"Greg!"
Per poco al disgraziato non prende un infarto. Sta attraversando il vialetto che lo separa dall'ingresso del complesso di appartamenti, quando Gemma lo chiama. E sono le due di mattina e in strada non c'è nessuno. A parte lei, ovviamente. E lui potrebbe essere un po' brillo, ma non così tanto. Gemma è una sola, non dodici. Le sorride.
"Gem"
"Devo parlare con Niall" esordisce lei. "E lo so che è tardi e che domani andate in Irlanda e dovrete svegliarvi presto ma io... devo parlare con Niall, Greg"
Il ragazzo muove le mani in un gesto di noncuranza e poi la sospinge con delicatezza verso la porta. La fa entrare e la accompagna su per le scale, al quarto piano, barcollando appena.
Gemma finge di non notare che Greg si stia appoggiando a lei nel tentativo di non rovinare lungo la rampa e rompersi l'osso del collo. Lo aiuta volentieri e con discrezione, facendogli credere di essere colui che ha la situazione in mano.
"Basta che facciate piano, altrimenti domani ci portano in chiesa, non in Irlanda" borbotta Greg, una volta aperta la porta dell'appartamento. Non si accorge nemmeno che Gemma non lo sta ascoltando, troppo occupata a togliersi le scarpe e a lanciarsi al piano superiore, dove sa essere la camera di Niall. Spera solo che sia tornato e che sia sveglio – dovrebbe esserlo. Di solito fa le ore minuscole.
Bussa con forza una, due e poi tre volte. E poi riprende e non smette finché non sente un gemito, qualche imprecazione e la serratura scattare.
"Che cazz– oh" Pensava fosse Greg, pensava che avrebbe avuto a che fare con qualcuno degli amici di suo fratello ubriachi fradici e alla ricerca di un bagno. Invece è Gemma. È solo Gemma.
Senza dire una parola, si discosta e la lascia entrare, osservandola con attenzione mentre si guarda attorno a disagio, camminando verso il centro della stanza, e si passa una mano tra i capelli ossigenati. Non vorrebbe essere lì ma deve, ne ha bisogno. La capisce, sorride appena. È felice che, nonostante tutto, sia andata da lui. È felice di vederla prima di andare in vacanza, anche se avrebbe preferito non essere svegliato dopo un'indigestione scomoda.
La osserva mentre va a sedersi sul davanzale della finestra, quello che rientra nella camera e che lui ha allestito a divanetto, dove solitamente si siede a suonare la chitarra, e inclina il capo, curioso.
Gemma non parla; si accomoda portando le ginocchia al petto e posandovi sopra il mento, gli occhi che osservano un punto non ben definito oltre i vetri appannati e un sospiro che lascia il suo petto.
"Gem" la richiama. Lei sobbalza e lui va a sedersi sul letto, chiedendosi come sia possibile che Gemma abbia dimenticato per una frazione di secondo di essere a casa, con Niall.
"Aveva una finestra simile anche lui. Solo che la tua vista è migliore della sua" Gemma mormora, non lo guarda in faccia. È lontana, con la mente.
"Chi?" Chiede Niall, incerto. Non è sicuro di essere nella posizione di fare domande.
"Mish"
Silenzio.
"La sua vista dava su un casolare abbandonato. Nessuno avrebbe mai potuto vederlo mentre lo faceva"
Niall si passa una mano sul volto. Non è lì per parlare di Mish e lo sanno entrambi. Così come sanno che Gemma sta blaterando perché è nervosa, perché non ha il coraggio di chiedere quello che davvero vuole sapere.
Sospira e allunga una mano verso di lei, senza muoversi dal materasso.
"Gem, vieni qui" la invita. Gemma, però, non l'ascolta.
"Quando ha finito, se n'è andato. E mi ha lasciata qui. Sul davanzale. Ad aspettare" Fatica a reprimere un brivido, non riesce a evitarsi di stringersi ancora di più in quella bolla fredda di ricordi.
"Gemma, per favore," chiama Niall, di nuovo. "Vieni qui?"
"Perché dovrei? Tanto te ne vai anche tu"
E Niall vorrebbe schiaffeggiarla. E schiaffeggiarsi perché, cazzo, avrebbe dovuto parlarle. Avrebbe dovuto ascoltare Harry, scriverle, chiamarla, aspettare sotto la fottuta finestra che il teatrino finisse. Ma non lo ha fatto. L'ha ferita.
Lui e Harry lo hanno fatto.
Si passa una mano sul viso e sospira pesantemente, sentendo lo stomaco compiere un altro dei suoi salti mortali. Questa volta, però, non è per il troppo cibo o i troppi dolci che Anne e Robin hanno servito quella sera. Questa volta è per la paura, la rabbia dovuta alla realizzazione: ha ferito Gemma e nulla gli assicura che non l'abbia mandata completamente in pezzi.
Quando solleva lo sguardo, Gemma è in piedi davanti a lui, in attesa. Niall le sfiora le mani, prendendole tra le proprie in un gesto attento e delicato; la strattona appena, il giusto per farle capire che deve sedersi, che deve sistemarsi sulle sue ginocchia, e Gemma esegue.
Gemma si sistema sulle ginocchia di Niall e si sorprende di quanto siano accoglienti, morbide e non pungenti come quelle di Mish, nonostante quelle di Niall siano molto più magre. Gli permette di scostarle i capelli dal volto con una mano e di sistemare l'altra dietro la schiena, facendola scivolare prima lungo il fianco. Lascia che avvicini il volto al suo e le baci l'angolo delle labbra una, due e poi tre volte. Solo allora trova il coraggio di avvolgere le proprie braccia attorno al suo collo e nascondere il volto nell'incavo della spalla. Respira il suo profumo e si stringe di più a lui.
"Due settimane, Gem. Tre al massimo. Poi tornerò. Non ti lascio"
Gemma vorrebbe credergli. Lo vorrebbe con tutta se stessa, ma non le riesce; non risponde.
"Gee. Ti ho mai mentito?" Le chiede, intuendo i suoi pensieri. Le passa una mano tra i capelli e china il capo per baciarle la guancia.
"Hai detto di non provare niente per me. Di non amarmi"
Niall ride appena. "Tu lo stai facendo ancora adesso" le ricorda. E Gemma solleva le labbra in un sorriso appena accennato.
"Non andare?" Lo implora, con voce piccola e insicura. Non è certa che sia la cosa giusta da dire in quel momento, ma Gemma non sa che altro fare.
Niall sospira pesantemente, strofinando il naso contro i suoi capelli al profumo di fragola selvatica - lui lo adora e lei pare aver rispolverato la scorta personale di prodotti per il corpo a quell'essenza.
"Vieni con me?" Le propone, con voce ferma. E per quanto si impegni, esce comunque come una domanda.
"Tua madre non apprezzerebbe. E tuo padre non mi va di disturbarlo" Gemma però ride appena. È lusingata. Non pensa di valere abbastanza da essere presentata ufficialmente a una famiglia numerosa come quella di Niall.
"Mia madre ha un biglietto per te e mio padre ha preparato la stanza degli ospiti" confessa Niall. "E no, non chiedere perché mia mamma abbia un biglietto anche per te. Non c'è risposta. Lo ha e basta, a quanto pare."
"È una mamma. E ora capisco il bagaglio nella mia macchina"
Niall inarca un sopracciglio e Gemma gli spiega della valigia che ha trovato sui sedili posteriori poco dopo essere uscita di tutta furia da casa.
"Che streghe malefiche..."
Gemma ride e Niall si unisce a lei solo per qualche istante. Quando si interrompe, Gemma gli posa una mano sulla fronte e poi strofina il naso contro il suo.
"Scotti" afferma.
"Sto bene, Gem. Ho solo bisogno di sapere che verrai con me, domani"
Gemma, semplicemente, sorride e posa le proprie labbra su quelle dell'irlandese, sfiorandole in un bacio appena accennato.
Poi, insieme, si distendono sul materasso del letto singolo in cui dorme Niall, il quale si allunga per spegnere la luce da notte. Si cercano nel buio per brevi istanti e si perdono l'uno negli occhi dell'altro a lungo, sfiorandosi con la punta delle dita, rubandosi baci fugaci e lenti, pigri. E si addormentano l'uno tra le braccia dell'altro, con un sospiro e le dita intrecciate.
"Haz perderà cinquant'anni, appena lo saprà" mormora Gemma; le parole strascicate, gli occhi ormai chiusi e la guancia poggiata sul petto dell'irlandese, il quale si lascia andare a una risata pigra.
Non le risponde, però, troppo stanco per qualsiasi azione. Si limita a baciarle la fronte e a sollevare le coperte per tenerla al caldo; Harry al momento non lo preoccupa. Qualsiasi cosa succeda, Niall sa che a lui basterà sapere sua sorella felice e in buone mani.
Niall si prenderà cura di lei.• • • •
"Haz, potrebbe interessarti un folletto come regalo di Natale in ritardo?"
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Lonely Flowers ⚓︎ l.s.
أدب الهواةLa solitudine è una brutta bestia, Harry e Louis lo sanno bene. [ATTENZIONE: questa storia sarà composta solo ed esclusivamente da chat, ovviamente scambiate fra i due personaggi e sarà scritta in collaborazione con @Nameless_Sam]