Il mattino dopo mi svegliai decisamente riposata. Un timido sole faceva capolino attraverso i vetri delle alte finestre, dal momento che non tiravo mai le tende prima di andare a dormire.
È un nuovo magnifico giorno per la principessina di Rangemore Hall.
L'appellativo mi fece ripensare a Harry, e sorrisi ricordando quel bizzarro incontro. Da quando vivevo lì era la prima persona che non mi aveva trattata come una reginetta da servire e riverire.
Mi aveva fatta sentire... quasi a casa.
Casa.
Sospirai.
Chissà se riuscirò mai a considerare questo posto casa mia.
Mi mancava Dover, mi mancavano la mia routine, i miei amici e le mie scogliere.
Improvvisamente ebbi un'idea: avrei trascorso il weekend a Dover. In fondo non avevo nulla da fare a Rangemore Hall; Louis lavorava tutto il giorno, e spesso a pranzo aveva incontri d'affari con qualche pezzo grosso della finanza.
Rinfrancata da questa prospettiva saltai giù dal letto come una molla, e dopo essermi data una rapida rinfrescata mi vestii e mi diressi verso la sala da pranzo dove trovai allestita, come tutte le mattine, una colazione che non aveva nulla da invidiare ad un banchetto regale.
Accidenti, quanta roba credono che possa ingurgitare in un solo pasto? E dove diavolo va a finire tutto il resto?
Cercai di non fare caso a quell'eccessiva abbondanza di cibo e mi sedetti di fronte a Louis, che leggeva il bollettino economico sorseggiando un caffè dall'aroma delizioso. Quando mi sentì arrivare alzò lo sguardo e sorrise con una luce maliziosa negli occhi.
«Buongiorno, mia cara Elizabeth. Ti vedo particolarmente radiosa oggi; per caso questa notte hai sognato me?»
Se avessi sognato te sarebbe sicuramente stato un incubo.
Sfoderai il mio miglior sorriso a denti stretti ed ignorai la domanda; non avevo nessuna intenzione di farmi rovinare l'umore dall'odioso rampollo.
«Buongiorno, Louis. Pensavo fossi già al lavoro»
Scosse la testa, senza perdere il sorriso.
«La prima riunione sarà in tarda mattinata, perciò ho pensato che sarebbe stato piacevole fare colazione insieme oggi»
Ehi wow, non dovevi disturbarti. Cioè, in realtà avrei preferito non vederti proprio.
«Ehm... Grazie del pensiero» risposi con un sorrisetto più finto di una banconota da tre sterline mentre davo un morso ad una fetta di pane tostato.
«Volevo dirti che oggi andrò a Dover e ci resterò per il weekend» dissi dopo un po' con tono casuale.
Mi fissò con espressione indecifrabile.
«Come pensi di arrivarci, a Dover?»
A piedi, Sherlock.
«Pensavo di andare in taxi fino a Stafford, poi prendere il treno per Dover. Dovrebbe esserci il cambio a Londra» ragionai.
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High Society || H. S.
FanfictionElizabeth Thompson abita a Dover, a poche miglia dalle scogliere. La sua vita scorre tranquilla e senza pensieri, fino a che non viene coinvolta in un matrimonio di convenienza con uno degli scapoli più ricchi d'Inghilterra e si ritrova a vivere in...