Cap. 4

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Finiti gli esercizi erano circa le 4 del pomeriggio e la prima cosa che mi venne in mente fu Christa: pensai mi avesse scritto così andai in camera mia a controllare il telefono ma niente, nemmeno un messaggio; decisi di scriverle io:

da Alex: Ciao

da Christa: Ehi, ciao.

da Alex: Che combini?

da Christa: Nulla, ascolto un po' di musica, tu?

da Alex: Ti scrivo, ahahaha

da Christa: Oh, giusto. Senti, dato che mi annoio e credo che per te sia lo stesso, che ne dici di incontrarci?

da Alex: Sì, è una buona idea

da Christa: Lo so: io ho sempre buone idee, ehehe

da Alex: Modesta la ragazza

da Christa: Ovviamente u.u

da Alex: A che ora e soprattutto dove?

da Christa: Oh, giusto: c'è un parco poco dopo la scuola; incontriamoci li tra 15 minuti e poi andremo a fare un giro. Ti va?

da Alex: Si certo, a dopo

da Christa: A dopo.

Appoggiai il telefono sulla scrivania e aprii l'armadio. Che cosa potrei mettermi? Pensai. Dopo qualche minuto decisi: so che era metà ottobre, ma io non soffrivo il freddo quindi optai per una camicia a quadri blu e nera con sotto una canottiera grigio scuro, un paio di jeans strappati e delle Vans. Ero soddisfatta; misi gli occhiali da sole, presi lo skateboard, dato che la scuola non era tanto vicina a casa mia, e uscii dalla mia camera. "Zio io esco!" urlai dalla sala dato che lui era in camera sua "dove vai?" lo vidi sbucare da sopra le scale per poi scenderle e venire verso di me "vado a fare un giro con una ragazza che ho conosciuto oggi a scuola" "è carina?" "si, molto, ma cosa c'entra?" "fai la brava" mi disse sorridendo senza rispondere alla mia domanda; mi baciò la fronte e poi mi chiese "a che ora torni?" "tornerò verso le 9" "va bene" "ciao!" dissi chiudendomi la porta alle spalle e salendo sul mio skate.

Quando arrivai al parco ero in ritardo di 5 minuti, ma Christa non c'era; cominciai a preoccuparmi e non potevo nemmeno mandarle un messaggio perché avevo dimenticato in telefono sulla scrivania. "Scema" mi rimproverai a bassa voce e proprio in quel momento sentii un brivido dietro la schiena e del vento spostò le foglie cadute dagli alberi di quel parco. "Ehi" mi girai, spaventata, e trovai Christa che rideva "scusa! Non volevo spaventarti" disse sempre ridendo "tranquilla" "da quanto aspetti?" "da poco: sono arrivata due minuti fa" "scusa per il ritardo: mio padre mi ha fatto il terzo grado per capire chi fossi" "nonimporta, tanto anch' io sono arrivata in ritardo     "allora...andiamo?" mi chiese porgendomi la mano "si" risposi prendendogliela, sorridendo.

Verità proibiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora