Giocherellavo distrattamente con il dragoncello tritato nel mio piatto, distribuendolo con la forchetta quanto più uniformemente possibile sulla salsa che ricopriva la tagliata di pregiatissimo manzo.
Filet de boeuf au poivre et sauce béarnaise.
Evidentemente nella upper class non si poteva comprendere il contenuto di un qualunque piatto senza aver frequentato un corso avanzato di francese. Difatti io andavo ad intuito.
Sentivo un paio di occhi azzurri che mi fissavano intensamente, ma decisi che il dragoncello non era ancora sistemato alla perfezione.
«Elizabeth?»
Ma non può chiamarmi Liz o Lizzie come fanno tutti?
Amavo il mio nome – ero una fan di Jane Austen – però non ero abituata a sentirlo pronunciare per intero. Era troppo... formale.
«Elizabeth, per l'amor del cielo, non tormentare quella carne. Hai idea di quanto valga un etto di quel manzo?»
Alzai finalmente gli occhi, guardandolo torva.
«No, Louis, non ne ho la minima idea visto che fino a poco tempo fa l'unica carne che potevo permettermi di mangiare erano le alette di pollo fritte» ribattei piccata.
Louis si lasciò andare ad un risolino, coprendosi la bocca con la mano.
«Non offenderti, cara, ma allora dovresti approfittarne adesso che puoi» rispose, alludendo al piatto che stavo tanto irrispettosamente denigrando.Trattenni a stento un rumoroso sbuffo e mangiai qualche boccone di carne, tanto per non protrarre ulteriormente il discorso.
Era deliziosa, naturalmente, ma avevo lo stomaco chiuso. Avrei preferito mille volte una pizza scadente sul divano di casa mia, a Dover. Mi pulii la bocca con il tovagliolo e mi alzai dal tavolo.
«Scusami Louis, non ho fame. Andrò in camera mia a riposare un po'»
Mi osservò per qualche secondo, cercando forse di captare la vera ragione del mio comportamento distaccato.
«D'accordo» sospirò infine, «buonanotte, Elizabeth»
«Buonanotte, Louis»
Uscita dalla lussuosa sala da pranzo mi avviai verso la mia stanza, e quando vi arrivai mi gettai a peso morto sull'immenso letto a baldacchino.
Tutto questo mi sta soffocando.
Decisi di regalarmi un bel bagno caldo per distendere il groviglio di nervi che mi attanagliava lo stomaco.
Notai con un vago senso di inquietudine che qualche domestica mi aveva già riempito la vasca di calda acqua schiumosa.
Ma come ci riescono?
Mi spogliai, legai i capelli biondi in un disordinato chignon alto e mi immersi con un sospiro.
Non sapevo quanto sarei riuscita a resistere, ma dovevo farlo per mamma e papà. Louis non era un ragazzo malvagio, dopotutto; talvolta era un po' fastidioso, ma forse ero troppo dura con lui.
Probabilmente gli riversavo addosso il mio disappunto per essere stata catapultata in un contesto che non desideravo, e quindi attribuivo una connotazione negativa anche a lui.
Sì, doveva essere così.
Cercai di riportare alla mente la sua figura, smilza e scattante, i suoi vispi occhi azzurri ed il suo portamento elegante. Il suo modo compito di mangiare, la sua stretta di mano ferma ma non eccessiva, la serietà con cui discuteva di alta finanza con i colleghi di suo padre.
STAI LEGGENDO
High Society || H. S.
FanfictionElizabeth Thompson abita a Dover, a poche miglia dalle scogliere. La sua vita scorre tranquilla e senza pensieri, fino a che non viene coinvolta in un matrimonio di convenienza con uno degli scapoli più ricchi d'Inghilterra e si ritrova a vivere in...