Non Sono Finita Pt. 3

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Stavano salendo di quota e la cosa la preoccupava. Sapeva che la motoretta di suo zio reggeva l'altitudine di Mesos ma temeva che non fosse abbastanza potente per quella di Thermos. Uno dei tanti problemi di un mondo suddiviso in strati in altitudine erano i mezzi di trasporto. Più sì saliva più i velivoli dovevano essere resistenti e potenti, per non essere schiacciati da:::::. E più un mezzo era sofisticato più diventava costoso, soprattutto se si proveniva dagli strati più bassi.

Ad esempio, un abitante di Thropos per poter viaggiare a Thermos doveva possedere una motoretta tre volte più potente, ergo tre volte più cara rispetto alla norma. Lei proveniva da Stratum e la sua famiglia non era affatto tra le più povere della sua zona, ma non era sicura che suo zio avesse comprato una motoretta così potente.

« Dobbiamo superare la Pausis per Thropos? » chiese a Lynn, per sicurezza.

La giovane si riscosse dai suoi pensieri e si voltò verso di lei.

« No... no, non dobbiamo andare così in alto, anzi! »

La ragazza si schiacciò contro il vetro del cruscotto ed iniziò a battere su di esso.

« Laggiù! Quei giardini! »

Virò a destra seguendo le sue indicazioni e poco dopo alla sua sinistra apparvero quattro piccole isole. Erano ricche di una vegetazione molto variegata e decisamente impiantata. Erano collegate tra di loro da dei ponti in legno, adornati da gerani rossi e rosa e ricchi di intagli di farfalle.

Sull'isoletta più grande era presente uno spiazzo d'erba, un punto di parcheggio.

Iniziò a scendere pian piano, finché non riuscì ad atterrare. Non sembrava esserci nessun altro in quel luogo lontano dalla civiltà: la sua era l'unica motoretta presente.

Aprì il cruscotto e Lynn non esitò a saltare giù. Ancora non capiva cosa le frullasse per la mente. Voleva farle fare pratica e l'aveva portata quasi al confine con Thropos per raggiungere il suo obiettivo.

Scese pure lei e chiuse la motoretta. Si guardò intorno e vide che Lynn aveva già iniziato ad inoltrarsi nel giardino. Le stava facendo cenno di seguirla e, non avendo altre alternative, obbedì. Si ritrovò ben presto su di un sentiero fatto di ciottoli, circondato da alberi verdeggianti, fiori dalle tonalità rosse e rosee e panchine in legno. Qualche uccello dalle piume verdi-azzurre e dalle lunghe e flessuose code si spostava di ramo in ramo, riempiendo l'aria con il suo cinguettio.

Quel luogo aveva un aria strana: era molto calma e rilassante, adatta a creare un'atmosfera molto intima. I colori vivi, inoltre, rendevano il tutto più sereno.

« Per fortuna che siamo solo noi due. È raro trovare questo posto completamente vuoto. » commentò Lynn, guardandosi attorno.

Sembrava fosse la sua prima volta in quei giardini da quanto osservasse ogni minimo dettaglio. Guardando meglio, però, notò che stava cercando qualcosa con lo sguardo.

Forse possibili visitatori? No, era una ricerca minuziosa, come se volesse scovare qualcosa di nascosto tra le larghe foglie di certe piante e tra le fronde degli alberi.

« Che cosa sarebbe? » chiese, pur di proseguire la conversazione.

Avevano passato quasi tutto il viaggio in silenzio, dopo che lei aveva cercato di diminuire i dialoghi al minimo. La conseguenza, però, le era costata cara: Lynn aveva ripreso a guardarla con circospezione e lei detestava ricevere rapidi sguardi sfuggenti.

Così, pur di non ricevere per tutto il tempo quel trattamento, si sforzava di avere uno straccio di conversazione.

« Un parco frequentato prevalentemente da coppiette e perfetto per i nostri intenti. Dobbiamo solo raggiungere l'ultima isola. » le spiegò, indicandole un ponte poco distante.

Cacciatori di Sogni - VUOTO (I) (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora