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Louis: Ciao, Haz.
Ho scritto questo messaggio ventisettordici milioni di volte e fa cagare comunque, perciò forgive me se non sarà chissà che poema alla The Notebook. Sai che la mia aspirazione è completamente diversa dal diventare il Nicholas Sparks del 20equalsiasisial'annocorente.
Penso che questo inizio dimostri un po' il sunto del messaggio in sé: sono un idiota e non so fare le cose a modo, quindi rovino tutto. Un po' come questo messaggio. O te. Il tuo buon umore. La nostra amicizia.
In realtà non credo di dovermi giustificare, ma credo di doverti delle scuse e se voglio scusarmi, devo spiegarti. Però non so quanto a fondo potrò/vorrò andare, perciò prometto che farò del mio meglio. E se dovessi avere domande, cercherò di rispondere là dove possibile.
La settimana scorsa ero davvero ammalato. Avevo la febbre alta, ma non ero a casa, non perché dovessi scopare con Zayn, quanto perché è successa una cosa alla mamma, al lavoro, e sono dovuto andare da lei. Quel giorno ho esagerato, ti ho detto cose che in realtà non penso davvero e l'ho fatto a) perché sono una testa di cazzo e b) perché ero stanco, stavo male e la mia vita aveva preso un biglietto per le montagne russe che non ha ancora dato al bamboccio che le fa funzionare.
Non ho potuto parlartene perché mamma mi ha chiesto di non farlo. Non prima che lei parlasse con la tua, di mamma, e non prima che entrambi (io e lei) ci sentissimo pronti per farlo. Jay è stata pronta. Io no. Non lo sono ancora, un po' perché è ancora surreale e un po' perché non ho avuto il tempo di sedermi e pensarci, dal momento che ho stravolto la mia vita in modo quasi radicale. Forse non voglio nemmeno scriverlo o dirlo ad alta voce perché non sono pronto per accettarlo, ancora. Perché sarebbe reale e avrebbe conseguenze che... be', basically: sono un codardo e una testa di cazzo.
Non so se abbia messo tutto quello che volevo dire in questo messaggio e non lo rileggerò, altrimenti mi ritroverò punto e a capo e passerà un'altra settimana prima che trovi la faccia da culo per scriverti. No, non quella tosta(ta) perché non sono una nocciolina. Spero però che uhm... boh, che faccia qualcosa di buono per entrambi, fosse anche solo farmi arrivare una risposta da te piena di insulti. Perché li meriterei.
Quindi, uhm.
Ciao, Haz.
(Che magari è un messaggio palindromo, così(?).)
(Voglio un premio per questo papiro, tho. Tipo il Pulitzer. O il premio strega. O il Costa Awards. Lo merito, perché sono meglio di Nicholas Sparks. E di Clary Fairchild di stocazzo, figlia di Jocelyn e un tizio arrandom che manco la madre sa chi sia. Quindi la spaccia per figlia di un toccato mentale con tendenze omicide.)
(Ho finito. Giuro. Ora vado a cercare di capire perché Doris, che dovrebbe fare la cacca nel vasino, lo stia portando in giro per casa mentre urla.)

Harry: Ciao, Lou.
Non so bene come rispondere al tuo messaggio, e sinceramente non mi spiego neanche il perché.
Capisco, però. Lo faccio davvero.
Solo... credevo sapessi che avresti potuto parlarmene tranquillamente. So che pensi io sia praticamente una cozza, ma... lo sembro, è vero, ma è semplicemente perché ti voglio bene. E mi preoccupo. E ci tengo. Forse anche troppo.
Forse arriva tutto nel modo sbagliato, forse ti senti, uhm, oppresso? Non, come si dice... capito? Non ti senti capito. Da me.
E questa cosa mi fa sentire in colpa, perché dovrei conoscerti ed apparentemente non so abbastanza. Non da rendermi conto di quand'è il momento di darti tempo, di lasciarti sbollire o cose del genere.
Sono sempre stato così, alla fine. Sono sempre stato appiccicoso, nei tuoi confronti. E mi dispiace, perché so che non è ciocche vorresti in questo momento o magari non lo hai mai voluto. Non so.
In ogni caso mi dispiace, ancora, e voglio che tu sappia che sono qui. Ora, domani, fra un mese o quando sarai pronto.
Solo... non tagliarmi fuori? Per favore? Non riesco a vederti/sentirti così, perché mi sento impotente e vorrei fare qualcosa, a tutti i costi. Ma giuro che ti lascio spazio, che ti do il tempo che ti serve.
Però, uhm, sono qui. Sempre.
Scusa.
(Doris è una piccola ribelle. Ecco perché lo fa. Vuole attenzioni)

Louis: Penso di essere io a dovermi scusare. Ma più tardi; ora devo convincere Dan a comprarmi le cozze anche se mi fanno schifo. Ho immaginato te nei panni di una cozza e me mentre mangiavo il cosetto che c'è dentro, divenuto niente popò di meno che la tua pancina. E ho fame.
(Doris deve imparare a fare la cacca stando ferma. Altro che ribellarsi. Non ci si ribella a Louis Uillelmo Tomlinson.)

Lonely Flowers ⚓︎ l.s. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora