Passarono una decina di giorni da quell'incontro notturno; furono probabilmente i miei giorni più felici a Rangemore Hall. Liam era ripartito il pomeriggio successivo, e da allora avevo trascorso insieme a Harry quasi tutto il tempo in cui Louis non era alla villa.
Di solito lo guardavo lavorare, spesso gli davo anche una mano nei compiti meno tecnici. Parlavamo di qualsiasi cosa; io gli raccontavo della mia vita a Dover, lui ricordava i giorni in cui era bambino e immaginava che la tenuta fosse il suo castello.
Mi rivelò la sua passione per la musica e per il canto. Si era comprato una chitarra acustica diversi anni prima, e da allora aveva sempre strimpellato da autodidatta – e con un modesto aiuto da parte di YouTube – fino ad acquisire una discreta padronanza dello strumento.
Naturalmente non appena appresi di questo suo inaspettato talento insistetti affinché mi suonasse qualcosa, riuscendo finalmente ad abbattere il suo iniziale imbarazzo in un pomeriggio piovoso che ci aveva costretti a rinchiuderci nella dépendance.
Phil si trovava fuori dalla tenuta per sbrigare delle commissioni; doveva incontrare un nuovo fornitore per la vendita di materiali da giardinaggio, perciò io ed il ragazzo eravamo soli nella casetta di massello.
Harry, seduto sul suo letto, mi osservava di sottecchi mentre esaminavo la splendida chitarra color miele appesa ad una parete della sua camera. Ero un'avida ascoltatrice di musica, ma non avevo mai imparato a suonare uno strumento nonostante l'avessi sempre desiderato. Avrei voluto prendere lezioni di pianoforte, tuttavia non potevamo permettercelo e avevo dovuto accontentarmi di una piccola pianola giocattolo come regalo di Natale; inutile dire che non era mai stata sufficiente a fare di me una pianista degna di questo nome.
Mi girai verso Harry, indicando la chitarra alle mie spalle.
«Ormai non puoi tirarti indietro» affermai decisa, al che lui si alzò con uno sbuffo divertito camminando nella mia direzione. Con un gesto delicato ma sicuro tolse la chitarra dal supporto a cui era appoggiata – rubandomi un bacio leggero mentre mi passava davanti – e tornò a sedersi sul letto, appoggiando lo strumento sulla coscia destra.
Mi accomodai sul letto di Phil, osservando il ragazzo con impazienza mentre si assicurava che la chitarra fosse accordata. Il suo viso aveva assunto un'espressione particolare, concentrata e distante, come se si trovasse in un'altra dimensione. Probabilmente per lui la musica era sempre stata un rifugio, un mondo privato che lo accoglieva tra le sue braccia ogni volta che ne sentiva il bisogno. Un po' come le scogliere per me.
Ci fu qualche secondo di silenzio prima che Harry iniziasse a pizzicare le corde con le dita, producendo una melodia dolce ed arpeggiata.
Sweet creature
Had another talk about where it's going wrong
But we're still young
We don't know where we're going
But we know where we belongOh, we started
Two hearts in one home
It's hard when we argue
We're both stubborn, I know...Ascoltavo la voce di Harry come ipnotizzata. Era ancora più bella di quanto ricordassi; secca e decisa ma in qualche modo calda, sembrava quasi accarezzare le note una per una mentre cantava. Le parole erano stranamente familiari, come se parlassero proprio di noi due.
But oh – sweet creature, sweet creature
Everywhere I go, you bring me home
Sweet creature, sweet creature
When I run out of rope, you bring me home.Sentii un nodo formarsi all'altezza della gola quando Harry mi guardò negli occhi, continuando a suonare. Sentivo che non sarei potuta essere più felice di così; il mio cuore sembrava non riuscire a contenere il tumulto di sentimenti che mi riempivano in quel momento.
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High Society || H. S.
FanfictionElizabeth Thompson abita a Dover, a poche miglia dalle scogliere. La sua vita scorre tranquilla e senza pensieri, fino a che non viene coinvolta in un matrimonio di convenienza con uno degli scapoli più ricchi d'Inghilterra e si ritrova a vivere in...