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Harry non riesce a distogliere lo sguardo dal corpo bagnato di Louis che sta lentamente – troppo, per i suoi gusti – uscendo dalla vasca da bagno. Ha un sorrisetto furbo stampato sul volto ed il riccio vorrebbe prenderlo a schiaffi perché a) si è appena piegato davanti a lui, b) sta facendo di tutto per sculettare il più possibile e c) ha preso un asciugamano e lo sta facendo passare a rallentatore su ogni centimetro della sua pelle.
È straziante, davvero, ed Harry non sa se riuscirà a resistere ancora per molto, soprattutto se pensa a tutto ciò che potrebbe fargli, piuttosto che guardarlo e basta.
"Lou" lo richiama quindi, passandosi una mano fra i capelli e stringendo il labbro inferiore fra i denti, mentre il castano si gira leggermente e lo guarda negli occhi innocentemente, come se non stesse facendo ogni cosa in suo potere per farlo impazzire.
"Sì?" risponde con nonchalance, ritornando in posizione eretta, tenendo stretto fra le mani l'asciugamano bianco.
L'innocenza gli dona, pensa Harry, peccato che nemmeno una singola fibra del suo corpo si salvi.
Lo guarda ancora per qualche istante, prima di fare un passo verso di lui e "Ho chiuso a chiave la porta della stanza" dire, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
Ha caldo, vorrebbe strapparsi di dosso i vestiti e posare le mani sulla pelle di Louis, ma non può. Sa che deve aspettare e che potrebbe rovinare il momento nel giro di mezzo secondo. Quindi si ferma, schiude leggermente le labbra in un sorriso e si perde nello sguardo del liscio che annuisce, accarezzandosi l'addome con la punta delle dita sottili. "Okay" esordisce poi, concentrandosi finalmente sul moro. "Quindi puoi finalmente portarmi a letto?" domanda, portando l'asciugamano a frizionarsi i capelli, con la mano libera, senza comunque smettere di guardare Harry dritto negli occhi.
Sono entrambi al limite della sopportazione, la loro pazienza è ormai incatenata in un abisso profondo su cui hanno preso il sopravvento il desiderio di appartenersi e la voglia di soddisfarsi a vicenda. E ne hanno bisogno ora.
"Ho bisogno di te" aggiunge subito dopo, Louis, avanzando verso Harry che in risposta fa un cenno d'assenso con il capo, facendogli capire che sì, ha anche lui lo stesso bisogno e sì, può portarlo di là, sul letto enorme e troppo perfetto che li sta aspettando.


• • • • •


Le lenzuola sono impregnate del loro odore, del loro sudore e di tutto l'amore che provano l'uno nei confronti dell'altro, e se Harry si fermasse a pensarci anche solo per un secondo, si renderebbe conto che avrebbe potuto avere tutto questo sin dall'inizio, magari non dal primo giorno, ma si sarebbero risparmiati infiniti giorni di litigi e gioco del silenzio. Per questo sorride, mentre guarda Louis che si lecca le labbra e si sistema meglio sotto di lui, allargando le gambe quel tanto che basta per dargli un accesso migliore, il via libera implicito per unirsi completamente ed amarsi incondizionatamente ancora.
Non che il sentimento cambi a fine giornata, pensa il riccio, sfiorando l'interno coscia di Louis con l'indice, salendo in modo lento fino alla sua apertura.
Avvicina il viso al suo, lo guarda ancora, lo bacia ancora e "Ti amo" sussurra sulle sue labbra, prima di penetrarlo con due dita ed iniziare a muoverle lentamente, dentro e fuori, in modo da prepararlo per quello che Louis ama chiamare Harry Jr.
Quest'ultimo ridacchia, tirandogli un pugnetto al centro del petto. "Non vale" dice piano, "Non puoi dirmi che mi ami ora, mentre stai per approfittarti di me" continua, lo sguardo divertito ed i denti in bella vista. "È scorretto, e quando mi sveglierò domani mattina, con un grazie per la scopata scritto sulla fronte, sarò costretto a piangere e a venirti a cercare per ucciderti. Possibilmente nel sonno" conclude poi, mordendosi il labbro.
"Sei una testa di cazzo"
Bacio.
"Ma ti amo"
Un altro bacio.
"E se pensi che mi abbasserei a scriverti sulla fronte, allora non mi conosci proprio"
Un bacio ancora.
E Louis sorride ampiamente, allacciando le braccia attorno al collo di Harry che continua a muovere le dita, costringendolo ad interrompere quell'attimo di felicità per farsi sovrastare completamente dal piacere, dalla voglia di qualcosa di più. Quindi mugola, il castano, spingendosi verso la sua mano grande ed esperta.
"A-avevo ragione, comunque" dice fra un ansito ed un respiro smorzato, "Le mie dita n-non erano ab– le mie dita non erano abbastanza" riesce a finire la frase con un pizzico di fortuna, visto che Harry ha pensato bene di aggiungere un terzo dito senza avvertirlo, portandolo ad inarcare la schiena e ad ansimare un po' più forte. Sta cercando comunque di trattenersi, di non farsi sentire dal resto della casa, perché ancora ha una dignità e ci terrebbe ad entrare in una stanza qualunque senza essere deriso o guardato male. Non che non sia mai successo, ma con Harry è diverso.
Lo sa lui.
Lo sa Harry e lo sa persino il resto del mondo, ma non ha importanza, perché ciò che conta è essere lì, in quel momento, e godersi ogni piccolo gesto, ogni parola, ogni movimento. E Dio, Louis lo ama da impazzire e sa benissimo che il sentimento è ricambiato allo stesso identico modo. Quindi "Ti amo" si ritrova a mormorare sulla pelle del collo del riccio che sorridendo socchiude gli occhi, sfilando le dita ormai bagnate e indolenzite, sostituendole con il proprio membro duro, lubrificato in precedenza grazie alla saliva di Louis stesso che prende a lasciare marchi violacei sulla sua pelle, quasi volesse far vedere al mondo intero che a) è suo e b) qualsiasi essere umano deve stargli alla larga. E lui farebbe lo stesso, se solo non fosse intento a spingersi dentro il castano con movimenti lenti e ponderati, forti ma non troppo, perché non vuole fargli male; vuole dargli piacere, vuole farlo stare bene, vuole che gli rimanga impresso nei ricordi, addosso, ovunque. Vuole essere tutto ciò a cui pensa, costantemente. E probabilmente già lo è.
Quindi continua piano, accarezzando la pelle di Louis di tanto in tanto, mentre gli sussurra parole dolci all'orecchio e gli lascia baci leggeri lungo la mascella; gli allarga ancora un po' le gambe, si sofferma con le labbra sul mento e decide di aumentare la velocità delle proprie stoccate, nonostante sia consapevole del fatto che se ne pentirà di lì a poco perché "Cristo" urla quasi Louis, gemendo allo stesso tempo, "Potevi avvertirmi" dice poi, scuotendo la testa prima di lasciarsi andare completamente all'ondata di piacere che lo sovrasta. Si ritrova perciò ad invertire le posizioni, il castano, costringendo Harry a sistemarsi contro il cuscino, in modo da poterlo guardare direttamente negli occhi, mentre si muove circolarmente sul suo membro, le mani poggiate sul suo petto ampio e la schiena leggermente inarcata.
Il riccio si gode lo spettacolo, le labbra semi aperte ed ansiti mal trattenuti fuoriescono, indisturbati; sono entrambi sudati, pregni dell'odore di sesso, lo stesso che probabilmente laveranno via nella vasca da bagno l'indomani mattina, fra carezze e baci lievi. Ma in quel momento hanno bisogno di raggiungere l'apice, di soddisfarsi completamente; per questo Louis si ritrova a saltare – nel vero senso della parola – sopra Harry, che non ce la fa più, stringe forte le dita sui suoi fianchi magri, tanto da lasciare il segno, mentre il castano getta la testa all'indietro e si lascia sopraffare dal piacere, dall'orgasmo che lo percuote.
Harry lo segue poco dopo, le ultime stoccate verso l'alto, dentro il corpo tremante di Louis, gli ultimi mugolii, gli ultimi gemiti mal trattenuti, le ultime gocce di sudore.
Un altro bacio; lento, profondo, in contrasto netto con ogni singolo movimento che lo ha preceduto. Lingue che si rincorrono, respiri che si mischiano, parole sottintese che valgono più di ogni cosa vada che entrambi posseggono. Più di loro stessi.
Continuano a sfiorarsi, tocchi leggeri, brividi che percorrono la pelle ancora sudaticcia. Occhi felici, sorrisi spontanei che nessuno vedeva più da tempo.
Cuore contro cuore, corpo contro corpo.
Sguardi persi l'uno nell'altro: azzurro nel verde, verde nell'azzurro.
Amore contro amore, le loro gambe intrecciate ed un "Ti amo" detto all'unisono, prima di chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dalle braccia di Morfeo, contenti di aversi, di essersi trovati e di aver avuto il coraggio di affrontare ogni ostacolo.
Insieme.
E meno male che non avrebbero dovuto fare troppo rumore.

Lonely Flowers ⚓︎ l.s. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora