Cap. 11

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"Che intendi dire?" le chiesi confusa "anche tu sei..?" "No. Ma se vuoi scoprirlo, seguimi" disse girandosi e uscendo dal bagno. Entrammo in camera sua, io mi sedetti sul suo letto mentre lei chiuse la porta per poi girarsi e sedersi accanto a me; ci guardammo per un po' poi cominciò a parlare: "non spaventarti okay?" mi disse alzandosi e posizionandosi di fronte a me. Io semplicemente annuii. Lei aprì leggermente la bocca e vidi i suoi canini superiori allungarsi, poi gli occhi diventare da azzurri a rossi come il sangue; continuava a guardarmi come per cercare di capire a cosa stessi pensando, così mi alzai e cominciai a trasformarmi a mia volta: gli occhi mi diventarono di un giallo brillante, quasi tendente all'arancione, i miei canini si allungarono seguiti dalle orecchie e dagli artigli.

Ci guardammo per qualche secondo, poi lei prese una ciocca di capelli e me li mise dietro l'orecchio, accarezzando la guancia con il pollice, continuando a guardarmi negli occhi.

Io rimasi immobile a guardarla, passando lo sguardo dalle sue labbra ai suoi occhi; "a che pensi?" mi chiese allontanando la mano dal mio viso "penso che sei bellissima" dissi sorridendo facendo fare lo stesso anche a lei. Abbassai lo sguardo ma lei mi alzò il viso con la mano e continuando a guardarmi mi disse: "anche tu lo sei", facendomi sorridere ancora di più; poi staccò la mano dal mio viso e la portò sulla mia mano, facendo lo stesso anche con l'altra, rimanendo a guardare le nostre mani unite. "Sai una cosa?" mi chiese senza alzare lo sguardo "ho sempre creduto che licantropi e vampiri fossero nemici. E la cosa è buffa perché noi non lo siamo" disse ridacchiando "no, non è buffo" dissi attirando la sua attenzione "ah no?" mi chiese guardandomi negli occhi "è stupendo" risposi, poi mi ritrasformai e lei fece lo stesso; "Alex?" "Si?" "Posso chiederti una cosa?" "certo" "mi...mi puoi...abbracciare?" "si, certo" dissi per poi abbracciarla e stringerla forte "ti...ti voglio bene" "Anche io Christa"; ad un certo punto sentimmo bussare alla porta così ci staccammo e ci sedemmo sul letto "avanti" "tesoro la tua amica rimane qui a mangiare?" chiese la madre di Christa "mamma, veramente resterebbe anche a dormire "oh, va bene. I suoi lo sanno?" "si" "va bene allora, tra cinque minuti scendete per la cena" "okay".

Quando sua madre uscì mi girai verso di lei e la guardai, poi sorrisi e la abbracciai "ahaha che fai?" "ti abbraccio" "lo vedo, ma perché cosi all'improvviso?" "mi piace abbracciarti, anche perché a parte mio zio nessuno mi abbraccia" "d'avvero? Ma i tuoi genitori?" "i...i miei sono morti" dissi staccandomi "oh...mi dispiace, scusa" "tranquilla, dopo magari ti spiego se vuoi" "si, certo. Ora però andiamo se no mia madre si arrabbia"; andammo in cucina e mi presentai al padre di Christa, ma nel momento in cui stavo per dargli la mano egli non ricambiò, così guardai Christa "papà, lo sa" e fu con quella frase che convinse l'uomo a darmi la mano: era fredda come il ghiaccio.

Ci sedemmo tutti a tavola ma solo io e Christa mangiammo, poi tornammo in camera della ragazza, ci sdraiammo sul letto e cominciammo a parlare: "che ne dici di farci delle domande a vicenda?" chiese lei "mi sembra un ottima idea" dissi io mettendomi a sedere, seguita da lei.

"Comincio io" dissi "chiedi quello che vuoi" "perché i tuoi hanno la pelle fredda e non mangiano come fai tu? E perché non hai segni si morsi?" "wow, queste sono più di una domanda" disse scherzando "allora: io non sono un vero e proprio vampiro. Io non sono stata morsa ma essendo nata da due vampiri sono immortale ma cresco fino ad una certa età, posso mangiare sia il cibo degli umani che bere il sangue, posso correre velocissima e dormo, mentre loro no." "capito" "tocca a me" "vai" "che è successo ai tuoi?" "una notte, trasformati completamente in lupi, un cacciatore li uccise e io ero con loro. Per poco non morivo anche io ma per fortuna mio zio sentii gli spari e mi salvò." "quanti anni avevi?" "sette" "piccola...ti ha sparato?" "si" "posso vedere?" alzai la maglietta e le feci vedere il punto dove mi sparò ormai cicatrizzato sulla mia pancia, lei allungò la mano e lo accarezzò "mi dispiace tanto" "non importa. Ormai è passato" dissi guardandola dritta negli occhi, poi le chiesi: "i tuoi sanno che sei lesbica?" "si, lo sanno. E tuo zio?" "anche lui lo sa".

Continuammo a parlare, ridere, scherzare; poi si fece tardi e decidemmo di andare a dormire; "buona notte Alex" disse dandomi un bacio sulla guancia e girandosi dandomi le spalle. "Buona notte" dissi abbracciandola da dietro "ti voglio bene" disse prima di addormentarsi "anche io". 

E non solo quello, pensai.

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