Cap. 15

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Quando entrammo in classe rimanemmo sconvolte nel vedere quello che era stato scritto alla lavagna: "lesbiche di merda"; mi girai guardando Christa e mi accorsi che aveva gli occhi lucidi e la bocca semi aperta; cercai di attirare la sua attenzione ma si era bloccata, così la presi per un braccio e la condussi ai nostri posti. "Non sappiamo se si stessero riferendo a noi, tranquilla" lei si girò guardandomi: aveva ancora la stessa espressione "si stavano riferendo proprio a noi Alex e lo sai anche tu" disse prima di girarsi e fare attenzione al professore che era appena entrato; aveva ragione: si stavano riferendo a noi due e ne ero consapevole, ma chi poteva essere stato?

Quell'ora non prestai minimamente attenzione alla lezione che si stava svolgendo: mi concentrai su ogni singolo ragazzo che era presente in quell'aula, guardandone ogni singolo movimento, smorfia o indizio che mi potesse condurre al colpevole.

Fu quando il professore si accorse della scritta che capii chi fosse stato "chi di voi ha scritto questa cosa? Rispondete" nessuno rispose ovviamente ma una ragazza si girò nella nostra direzione sorridendoci maliziosamente; quella ragazza fa parte del gruppetto di studenti che il primo giorno bisbigliava e mi guardava male. Il suo nome è Kitty, un nome odioso quasi quanto lei a mio parere; Kitty è una ragazza bionda, abbastanza alta, magra, non è  bellissima, infatti non ho mai capito perché piaccia ai ragazzi.

Avrei tanto voluto metterle le mani addosso ma l'unico problema era che andava sempre in giro con il suo ragazzo, Tyler: sembrava la sua guardia del corpo.

So che sono un licantropo e quindi dovrei essere più forte perfino di un ragazzo, ma vi ricordo che se mi faccio male i miei occhi cominciano a brillare, e non è bassa la probabilità di beccarmi un cazzotto in faccia da uno come Tyler.

Tuttavia, per mia fortuna, quel giorno il suo bel ragazzo non c'era a scuola "perché sorridi?" Christa mi stava fissando e solo in quel momento mi accorsi di star effettivamente sorridendo "gliela farò pagare a quella stronza" "di chi stai parlando?" "Kitty" "Kitty? E' stata lei?" "si, e la pagherà" "Alex non fare idiozie".

La prima ora finì, ma preferii aspettare la fine delle lezioni così da affrontarla fuori scuola; anche l'ultima campanella suonò e mi precipitai nel parcheggio dell'edificio seguita da Christa "non lo fare" "non puoi fermarmi" "in teoria potrei ma vorrei che ti fermassi da sola" "non lo farò" "Alex.." "che c'è?" chiesi girandomi così da poterla guardare in faccia "non farle troppo male..." non risposi nemmeno perché in quel momento uscì Kitty con il suo gruppetto di ochette " guardate ragazze: le lesbicone della scuola" disse ridendo accompagnata dalle altre "senti stronzetta, che problemi hai?" chiesi avvicinandomi a lei e spingendola un po' "ragazze mi ha toccata! Oddio che schifo! Avete del disinfettante?" disse ridendo, sfottendomi "sei una puttana" "come cazzo mi hai chiamata?!" "oh, non ti piace?" "Alex smettila, andiamo a casa" disse Christa prendendomi per mano e girandomi "si vai a casa. Vai a scoparti quella troia della tua ragazza"; a quel punto mi arrabbiai talmente tanto da girarmi e tirarle un pugno in piena faccia, facendola cadere a terra, poi mi gettai su di lei colpendola ancora e ancora, mentre lei si copriva la faccia con le mani e le sue amiche cercavano di fermarmi invano: mi tiravano i capelli, mi spingevano, mi prendevano le braccia, ma io ero più forte e riuscivo a liberarmi per colpire ancora quella stronza che ormai era svenuta ma io non me ne ero accorta.

Fu Christa a farmi smettere tirandomi per un braccio e portandomi all'interno della scuola, più precisamente nei bagni "c-che avevi intenzione di f-are? Volevi u-ucciderla?!" stava piangendo "perché ti preoccupi così tanto per quella stronza?!" "non mi preoccupo per lei, ma p-per te" "non dovresti" "g-guardati allo specchio: stavano per vederti" mi avvicinai ad un lavandino e feci come mi aveva detto: avevo gli occhi che brillavamo, le zanne e le orecchie allungare; il problema era che non riuscivo a ritrasformarmi "non riesco..." "a fare cosa?" "non ci riesco!" urlai accasciandomi a terra e cominciando a tremare "Alex che succede? Calmati" "Non ci riesco" dissi quasi a bassa voce "che ti succede? Alex! Che succede?" mi stavo trasformando completamente in lupo, una cosa che non mi succedeva da anni: non riesco a controllare la trasformazione, di conseguenza faccio fatica anche a tornare nella mia forma umana.

"M-mi sto trasform-mando" "lo vedo, ma perché? Calmati Alex" "non ci riesco" "guardami" mi disse prendendomi il viso tra le mani e alzandomelo "c'è qualcosa che può calmarti, una cosa che ti distragga?" "n-non lo so" "ci dev'essere qualcosa" "f-forse q-qualcosa c..." "fallo allora".

La guardai per un attimo, poi le presi le mani e gliele abbassai, le accarezzai una guancia e mi avvicinai, lentamente, per poi chiudere gli occhi e posare le mie labbra sulle sue; rimasi in quella posizione per qualche secondo, poi mi staccai aprendo gli occhi scoprendo che Christa stava piangendo, sfiorandosi le labbra con l'indice, tremando. "Mi...mi hai baciata..." "s-si. Almeno ha funzionato?" "si, ha funzionato" disse sorridendo "perché sorr..." ma non feci in tempo a finire la frase che le nostre labbra si unirono nuovamente, in un bacio questa volta passionale e più lungo "mi piaci" mi disse dopo essersi staccata "anche tu mi piaci".

Verità proibiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora