Capitolo 13

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Quando ero tornata alla villa non avevo incontrato nessuno, a parte un paio di domestiche che si affaccendavano correndo qua e là per le pulizie mattutine.

Camminavo a passo spedito verso la mia stanza, con il cuore in tumulto per la paura di incrociare Louis. Quante volte mi ero trovata in quella situazione?

Non appena arrivai mi chiusi dentro, con il fiato corto, tentando di ricompormi. Dovevo pensare in fretta ad un piano d'azione per l'immediato futuro. Come avrei dovuto comportarmi con Louis? Avrei dovuto sottomettermi? Ribellarmi? Implorarlo di avere pietà? Cercare un dialogo costruttivo e maturo?

Ma soprattutto... come si comporterà lui con me quando lo rivedrò?

Questo pensiero aveva covato in un angolo del mio cervello fin da quando ero scappata dalla villa il pomeriggio precedente. Non era una questione da trascurare; non avevo idea di quale sarebbe stato il suo atteggiamento nei miei confronti. Forse mi aspettava il secondo round, oppure avrebbe fatto finta di nulla, continuando a comportarsi come aveva sempre fatto. Forse mi avrebbe chiesto scusa.

Scossi la testa con una risatina silenziosa.

Macché... Louis Tomlinson non chiede mai scusa a nessuno.

Non negavo di essere terribilmente in ansia per quello che mi aspettava.

E se si mettesse a chiedermi dove ho passato la notte? Non ho preso nulla con me quando sono scappata, e per giunta non ho una macchina... cosa dovrei inventarmi? Non posso di certo dirgli che ho dormito da Harry...

Gemetti serrando gli occhi.

Già, cosa avrei potuto rispondere a Louis se avesse iniziato un interrogatorio su questo argomento? Non potevo aver chiamato un taxi né tantomeno dormito in un hotel, visto che non avevo con me né il telefono né il portafogli.

Parlargli di Harry avrebbe significato guai sia per lui che per Phil, perché sicuramente a Louis non sarebbe andato a genio che io conoscessi Harry così bene da poter dormire a casa sua. Non aveva nemmeno idea che io ed il ragazzo ci conoscessimo, a dirla tutta. Non gliene avevo mai parlato per ovvi motivi, e questo avrebbe solo contribuito a peggiorare la situazione se la verità fosse venuta a galla.

Oltretutto non avevo ancora idea di come avrei dovuto affrontarlo. Sarei dovuta scendere a fare colazione con lui? Forse in un ambiente di quel tipo, circondato dai domestici, non avrebbe potuto fare mosse compromettenti.

Sì, credo sia la soluzione migliore. Almeno per ora.

Recuperai il telefono dal comodino e controllai l'ora: segnava le 7:13. Era ancora presto, quella mattina Louis sarebbe sceso a fare colazione verso le 8:00. Se non ricordavo male aveva una riunione alle 9:30, ma doveva uscire con largo anticipo per recuperare dei documenti.

Sospirai e premetti nuovamente il tasto di blocco dell'iPhone per guardare ancora una volta la foto che avevo messo come sfondo; eravamo io e Liam, abbracciati e sorridenti, alle scogliere. La foto risaliva ad un paio di mesi prima, a pochi giorni dal mio trasloco a Rangemore Hall.
Cercavamo entrambi di combattere il senso di nostalgia precoce che stranamente invadeva le nostre giornate ancora prima che io partissi, perciò passavamo insieme ogni minuto disponibile. Di solito se il tempo era bello andavamo alle scogliere con una coperta, del cibo e dei libri e restavamo lì qualche ora a leggere, mangiare e chiacchierare.

Un sorriso un po' triste si fece largo tra le mie labbra.

Mi mancava Liam, ci sentivamo davvero poco e mi sentivo un po' in colpa per questo. Gli dicevo sempre che parlare per telefono mi faceva solo sentire di più la sua mancanza e allora avevamo gradualmente ridotto la frequenza delle chiamate.

High Society || H. S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora