Chiacchieravo del più e del meno con Phil, mentre Harry lavava i piatti della cena ed interveniva di tanto in tanto con qualche battuta spesso inopportuna per farci ridere. Non aveva raccontato nulla a Phil di quello che mi era successo; gli aveva solo annunciato candidamente che mi sarei fermata a dormire e lui, anche se perplesso, aveva accettato di buon grado.
Nella dépendance si respirava l'aria distesa e tranquilla che già avevo avuto modo di apprezzare poche settimane prima; mi ero ormai ripresa dalla brutta esperienza passata nel pomeriggio, e se stavo meglio era tutto grazie a Harry. Per l'ennesima volta il ragazzo era stato la ragione del mio benessere a Rangemore Hall.
Temo che non sarò più in grado di restare lontana da lui, ormai.
Trascorremmo ancora un paio d'ore a chiacchierare tutti insieme, quindi Phil si alzò dalla sedia e mi sorrise.
«Credo che andrò a dormire ora, Lizzie. Non sono più in forma come quando ero giovane» scherzò, facendomi l'occhiolino.
«Andiamo, Phil, tu non sei mai stato giovane» replicò Harry sogghignando, e si beccò il consueto scappellotto.
«Buonanotte Phil, grazie dell'ospitalità e della cena» dissi sorridendo. Phil si schermì, ricambiando il sorriso, quindi si diresse verso la camera da letto che condivideva con Harry. Quest'ultimo si girò verso di me.
«Tu che vuoi fare, Lizzie? Hai sonno?»
«Un pochino, ma non granché» risposi scrollando le spalle e raddrizzando la schiena. In realtà mi sarei potuta addormentare in qualunque momento, ma volevo più di ogni altra cosa stare ancora in sua compagnia.
Harry si allontanò dal piano di lavoro della cucina a cui era appoggiato e si diresse verso il divano, vi si sedette di peso e con aria soddisfatta batté con la mano accanto a sé per invitarmi a sedermi insieme a lui. Arrossii leggermente ma mi alzai dalla sedia e lo raggiunsi sul divano, un po' imbarazzata.
«Ti cederei il mio letto stanotte, ma è in stanza con Phil e ho pensato che non ti andrebbe di sentirlo russare tutta la notte» commentò lui con una risatina, rompendo il silenzio. Non potei fare a meno di ridere a mia volta.
«Non ti preoccupare, il divano andrà benissimo» risposi con un sorriso.
Harry assunse un'aria pensierosa, mordendosi l'interno della guancia e guardando un punto indefinito davanti a sé.
«Ti presterò qualcosa di comodo per dormire» disse poi, tornando a guardarmi negli occhi. «Dovrei anche avere uno spazzolino nuovo in bagno, e se vuoi farti una doccia ti porto un asciugamano pulito»
Il solo pensiero di indossare dei vestiti di Harry contribuì a farmi diventare le gambe come gelatina.
Per fortuna sono seduta, altrimenti credo che non sarei stata in grado di reggermi in piedi.
Scossi la testa per scacciare quel pensiero; da quando in qua ero diventata una tale rammollita? Se Liam mi avesse vista in quelle condizioni mi avrebbe probabilmente presa in giro per il resto dei miei giorni. Ma che dovevo fare? La vicinanza di Harry mi mandava in tilt, non riuscivo a trovare nulla di intelligente da dire.
«Lizzie?» mi chiamò Harry, cercando di attirare la mia attenzione.
Mi riscossi in un sussulto e aprii la bocca per rispondere ma non mi venne in mente nulla, perciò la richiusi stupidamente. Mi limitai a rivolgergli un piccolo sorriso ed annuire. Il ragazzo sorrise a sua volta e lasciò andare la testa all'indietro, appoggiandola sul morbido schienale del divano e chiudendo gli occhi.
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High Society || H. S.
FanfictionElizabeth Thompson abita a Dover, a poche miglia dalle scogliere. La sua vita scorre tranquilla e senza pensieri, fino a che non viene coinvolta in un matrimonio di convenienza con uno degli scapoli più ricchi d'Inghilterra e si ritrova a vivere in...