Capitolo 4

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Erano le 8:30 del mattino, quando aprii gli occhi. In casa regnava la pace assoluta, nemmeno l'ombra di un rumore. Dopo essermi stiracchiata, mi alzai dal letto e corsi da Eric, che aveva promesso di chiamarmi se i miei fossero tornati, cosa che non ha fatto, sicuramente deve essersi addormentato prima che i miei tornassero. Andai alla sua porta e bussai, ma niente, nessuna risposta, allora decisi di entrare
Amanda: "Hey pigrone ti avevo detto di chiamarmi se mamma e papà tornavano te lo sei dimentic..."
Eric non era nella sua stanza. Pensai che poteva essersi diretto in cucina per fare colazione, prima di scendere a controllare, mi recai verso la camera dei miei genitori, per verificare​ se era tutto a posto. Bussai alla loro porta, ma accadde la stessa cosa di qualche minuto prima con Eric, nessuna risposta. Aprì la porta e mi affacciai, ma ciò che vidi mi angosciò parecchio; il letto era intatto, come se nessuno ci avesse dormito, in quel momento, i dubbi ed i pensieri che mi avevano tormentata tutta la notte, sono tornati e avevo paura che non fossero solo qualcosa di astratto e inesistente, ma qualcosa di concreto e vero. Controllai ogni stanza presente in quella casa, perfino quella dei miei fratelli, però nulla, non c'era più nessuno. Feci un ultimo tentativo, la cosiddetta prova del nove nell'unico posto dove non avevo ancora controllato: "la cucina." Scesi le scale molto lentamente, di lì a poco il verdetto. Avrei scoperto se le mie paure si erano concretizzate o se erano solo nella mia testa. Rimasi immobile, non sapendo con esattezza cosa fare, anche la cucina era un deserto. Strizzai gli occhi e cominciai a piangere, perché la realtà si presentò davanti a me per com'era davvero: "cruda e amara." Come poteva essere possibile? Davvero bastava soltanto scrivere un desiderio in un diario, per farlo avverare? Non potevo crederci, ma stava accadendo davvero. Ciò che avevo desiderato prima, ora era reale. Mi sedetti sui primi gradini delle scale, a riflettere su come potevo riportare le cose alla normalità, ma non avevo in mente nessuna idea, fino a ieri  credevo che alcune cose fossero impossibili. Era agghiacciante la realtà che stavo vivendo, la mia famiglia scomparsa per un desiderio. Salì nuovamente in camera mia, decisi che avrei fatto qualcosa, quindi feci una lista di cose da sbrigare in quel giorno. In cima alla lista scrissi:
1) Saltare università"
Non potevo andare a scuola e ignorare il guaio che avevo combinato. Presi il cellulare e lasciai un messaggio in segreteria ad Allie, dicendole che dovevo sbrigare delle cose molto importanti e non potevo essere presente, questo era un altro delle tante cose da fare. Come altri punti inserii:
3) Riportare il diario alla commessa e parlarle dell' accaduto
4) Recarsi nei negozi di dischi e chiedere di Michael Jackson
Ed ancora
5) Parlare con amici e collaboratori di papà, per verificare eventuali ricordi su di lui.
Perfetto, lista fatta. Presi dei vestiti comodi dal mio armadio e li indossai. Prima di uscire di casa presi una tracolla nel quale, al suo interno misi un paio di cose che potevano servirmi, tra cui l'immancabile cellulare ed infine presi la busta del negozio nella quale vi riposi il diario. Ultimate queste cose ero pronta a partire, salii in macchina, posai la tracolla e la busta nel sedile accanto, agganciai la cintura di sicurezza, misi in moto e partii.

Salve a tutti, non sono molto brava con le parole ma voglio ringraziare di cuore chi ha letto e chi leggerà questa mia storia. Grazie di tutto. Mucho besitos

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