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Erano ormai passati tre mesi dalla notte in cui Jimin si era presentato alla sua porta in lacrime, ubriaco.

Due da quando gli aveva espressamente richiesto di vivere con lui ed il biondino aveva accettato.

Il loro rapporto così si era rafforzato, intensificato eppure c'era ancora il fantasma di Yoongi, alle volte,
a disturbare l'umore, i pensieri ed i sentimenti del più grande e quando succedeva Taehyung si sentiva una nullità; come se tutti gli sforzi fatti fino a quel momento non fossero serviti a niente. Cominciava a risentirne lui stesso.

Jimin non aveva ancora accettato di vedere i due ragazzi, vi era tensione anche tra loro e Jin hyung che più di una volta aveva cercato di forzare Jimin ad un incontro ma appena il biondo vedeva uno dei due, anche solo di schiena, finiva per arrestarsi sul posto supplicandolo di tornare a casa...il sesso poi era triste, doloroso.
Non poteva chiamarlo in altro modo perchè quelle volte il più basso lo cercava solo per sfogarsi,
per dimenticare e lui restava con l'amaro in bocca. Niente a che vedere con i loro soliti rapporti dolci, delicati, pieni di passione e perché no, delle volte divertenti. Era già due volte che si rifiutava di consolarlo col suo corpo, finendo per farlo piangere perché il biondo si sentiva un mostro nei suoi confronti e lui finiva per tirarlo sotto il suo peso ed abbracciarlo, cullandolo fino a quando non si addormentavano.

Il lavoro al locale andava sempre meglio ma vi era una piccola nota che lo infastidiva. Lee TaeMin. Il nipote dei proprietari che, da un mese a quella parte, era arrivato al locale come nuovo manager e sembrava aver puntato gli occhi sul suo migliore amico. Lo cercava costantemente,
gli accarezzava i capelli per ogni stupidaggine e Jimin era sempre ben disposto nei suoi confronti, fin troppo.

In quanto all'appartamento di Jimin al momento era ancora un punto fermo, dolente. Aveva appena iniziato a svuotarlo, il capo per agevolarli aveva messo a disposizione il furgone del locale e Namjoon e Jin si erano offerti di aiutarli, oltre ad avere dei permessi speciali dal lavoro. La prima volta che ci avevano messo piede, dopo tanto, avevano deciso quali mobili sarebbero finiti nel loro appartamento e quali avrebbe lasciato al padrone di casa facendosi così dare una piccola quota.






"Taehyung smettila di fare i capricci come un bambino!"

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"Taehyung smettila di fare i capricci come un bambino!"

La voce di Jimin mi raggiunge dal bagno. Sono seduto sulla sedia del tavolo della cucina, i gomiti sul tavolo e le mani chiuse a pugno sostengono le mia testa. Sul mio viso un unico broncio.

Mi raggiunge e sorride sospirando,
si avvicina a me e porta una sua mano tra i miei capelli, accarezzandoli;
col corpo si fa spazio tra il mio,
mi si siede in braccio posando un bacio sulle mie labbra, che non ricambio...sono arrabbiato.

"Non possiamo continuare ad assentarci entrambi."

"Ma il capo c'è lo permette."

La mia risposta, un brontolio.

"TaeTae vuoi andare a Tokyo?"

Annuisco mentre lui stropiccia con le dita la manica della mia felpa.

"Allora ci servono i soldi. Ti ricordo che siamo pagati di meno quando ci assentiamo."

Le sue mani ora stirano la felpa all'altezza del mio petto e le sue labbra ricercano nuovamente le mie ma ancora le ritraggo.

"Domani poi siamo a casa perché è il nostro giorno libero, ti prometto che facciamo quello che vuoi tu e poi stasera dopo il lavoro mi raggiungi con la cena all'appartamento e mi aiuti."

L'idea di fare quello che voglio io domani mi alletta.

"Che ne dici?"

I suoi occhi non hanno mai lasciato i miei ed il suo stupendo viso a luna piena mi stuzzica come sempre.
È sempre stato così bello. Annuisco semplicemente alle sue parole e sul suo viso si stende nuovamente un dolcissimo sorriso.

"Ora me lo vuoi dare un bacio come si deve?"

"Aishhh in questo momento ti sto odiando da quanto sei stupendo."

Mi fiondo sulle sue labbra, sta ridendo, le massaggio stringendo il suo corpo tra le mie braccia.
La sensazione di essere io a scaturire quei brividi e quella pelle d'oca è appagante e mi manda fuori di testa.
Le sue mani che tirano i miei capelli.

"Taehyung-ssi manca ancora un'ora prima che tu vada al lavoro..."

La sua voce è roca e maliziosa oltre ad esser spezzata dai gemiti come la mia...non me lo faccio ripetere ancora. Lo prendo in braccio e senza staccare le labbra dalle sue lo adagio sul tavolo, le nostre mani, frenetiche, ricercano i nostri vestiti liberandocene con foga. Si aggrappa al mio corpo, soffocando i gemiti di dolore e mordendosi le labbra quando calo in lui, gemiti che debolmente cambiano, divenendo dolci...
lussuriosi...chiama più volte il mio nome riversandosi sul mio ventre.

"Ti amo"

La mia voce è spezzata, lui mi abbraccia posando continui baci pigri sulla mia testa.

"Doccia?"

Annuisco alla sua proposta e posando le braccia sotto i suoi glutei lo prendo in braccio raggiungendo il bagno, il getto dell'acqua è tiepido, culla i nostri corpi.

"Tae...se non mi lasci giù..."

Non gli lascio terminare la frase, appoggiò la sua schiena alle piastrelle della doccia ed impossensandomi nuovamente delle sue labbra lo penetro spingendomi a fondo in lui,
il precedente rapporto ha agevolato il mio calare ed il suo prolungato gemito sconnesso sulle mie labbra ed il suo costante tremore sono qualcosa di unico, di mio. Mi appartiene.
Le sue braccia si serrano dietro al mio collo, le mie labbra lambiscono la sua pelle mentre continuo a spingermi in lui ed i suoi gemiti sono la morte per il mio cervello...non si sta trattenendo.

"Ta...Tae...oddio..."

La sua voce è acuta, una prelibatezza.













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Pelle {VMIN} COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora