Capitolo 17

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Louis esibì un sorrisetto denso di sarcasmo, mentre applaudiva teatralmente.

«Complimenti, ragazzi. Davvero, immaginavo che ci fosse qualcosa sotto ma non pensavo che vi sareste fatti scoprire in modo così stupido. Confesso che sono piuttosto deluso»

Sentivo la bocca asciutta, un ronzio nelle orecchie, non riuscivo a formulare un solo pensiero coerente. Harry lasciò rapidamente la presa sui miei fianchi, l'espressione indurita; era teso come una corda di violino. Louis ci squadrò con malcelata aria disgustata, quindi scosse la testa.

«Mi aspettavo di più da te, Harry. Ci conosciamo da quando eravamo piccoli, eravamo amici, ti ricordi?»

Il ragazzo dietro di me avanzò di un paio di passi, superandomi. Strinse i pugni.

«Lo eravamo prima che tu ti facessi fare il lavaggio del cervello dai tuoi genitori. Sono passati più di dieci anni da allora» rispose secco, al che Louis alzò le spalle. Io ero sempre più confusa.

Harry e Louis... amici?

«La verità è che non sei mai riuscito ad accettare che la mia vita fosse migliore della tua. Mi hai sempre invidiato tutto, a partire dai miei genitori» a quelle parole un lampo gelido attraversò lo sguardo di Harry, «fino ad arrivare ad Elizabeth, che a quanto pare non hai tardato a sedurre per tentare di portarti inutilmente, ancora una volta, al mio livello»

«Prova a ripeterlo, stronzo!»

Harry si precipitò contro Louis, pronto a fargliela pagare a pugni, ma in un impulso di lucidità lo precedetti trattenendolo dal peggiorare ulteriormente la situazione.

«Harry, Harry... ti prego, calmati» riuscivo solo a sussurrare, con le lacrime che mi bagnavano le ciglia, aggrappandomi a lui per impedirgli di aggredire il ragazzo che gli stava di fronte.
Sentivo i suoi muscoli flettersi nervosamente, il suo respiro pesante e carico di frustrazione, e non avevo idea di cosa fare.

«Vedo che non sei cambiato, a quanto pare risolvi ancora le situazioni in questo modo» commentò velenoso Louis, accompagnando le sue parole con un gesto eloquente. Il sorriso sarcastico che aveva mostrato fino a quel momento si dissolse, lasciando spazio ad un'espressione che mi mise i brividi.

«Credo sia inutile specificare che tu hai chiuso con me, Styles. Ti voglio fuori da questa tenuta entro domattina» disse con voce tagliente, gli occhi azzurri ridotti a due fessure. Fu come se la terra si aprisse sotto i miei piedi in un secondo.

Non può essere... non sta succedendo davvero.

«Louis...» tentai di mediare, con voce rotta, ma lui mi interruppe.

«Tu non hai alcun diritto di difenderlo, Elizabeth. Ti ricordo che non sei in una situazione migliore della sua»

Abbassai la testa, sconfitta in partenza, mentre un uragano di pensieri mi invadeva il cervello.

Era finita; Harry sarebbe stato cacciato da Rangemore Hall, e probabilmente anch'io. Phil sarebbe rimasto solo, la mia famiglia avrebbe perso la sua unica fonte di sostentamento, l'azienda edile sarebbe dovuta chiudere e decine di persone ne avrebbero risentito. Ed io avrei perso l'unico ragazzo che avessi mai amato.

In un solo istante era crollato tutto il mio mondo, proprio come un fragile castello di carte. Il peso di quella consapevolezza mi opprimeva dolorosamente, facendomi avvertire l'entità della mia responsabilità. La parte peggiore era che non potevo fare niente per migliorare, anche solo di poco, lo stato della situazione.

«Con te discuterò dopo» tagliò corto Louis, rivolto verso di me. «Ora rientriamo. È tardi»

Non potei far altro che seguirlo mentre si avviava in direzione della villa, mentre sentivo le lacrime pungermi gli occhi. Harry rimase immobile, lo sguardo fisso a terra e la mascella tesa; potevo immaginare il suo stato d'animo, perché mi sentivo come lui – se non peggio.

High Society || H. S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora