Era stufa. Stufa di essere più simile ad una bambola meccanica che ad un essere vivente e stufa di aspettare che Peter trovasse i Cacciatori che le avevano rubato il Sogno. Stava passando troppo tempo e lei sentiva la rabbia ribollirle ad ogni giorno che passava. Li voleva avere davanti agli occhi in quel preciso istante e fargliela pagare.
Sapeva e continuavano a ripeterle che non doveva dare peso a quei pensieri, ma era terribilmente difficile. Erano le uniche emozioni che animavano il suo corpo, le uniche che le ricordavano che fosse viva. Era consapevole che ciò l'avrebbe portata ad essere più nervosa e meno tollerante, l'aveva visto nella missione con Ferven, ma non sapeva cos'altro fare.
Forse la soluzione era davvero seguire il gruppo di Cacciatori nelle missioni e godere per poco tempo delle emozioni lasciate dai Sogni. Peccato che negli ultimi tempi lei e Lynn erano state lasciate a casa sotto il comando di Aiva, la quale le aveva ben sfruttate come aiuto nella locanda. E lei, più puliva pavimenti, più era consapevole che quella non fosse la vera soluzione al suo problema.
E così era stato. Senza le missioni il suo umore si era bilanciato in due direzioni: restare distesa in letto a fare nulla, non trovando il minimo stimolo o corrodersi dalla rabbia e desiderare di uscire per trovare da sola i Cacciatori che le avevano rubato il sogno. A Peter e soprattutto ad Aiva questa cosa non era sfuggita ed avevano fatto di tutto per tenerla occupata, dall'aiutare in cucina, al pulire e persino all'aiutare Lynn con certe materie scolastiche.
Inoltre ogni suo tentativo di fuga era impedito dalla costante presenza di uno dei Cacciatori o dei padroni di casa.
Non si può dire che non si stiano impegnando. Pensò, fissando il caffè nella tazza.
Era un'altra delle tante giornate morte, nelle quali o Peter o Miro uscivano di casa per cercare informazioni sui suoi Cacciatori. Era stufa di ricevere solo risposte vaghe e presunti indizi. Le serviva qualcosa di concreto, non dei semplici puntini su di una mappa.
Si stanno impegnando, perché devo sempre prendermela così sul personale?Pensò, cercando di calmare un suo possibile moto di rabbia.
Miro le aveva detto che pian piano il Parassita stava diminuendo, ma dopo che sarebbe sparito, cosa sarebbe rimasto di lei? Non avevano detto pure loro che era stato quello a farla andare avanti?
« Posso? » chiese una voce a lei sconosciuta.
Acconsentì senza alzare lo sguardo dalla sua tazza. Non era la prima volta che uno degli ospiti si sedeva assieme a lei. E come sempre, avrebbero passato l'intera conversazione in silenzio. Solo la coppia di anziani, ancora presente nell'elenco dei clienti, aveva cercato di rivolgerle qualche parola. Per cortesia aveva risposto, anche se avrebbe preferito concentrarsi sui suoi piani.
La persona davanti a lei la richiamò, rompendo ogni sua illusione. Davanti a lei si presentò un giovane dalla pelle quasi lattea, con due profonde occhiaie che gli circondavano gli occhi verdi. I suoi capelli crespi non avevano una lunghezza ben definita, siccome alcune ciocche erano lunghe fino alle spalle ed altre poco sopra il mento. Sembrava un taglio casereccio e molto mal fatto. Inoltre erano di uno strano colore verde molto chiaro.
Avrebbe quasi detto che fosse un Reverso, ma gli occhi erano del colore di uno Zero. Che fosse un misto? Pure Lynn lo era, trovarne altri non doveva essere così strano.
« Puoi prestarmi il tuo cornetto? Solo per poco, poi te lo ritorno. »
Se glielo avesse chiesto glielo avrebbe anche ceduto: Aiva aveva diminuito la quantità di cibo nei suoi confronti, ma restava sempre troppa per la capacità del suo stomaco.
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Cacciatori di Sogni - VUOTO (I) (IN REVISIONE)
FantasyEsiste un mondo lontano dove cielo e terra si confondo, dove esistono città sospese e dove diverse razze hanno imparato ad adattarsi ai vari ambienti. Anzi, in realtà esistono due mondi, uno sopra l'altro, separati da un ponte di luce e di energia c...