportare il dolore... però è arrivato in ospedale che era cosciente. Lo hanno rianimato in ambulanza, se non lo avessero fatto ora Giovanni non sarebbe vivo.-

-Chi posso ringraziare?-

-Nessuno. Facciamo solo il nostro lavoro... io ero una di quelle infermiere che era sull'ambulanza qualche ora fa. Il suo amico era in condizioni davvero gravi. Se non fosse stato per il dottor Rossi l'avremmo perso.-

-Dov'è il dott. Rossi?-

-È dovuto andare via. È stato un caso molto fortunato questo: il dottore sarebbe rimasto operativo per stanotte, qua a Trento. È un'esperto in queste cose. Siete stati fortunati.-

Cavolo... se non fosse stato per questo tizio, ora Giova sarebbe già morto. Però è ancora in pericolo di vita.

-Può dirmi fra quanto potrà uscire da qui?-

-Non con certezza. I medici dicono tre/quattro settimane. Dipende tutto dalla guarigione del signor Leveghi.-

-E, per caso, sa quando la ragazza potrà uscire?-

-Che ragazza? Ah, si... la signorina Erica?-

-Si. Lei.-

-Pe il momento è in sala. Non vorrei dirle una sciocchezza, ma sono ben informata sul caso. Rischia la vita...-

-Cosa succederà?-

-Non ne ho idea, mi scusi.-

E mi mette una mano sulla spalla per confortarmi.

-Se vuoi puoi darmi del tu..-

Le dico. Tanto lei sta seguendo i miei amici... ogni volta che verrò in ospedale, chiederò di lei.

-Ok, Andrea. Ora, se vuoi usciamo... non ti fa bene rimanere qui, sei anche stanco. Torna a casa Andrea, è meglio. Ritorna domani mattina, tanto ci sono qui i genitori di Giovanni.-

-Se succedesse qualcosa mentre io non sono qui... non me lo perdonerei mai. Non posso...-

-Ti chiamerei subito. Anzi, dammi il tuo numero, così ti chiamo se succede qualcosa. -

Ci scambiamo i numeri di cellulare. Noto che lei ha un bellissimo iPhone 6s... magari lo avessi io! Ammetto che dovrei cambiare questo rottame, ma non è nelle mie preoccupazioni, per il momento.
Laura mi convince a tornare a casa. La saluto e me ne vado da questo dannato reparto... in effetti, sono stanco. Ormai sono le tre del mattino. Salgo in macchina e arrivo a casa. Entro e...

Una vita senza di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora