Capitolo 6

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Ce l' avevo fatta, stavo viaggiando indietro nel tempo ed era la sensazione più strana che io abbia mai vissuto. Avevo raggiunto la destinazione, certo feci un po' di fatica ad atterrare, e sicuramente non era l'oggetto più tecnologico che abbia mai visto. Pur essendo un oggetto affascinante e misterioso, la macchina del tempo potrebbe essere definita: " l'oro del mondo scientifico". Da secoli si è cercato di inventarla ed é sempre risultata essere una vera e propria sfida, per tutti gli scienziati del mondo. Questa non era niente male per essere un'invenzione dell 800, l' unica cosa che avrei cercato di riparare era tutta quella continua fuoriuscita di fumo, davvero asfissiante.
Eccoci qui Gary, Indiana 1968; era la prima volta che visitavo Gary, non sapevo esattamente come orientarmi, dovevo trovare la casa dei miei nonni; un'impresa titanica, visto che le case erano tutte uguali. Bussai ad una porta a caso, ad aprire fu un uomo di colore.
Mr.:" Si?!"
Amanda:" Salve, scusi il disturbo, sono nuova del quartiere, e non riesco ad orientarmi bene, mi chiedevo se lei conoscesse la famiglia Jackson"
Mr: " Si conosco la famiglia Jackson"
Amanda: " potrebbe indicarmi come arrivare alla loro casa?"
Mr:" Certamente!  Si trova in fondo alla strada sulla sinistra, davanti la casa, c'è un cartello con su scritto: 2300 Jackson st, non può sbagliare."
Amanda: " Grazie infinite"
Mr:" Lieto di averla aiutata"
M' incamminai verso Jackson st, arrivata davanti la casa, pensai che dovevo trovare una scusa credibile o non avrebbero mai accolto un'estranea in casa loro senza una buona motivazione. In quel momento, considerai una buona cosa il fatto che studiassi psicologia, era qualcosa da sfruttare a mio vantaggio. Mi era venuto in mente il progetto che abbiamo ideato all'università, pensavo che avrei potuto utilizzarlo come alibi.
Entrai nel piccolo vialetto che portava alla casa, bussai ed aspettai che venisse qualcuno ad aprirmi, indovinate un po' chi aprì la porta? Esatto, proprio lei: Katherine Jackson, mia nonna."
Katherine: "si, desidera?"
Amanda: " Buongiorno signora, scusi il disturbo; Mi chiamo Amanda, studio psicologia all'università ed è proprio questo il motivo per cui sono qui oggi. Vede sto facendo il giro del quartiere per un progetto sociale; cerchiamo di stare a contatto il più possibile con le persone, per verificare che nelle eventuali famiglie sia tutto a posto e se occorre o meno cercare di portare i membri ad aprirsi con una figura che trasmetta sicurezza, come se fosse un'amico insomma."
Katherine: " Si spieghi meglio"
Amanda:" Sicuramente avrà sentito o letto moltissime volte di ragazzi che si sono suicidati, per il semplice fatto che nessuno ha prestato attenzione a ciò che stavano vivendo. Vede, nella vita il dialogo é molto importante, lo definirei qualcosa di vitale;  il nostro progetto nasce proprio per questo: "instaurare una relazione" perché se un ragazzo o una ragazza, hanno vissuto qualcosa che possano avergli arrecato dei traumi, che possono essere di natura fisica o psicologica, lo si può capire dal modo in cui si relazionano con gli altri."
Katherine:" Oh devo ammettere che é davvero interessante come cosa, perché non viene dentro così può parlarmene meglio."
Amanda:" Certamente."
Katherine: " Venga, si accomodi"
Amanda: " Ha una casa davvero accogliente"
Katherine: " Si accogliente, ma piccola
Amanda:" Sempre meglio di non averla"
Katherine:" Hai ragione, ringraziamo Dio di avere un tetto sopra la testa."
Katherine:" Allora, Amanda, giusto?"
Amanda: " Si giusto"
Katherine:" Mi piacerebbe sapere quale sarà il nostro ruolo, nel tuo progetto"
Amanda:" Il vostro ruolo signora, é comportarvi come fareste di solito"
Katherine:" Cosa intende?"
Amanda: " Glielo spiego subito. Il progetto  viene attuato nel seguente modo: io mi metterò in angolo ad osservare la vostra giornata, ma ovviamente per non recarle troppo disturbo, può concedermi anche qualche ora, capisco che la cosa può essere molto invadente. Per iniziare sono richiesti due requisiti,  il primo é ovviamente la sua adesione ed il secondo é avere figli"
Nonna Katherine mi sorrise e poi mi disse
Katherine:"Bene, si hai la mia adesione, per quanto riguarda la seconda,9 figli sono sufficienti?"
Ovviamente finsi di essere stupita da questa cosa.
Amanda:" Ma sono tantissimi!"
Katherine:" Eh lo so"
Amanda: " Mi piacerebbe conoscerli"
Katherine:"per quanto riguarda l'adesione non dovrei firmare un foglio o una cosa del genere?"
Amanda: " No, mi basta avere il suo consenso a voce, una volta all'università compilerò un modulo dove scriverò della sua adesione al progetto."
Katherine:" Va bene"
Amanda:" A proposito c'è una cosa di cui volevo avvisarla. Il progetto include una parte obbligatoria, da cui non é possibile essere esentati, ovvero: dovrò avere un dialogo con i suoi figli, sia di gruppo che singolarmente, quindi mi occorrerà una stanza, dove potrò parlare da sola con loro in modo che possano sentirsi liberi di aprirsi.
Katherine:" Oh si, sicuro, scelga lei la stanza"
Amanda:" La ringrazio"
Katherine" Bene, allora vado a chiamare i ragazzi, nel frattempo posso offrirle qualcosa? Un bicchiere d'acqua, una tazza di tè o dei biscottini?"
Amanda: " Accetto un bicchiere d'acqua,"
Katherine:" Arrivo subito"
Amanda:" Grazie"
Katherine:" Ragazzi,Venite! Dentro c'è una ragazza che vuole conoscervi"
Jermaine:" Una ragazza?"
Marlon:" Ma almeno é carina?"
Tito:" Ma dove vuoi arrivare, hai solo undici anni"
Marlon:" Hey piantala"
Katherine:" Ragazzi non spingetevi"
I ragazzi stavano entrando, e lo capivo dall'enorme confusione che facevano
Michael:" Dov'é la ragazza? Non la vedo"
Tito:" Eccola li"
Jackie: "Carina, Molto carina"
Katherine:" Smettetela, é qui per una buona causa"
Ed ecco arrivare tutta la combriccola dei Jackson al completo.
Katherine:" Ragazzi, vi presento Amanda, sta studiando per diventare psicologa ed è qui per un progetto dell'università. Loro sono Jermaine, Tito, Jackie, Marlon, Randy, Rabbie, La Toya, la piccola Janet e Michael.
Fu davvero strano vedere mio padre da bambino, incrociare il suo sguardo senza che lui sappia in realtà che io sono sua figlia, sangue del suo sangue.
Amanda:" É un vero piacere conoscervi"
Allungai il braccio per stringere la mano ad uno di loro, quando all'improvviso, lo zio Jackie s'intromise prendendomi la mano come se stesse per dichiararsi.
Jackie:" Beh se al manicomio ci sono dottoresse belle come te, allora posso considerarmi pazzo e bisognoso di aiuto
Amanda:" Io credo che sia sufficiente darti un colpo di legno in testa per farti riprendere."
Gli altri fratelli dietro di lui ridevano e lo prendevano in giro
La Toya:" Devi scusarli, sono maschi, non é facile tenere a freno i loro ormoni impazziti"
Jermaine:" Ecco che ricomincia a fare la so tutto io"
La Toya:" Ho solo detto la verità"
Amanda:" Non c'è problema, so cosa significa vivere con dei fratelli, sono l'unica figlia femmina"
Michael:" Signorina, ci piacerebbe sapere perché é venuta qui, la mamma ha detto che é per una buona causa"
Tipico di papà, incuriosirsi e documentarsi di ciò che stava accadendo intorno a lui.
Amanda:" Hai detto benissimo, sono qui per una buona causa, mi piacerebbe passare un paio di orette con voi, stare insieme e parlare nel caso qualcuno di voi ne avesse bisogno"
Tito:" lei è la classica strizza cervelli Mike"
Amanda:" Non sono una strizza cervelli, io mi definirei più un'amica.
Tito:" Si, dicono tutte così"
Michael" Non la infastidire, strizza cervelli o amica, trovo il tuo lavoro molto interessante"
Amanda:" Grazie Michael"
Tito:" mi piacerebbe esonerarmi da questa cosa"
Amanda:" Finché non avrai 18 anni, non potrai esonerarti da niente."
Tito:" Devo parlare con lei obbligatoriamente?"
Amanda:" Beh tua madre ha dato il consenso quindi, si."
Tito:" Oh, fantastico!"
Amanda:" Perfetto, cominciamo! allora, io mi metterò in un angolo, voi fate finta che non ci sono.
Cominciai ad osservare il comportamento della famiglia, appariva tutto normale, ma ci fu un momento che senza ombra di dubbio, rimarrà impresso nel mio cuore e nella mia mente per sempre. Vidi mio padre davanti la tv, in quel momento stavano trasmettendo dei videoclip contenenti le più famose e strabilianti coreografie di james brown e non solo; lui era così incantato da quei passi, sembrava che quell'artista gli avesse lanciato una sorta d'incantesimo attraverso la tv, tanto era concentrato ed attento. Solo di una cosa non era contento, le inquadrature.
Michael:" i piedi, inquadrategli i piedi! Non riesco proprio a capire perché non vogliano inquadrarglieli, la gente come farà a godersi appieno i suoi passi.
Sorrisi senza nemmeno accorgermene. Vedere mio padre così immerso in quelle immagini mi fece venire in mente un modo per attuare il mio piano.
Amanda"Ok ragazzi, potreste venire un'attimo qui, per favore?
Si alzarono tutti e mi si avvicinarono, li invitai a seguirmi in un'altra stanza.
Amanda:" volevo dirvi che il tempo di osservazione é finito, adesso passeremo alla parte del dialogo, prima faremo quello di gruppo e per cominciare vorrei che mi parlaste un po' di voi.
Randy:" Cosa vuoi sapere?"
Amanda:" Beh potreste parlarmi delle vostre passioni, se c'è qualcosa in particolare che vi piace fare o magari visto che siete fratelli se avete delle passioni in comune."
Jermaine:" Beh nonostante tutto siamo fratelli, non abbiamo molto in comune, ma una cosa che ci piace fare insieme c'è"
Amanda:" Bene quale sarebbe questa cosa?"
Jermaine:" Non so se posso dirla"
Amanda:" State tranquilli, possiamo considerare questa come se fosse una vera e propria seduta, quindi siete coperti dal segreto professionale, potete parlare tranquillamente."
Marlon:" Mi raccomando non deve saperla nessuno!"
Amanda:" Certo il segreto professionale mi obbliga al silenzio"
Jackie:" Ci piace cantare insieme. Quasi tutti i giorni, Tito tira fuori dall'armadio la chitarra di Joseph e..."
Jarmaine:" Ci divertiamo a cantare e suonare pezzi famosissimi"
Amanda:" Ma é bellissimo"
Esclamai.
Amanda:" chi è Joseph?"
Randy:" Joseph é nostro padre."
Amanda:" Ma se é vostro padre, perché lo chiamate Joseph?"
Tito:" Perché é così che vuole essere chiamato"
Michael:" A lui non piace essere chiamato papà"
In quel momento, lo sguardo di mio padre divenne triste e spento, il solo fatto che Joseph rifiutava di essere chiamato papà da lui e dai suoi fratelli, lo distruggeva emotivamente. Mi veniva da piangere, ma dovevo trattenermi, non potevo lasciarmi andare adesso, dovevo essere forte.
Amanda:" Avete fatto presente a qualcuno di questa vostra passione?"
Michael:" Nostra madre lo sa"
Amanda:" e Joseph?"
Randy:" No, Joseph no"
Amanda:" Avete provato a parlargli di questa vostra passione?"
Jermaine:" Assolutamente no! Se Joseph sapesse che Tito prende la sua chitarra, s'infurierebbe moltissimo e lo picchierebbe"
Amanda:" Lo picchierebbe?"
Jackie :" Si Joseph lo fa spesso, se le cose non vengono fatte come dice lui, comincia ad essere violento."
Amanda:" Ho capito"
Ovviamente io sapevo tutto perfettamente, ma non dovevo destare sospetti.
Amanda:" Tito, mi piacerebbe che tu prendessi la chitarra di Joseph per darmi una dimostrazione di quello che sapete fare"
Tito:" Non credo che sia una buona idea"
Amanda:" Stai tranquillo, se dovesse tornare Joseph, mi assumerò io tutta la responsabilità.
Tito: "Va bene"
Tito andò a prendere la chitarra di nonno Joseph e cominciò a suonare qualche pezzo
Michael:"  Evvai, Tito suona"
Tutti e cinque i fratelli cominciarono a darci dentro, cantando e danzando, fu la cosa più emozionante che avessi mai visto. Mi é capitato spesso di vedere papà cantare e danzare, ma vederlo in quei momenti della sua infanzia fu qualcosa di spettacolare ed indescrivibile, sicuramente qualcosa d'incancellabile.

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