Cap. 20

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    "Ho fame..." "smettila di lamentarti" "ho fameee" "lo so, lo so: sono passati solo 10 minuti  da quando siamo entrate in classe e tu continui a ripeterlo" "se tu non avessi bruciato la colazione non mi starei lamentando ora" "se tu non mi avessi distratta non l'avrei bruciata". Sentendomi offesa incrociai le braccia e misi su il broncio; "sono un licantropo e sono affamata" bofonchiai sottovoce, guardando fuori dalla finestra, per poi ringhiare debolmente. "Sei impazzita? Potrebbero vederti" mi sgridò Christa voltandomi il viso viso e incrociando il suo sguardo con il mio "non mi vede nessuno, tranquilla" "va bene ma ora falli tornare normali" "non posso" "come non puoi?" "te l'ho detto: ho fame e quando ho fame non riesco a controllarli. Per di più mi sa che ho pure il ciclo" "povera cucciola, le fa male il pancino" disse lei scherzosamente, seguita poi dal mio sguardo fulmineo; ringhiai.
Calmati ora: scherzavo. "Prof! Alex non si sente tanto bene" disse Christa senza far caso al fatto che la professoressa stesse tenendo una lezione "accompagnala in bagno, ma fate presto" disse quest'ultima guardando nella mia direzione.
Senza perdere troppo tempo Christa mi prese per un braccio e mi disse sotto voce di non guardare nessuno negli occhi; io non capivo dove volesse andare a parare "ma che stai..." "potrai ringraziarmi più tardi" disse poco prima di frugare nello zaino di una nostra compagna di classe per poi aggiungere un sonoro "grazie!" seguito dal lamento della ragazza a cui era stato importunato lo zaino. Uscite dall'aula si chiuse la porta alle spalle e ci affrettammo ad andare in bagno "tu guarda se hai il ciclo, io torno subito" disse lei dandomi un assorbente, probabilmente sottratto alla nostra compagna di classe; "ehm...d'accordo" dissi io chiudendo la porta del bagno. Controllai se avessi il ciclo sì, ce l'avevo. "merda..." dissi io ringhiando; quando aprii la porta trovai Christa ad aspettarmi "ce l'hai?" chiese lei riferendosi al ciclo "ma dove sei andata?" chiesi a mia volta, non curante della sua domanda " a prenderti queste, così non ti lamenterai per un po'" disse lei mostrandomi due brioches "ma io ti amo!" dissi abbracciandola e prendendo le brioches, poi iniziai a mangiare ma mi fermai a metà poiché Christa non la smetteva di fissarmi "che c'è?" chiesi con la bocca piena "ho qualcosa in faccia?" aggiunsi poi, dopo aver mandato giù il boccone; "no" rispose lei sorridendo lievemente e abbassando lo sguardo: era diventata rossa. Poi rialzò la testa e, scostandosi una ciocca di capelli la viso, chiese: "d-davvero mi ami?". A quella domanda inaspettata mi bloccai e per lo stupore mi caddero pure le brioches dalla mano; rispondi stupida, rispondi "oh...ehm, s-si: t-ti ano...cioè noooo. Aaah, che stupida" dissi rimproverandomi e coprendomi il viso dall'imbarazzo. Quello che dissi fece ridacchiare Christa, la quale prese le mie mano tra le sue e sorridendomi disse: "con calma lupetta"; sorrisi abbassando lo sguardo, poi prendendo un bel respiro dissi: "sì, ti amo" .
Non è stato complicato dirlo, ma farlo guardandola negli occhi: era stupenda e mi ci perdevo sempre in quel suo sguardo; "anche io ti amo" aggiunse lei diventando rosea in volto, per poi avvicinarsi ancora di più a me e far appoggiare delicatamente le sue morbide labbra sulle mie, per poi far uscire le nostre lingue che cominciarono a danzare in armonia che sembrava non voler finire: era tutto perfetto, lei era perfetta.
Fu lei a decidere che era il momento di tornare in classe, così si staccò e, a malincuore, ci incamminammo verso la nostra aula; durante il tragitto, però suonò la campanella della seconda ora e il corridoio si riempì di studenti e insegnanti intenti ad andare ognuno nella propria aula, il più velocemente possibile; tutti tranne uno: Tyler. Era lì, davanti a noi, immobile che ci fissava. Finalmente, o sfortunatamente, dipende dai punto di vista, quando il corridoio si svuotò e tutti furono entrati nelle rispettive classi, Tyler si decise ad avvicinarsi a noi, dicendo poi solamente una cosa: "io so cosa sei".    

Verità proibiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora