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Fingo di seguire il Drama poliziesco che sta passando in tv, buttando spesso l'attenzione sui gesti del più basso che se ne sta rannicchiato su se stesso con la tazza tra le mani, ad abbracciare le proprie ginocchia tirate al petto

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Fingo di seguire il Drama poliziesco che sta passando in tv, buttando spesso l'attenzione sui gesti del più basso che se ne sta rannicchiato su se stesso con la tazza tra le mani, ad abbracciare le proprie ginocchia tirate al petto.

"Jimin bevi intanto che è caldo."

Trasale, spaventato, risvegliato dai sui pensieri.

"S_si scusa..."

Sospiro frustrato posando la tazza vuota accanto a me, a terra. Vorrei parlare, dirgli tante cose ma allo stesso tempo non voglio far niente.

Il tempo guarirà le sue ferite...
è sempre così che va, per quanto una persona si sforzi.

"Vai a lavarti intanto che sistemo qua...poi ti porto la salvietta."

Annuisce, non mi sta prestando realmente attenzione. Si alza e raggiunge il bagno, inciampando nel tappeto sul quale siamo seduti.

Vorrei poter fare qualcosa per lui.

Apro l'anta di uno dei ripiani della cucina, togliendo il sacchetto degli snack al formaggio che a Jimin piacciono tanto. Dopo aver messo i recipienti che il capo mi ha dato a lavare, domani glieli restituisco.

Recupero una salvietta dall'armadio in camera e busso alla porta del bagno, l'acqua scorre ma non sento nessuna risposta provenire dall'interno.

Magari non mi ha sentito.

Apro la porta sgranando gli occhi quando il corpo, rannicchiato, tremante ed estremamente gracile di Jimin entra nella mia visuale, posato all'angolo più scuro della doccia,
le braccia abbandonate lungo i fianchi, la testa posata alle mattonelle, l'espressione affranta...il suo corpo scosso da violenti tremiti.

Ed il mio cuore si ferma.
Per un singolo istante.

No no no...lo sto lasciando a sé stesso così...rinchiudersi nella doccia a soffrire in silenzio...

"Jimin..."

Mi affretto a chiudere il getto dell'acqua e con la salvietta tra le mani lo alzo delicatamente dalla sua posizione...canottiera e bermuda fradici.

Lo avvolgo, senza preoccuparmi dei miei vestiti che a contatto con la sua pelle stanno diventando umidi...
bagnati.

"Si tenevano per mano...fino a quando si sono accorti di me..."

Abbandona la fronte alla mia spalla, stringendo la mia camicia tra le mani.

"Teneva me così per mano...ho fatto di tutto...di tutto per lui..."

Sospiro...come dimenticarlo...

Le lezioni di ballo...quelle di pittura...abbandonate perché a Yoongi non andava che Jimin stesse con altre persone all'infuori di lui...

Le bevute con i colleghi rifiutate...

Ma Jimin non si lamentava, Jimin non si lamentava mai.

Hanno avuto una sola litigata lui e Yoongi. Nel periodo in cui stavo male, Jimin per una volta si era imposto sul più grande, mettendomi al primo posto.

Ancora ricordo quel giorno e come poi è finito il più basso, a piangere tra le mie braccia, perché aveva disubbidito al proprio ragazzo.

Debole, è sempre stato debole Jimin.

Restò a cullare il suo corpo, ancora scosso da singhiozzi e tremori...

"Jiminie...mettiamo qualcosa di asciutto...?"

Annuisce il biondo, permettendomi di trascinarlo in camera da letto. Recupero due felpe e due paia di pantaloni, posando un cambio tra le mani del più basso.

"Ci cambiamo?"

La risposta, un automatico si...
i suoi movimenti meccanici, indossa il tutto senza biancheria restando poi a fissare un punto morto della stanza.

"Vieni, andiamo un pò sul divano."

Lo prendo per mano, delicato, con la  paura di romperlo, rompere quel briciolo di forza che gli è ancora rimasto con qualche scatto frettoloso.

Mi siedo sul divano tirando a me il suo corpo, che non reagisce in nessuna maniera...lontano...
con i pensieri e col cuore.

"Voglio farti stare bene..."

Sussurro queste parole, lasciando un piccolo bacio sulla sua tempia.

"Voglio farti dimenticare quell'idiota...
E tutto ciò che lui rappresenta."

Sussurro ancora, restando a cullare il biondo che ora ha gli occhi chiusi ed il respiro pesante...si è addormentato.

"Sto così male perché tu stai così..."

"

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