Cap. 7

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Il giorno dopo non andai a scuola: non avevo voglia di vedere nessuno, ma soprattutto non avevo voglia di vedere Christa, e poi mi ero fatta male alla mano destra, quella con cui scrivo. Poi in classe io dormo quindi non cambia molto andarci o stare a casa.

Alle 9 scesi in cucina per fare colazione trovando mio zio ai fornelli "buongiorno" "'giorno" "che ci fai a casa?" "non posso mica lasciarti a casa da sola: romperesti un altro muro" disse guardandomi e cominciando a ridere "spiritoso ahahah. Seriamente: perché non sei al lavoro?" "vengono ad aggiustare il buco nel muro alle 11" "ah, ecco. Che stai cucinando?" "pancake. Quanti ne vuoi?" "sette" "cosa?!" si girò per guardarmi con la bocca spalancata "di solito ne vuoi nove. Cosa ti sta succedendo? Hai la febbre?" "mi misi a ridere "va bene, fammene nove ahahah". Finita la colazione andai in bagno per farmi una doccia e fu una tortura con la mano che mi faceva male; finita la doccia mi vestii e andai in camera ad ascoltare un po' di musica ma appena accesi il telefono vidi un messaggio di Christa:

da Christa: ciao...perché non sei venuta a scuola? Stai male?

Lo ignorai; rimasi sdraiata sul letto ad ascoltare musica per mezz'ora, poi decisi di uscire "zio io esco" "dove vai?" "non lo so, dove capita" "non tornare tardi" "va bene".

Questa volta non presi lo skate: volevo camminare un po'; appena uscita di casa mi misi le cuffie nelle orecchie e alzai il cappuccio della mia felpa, nonostante ci fosse il sole e non piovesse: mi piace mettere il cappuccio, mi da come una sensazione di protezione.

Camminai per due ore buone, poi decisi di fermarmi un po' per riposare e sinceramente avevo anche un po' fame così inviai un messaggio a mio zio "non torno per il pranzo: mangio fuori" "hai i soldi?" "si zio, mica rubo" "conoscendoti non si sa mai" "gentile. Comunque torno verso le 2." "okay, a dopo"; rimisi in tasca il telefono e andai a cercare una pizzeria; quando la trovai ordinai, pagai e me ne andai con la mia pizza. Mi sedetti su una panchina, in un parco, per mangiare la mia pizza in pace; quando finii e mi alzai per buttare il cartone un cane venne verso di me e cominciò ad abbaiarmi contro "vattene" dissi "su vattene, vai dal tuo padrone" non mi ascoltava e continuava ad abbaiare, facendomi innervosire "smettila e vai via!" dissi con la voce più alta. Non ascoltava così iniziai a ringhiargli contro, facendolo scappare e attirando l'attenzione delle persone lì vicino; ero nel panico e iniziai a correre sempre più veloce verso casa. Entrai e chiusi la porta quasi sbattendo. "Che è successo?" mi chiese mio zio alzandosi dal divano; io mi girai verso di lui e quando mi guardò in volto notai che era preoccupato "cosa è successo Alex?" "un cane..." dissi col fiatone "un cane mi abbaiava contro e non smetteva...così gli ho ringhiato contro ma delle persone mi hanno vista" "non hanno visto gli occhi? O altro?" "no...avevo il cappuccio e sono scappata subito" "meno male" tirò un sospiro di sollievo "devi fare più attenzione" "lo so, ma a volte non riesco a controllarmi" "il muro ne è a conoscenza" disse scherzando "continuerai a rinfacciarmelo a vita?" "si, esatto" disse infine prima di risedersi sul divano, io invece andai in camera mia, misi il telefono sulla scrivania e dopo poco mi addormentai.

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